PER GLI AGENTI E PROCACCIATORI D’AFFARI ECCO UN’OPPORTUNITA’ NEL SETTORE TELEFONIA

Oggi Infoiva ha selezionato da Monster.it un’opportunità di lavoro nel settore della telefonia.

Vediamo il dettaglio dell’annuncio:

Per importante realtà basata su Torino ricerchiamo e selezioniamo per il potenziamento e ampliamento della rete di vendita, agenti/procacciatori, per la promozione di servizi e prodotti riservati al mondo delle telecomunicazioni.

Il candidato ideale ha maturato una significativa, se pur breve esperienza nel settore delle vendite.
Il neo inserito, attraverso corsi di formazione tecnica e persuasione applicata alla vendita, si occuperà di promuovere e vendere i servizi proposti dall’azienda attraverso un’attività pianificata e programmata da un call-center.

Per la posizione in oggetto verranno valutati agenti già in possesso di partita iva.

Requisiti minimi: candidati automuniti con buona capacità di utilizzo del pc e dei più comuni programmi informatici.

Completano il profilo ambizione, orientamento alla vendita e ai risultati,predisposizione ai rapporti interpersonali, flessibilità, capacità organizzative e di negoziazione.

La retribuzione sarà commisurata all’effettiva esperienza maturata.

Zona di lavoro:Torino e provincia

Per candidarsi inviare CV in formato word marta.rinone@humansolution.it

Riepilogo Annuncio

Azienda
Humansolution Srl

Località
Torino 10100, Piemonte Italia

Settore
Telecomunicazioni

Contratto
Full Time
Tempo determinato/A contratto/A progetto

Anni Esperienza
Da 1 a 2 anni

Livello Istruzione
Diploma

Livello di Carriera
Con esperienza

Per saperne di più, Monster.it.

VUOI LAVORARE IN UNO STUDIO COMMERCIALISTA? ECCO L’ANNUNCIO PER TE!

L’annuncio di lavoro di Infoiva di oggi riguarda chi risiede a Torino ed è interessato a lavorare in uno studio commercialista.

Ecco il dettaglio dell’annuncio:

Per due Studi di Commercialisti, siti in Torino, ricerchiamo e selezioniamo due Collaboratori con partita iva che abbiano maturato pluriennale esperienza presso Studi Commercialisti.

Requisiti richiesti:

1° OFFERTA:

  • Gestione autonoma contabilità diversificata soprattutto ordinaria;
  • Redazione bilancio riclassificato, nota integrativa e redazione sulla gestione;
  • Redazione Unici PF, SP e soprattutto SC.

2° OFFERTA:

  • Assistenza al cliente su argomenti in materia fiscale (iva/imposte/imu) – Assistenza su argomenti di diritto societario (costruzione piccole società, associazioni in partecipazione, vendita quote)
  • Compilazione di dichiarazioni dei redditi ed IVA – Compilazione Mod. 730 – Redazione dei bilanci di società di capitali e di cooperative
  • Assistenza per atti notarili di cessione d’azienda – Assistenza nei trasferimenti di quote sociali – Assistenza nei rapporti con Uffici Finanziari – Accertamenti con adesione – impugnazione cartelle esattoriali – Assistenza nel contenzioso tributario – Compilazione degli studi di settore
  • Gestione del contenzioso e rapporti con l’AA. EE.

Orario: full time uscita ore 18.00
Inserimento: immediato.
Sedi di lavoro: Torino Centro.
Inquadramento e retribuzione indicativi: collaborazione continuativa con partita iva, full-time, retribuzione in linea con le capacità e le esperienze effettivamente maturate.

La selezione è rivolta ad ambo i sessi.(L.903/77 e L.125/91)
E` garantita la massima riservatezza e l`audizione personale con tutti i profili in linea con quello ricercato.

Se in possesso di tutti i requisiti inviare il cv a cv@knethr.com

Riepilogo Annuncio

Azienda
Knet Human Resources S.r.l.

Località
Torino 10100, Piemonte Italia

Settore
Contabilità e revisione dei conti

Contratto
Full Time
Tempo Indeterminato

Livello di Carriera
Con esperienza

Per saperne di più, Monster.it.

Ritorna il progetto Erbaluce, che celebra il vino piemontese

Anche quest’anno il progetto “Erbaluce, il vino del nostro territorio”, animerà l’autunno e l’inverno torinesi, a cominciare dal 18 settembre, quando, nel suggestivo Relais La Bella Rosina del Parco La Mandria a Fiano, si terrà una apericena musicale festosa e solidale.

Ascom e Epat torinesi, infatti, tornano a collaborare con Confagricoltura Torino, la Camera di Commercio e l’Associazione Sac à poche, e celebrano il vino di Caluso docg fino a gennaio 2013.

Gli appuntamenti, dopo la festa del 18 settembre che aiuterà a raccogliere fondi da destinare alle aziende agricole dell’Emilia Romagna colpite dal sisma, sono dal 25 al 28 ottobre, in occasione del Salone del Gusto, quando nello stand della Camera di Commercio di Torino sarà possibile degustare l’Erbaluce abbinato a prodotti tipici.

La Maison Massena di Ascom Confocommercio Torino ospiterà, invece, una serata di degustazione nel mese di novembre mentre, quando la neve sarà darà inizio alla stagione invernale, gli eventi clou si sposteranno nell’Alta Val di Susa: i locali di Sestriere, Bardonecchia e Sauze d’Oulx promuoveranno il celebre vino del Canavese in abbinamento alle specialità della valle.
Dall’8 dicembre al 31 gennaio, infatti, saranno molte le iniziative che coinvolgeranno i turisti amanti degli sport invernali, con cene a tema nei ristoranti più famosi e aperitivi nelle vinerie segnalate da Ascom.

Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino, ha dichiarato a proposito: “Ancora una volta e con piena disponibilità l’Ascom torinese alla promozione di un vino di assoluta eccellenza e peculiarità come l’Erbaluce di Caluso. L’iniziativa rientra infatti a pieno titolo in quegli obiettivi di promozione economico-turistica del territorio su cui da anni la nostra Associazione sta lavorando a tutto campo e che proprio nei prodotti più tipici dell’enogastronomia locale trova motivi concreti di successo e vetrina di ampia risonanza a livello nazionale e internazionale”.

Vera MORETTI

Quanto vale in Borsa la tua città?

Spread, Bot, indici, Ftse… La crisi economica che attanaglia il mondo ci sta facendo familiarizzare, nostro malgrado, con un sacco di termini proprio del mondo borsistico. Pochi però, forse, si rendono conto del fatto che la Borsa è qualcosa che, nella realtà, è molto più vicino alle imprese e alle famiglie di quanto non sembri. Qualcuno si è mai posto il problema, per esempio, di quanto possa valere (o meglio, capitalizzare) in Borsa la propria città?

Lo ha fatto Simon-Kucher & Partners, società di consulenza aziendale, che ha studiato la capitalizzazione azionaria delle imprese nelle varie città italiane. Risultato: Roma, Milano, Torino e San Donato Milanese restano anche per il 2012 le città di maggior capitalizzazione.

La Capitale, nonostante il suo “vestito” da vecchia signora della burocrazia e di centro dei maneggi politici, con 8 aziende e 132 miliardi di euro è ancora in vetta alla classifica. Sebbene vi sia una sola azienda in più quotata rispetto a Milano (8 contro 9), il valore è ben superiore, più del doppio. Anche se si raggruppassero le altre città in provincia di Milano al top della classifica – San Donato Milanese (4°), Sesto San Giovanni (6°) e Basiglio (11°) – la capitalizzazione risulterebbe ancora inferiore rispetto a Roma, nonostante le 13 aziende in confronto alle 9 della Capitale.

Roma deve il suo successo a Eni ed Enel, che da sole superano i 90 miliardi di euro di capitalizzazione. Milano vanta Luxottica e Telecom Italia, Torino Intesa San Paolo, Fiat Auto e Fiat Industrial. San Donato deve la sua presenza in classifica a Saipem e Snam Rete Gas, mentre Trieste, anche quest’anno quinta, deve tutto a Generali.

Lo studio di Simon-Kucher & Partners rileva anche l’incidenza della crisi. Rispetto al 2011 la maggior parte delle città ha subito infatti una diminuzione della capitalizzazione azionaria. Uniche eccezioni Milano, che resta stabile, e Firenze che, grazie a Salvatore Ferragamo, guadagna 10 posizioni passando da una capitalizzazione di 0,71 a quasi 3 miliardi di euro. Brescia con A2A dimezza la propria capitalizzazione ed esce dalla Top 10, perdendo 10 posizioni. Genova, invece, continua a non classificarsi tra le prime 10 città, anzi risulta essere all’ultimo posto. New entry è Modena che raggiunge il 17° posto.

Nella classifica si ritrovano, oltre alle grandi metropoli, anche una serie di piccoli centri urbani: Sesto San Giovanni con Campari, Collecchio con Parmalat, Sant’Elpidio a Mare con il gruppo Tod’s. Tutte città che devono la loro comparsa nel ranking a una sola azienda e, spesso, dipendono fortemente da essa.

La struttura economica decentralizzata è una delle caratteristiche dell’Italia. Le aziende non sono completamente concentrate nella Capitale, come avviene a Parigi o Londra. Siamo più paragonabili alla Germania, dove vi è una maggiore decentralizzazione – spiega Danilo Zatta, Partner di Simon-Kucher -. Ciò rende più regioni partecipi alla vita economica e non solo poche metropoli“.

Diventare imprenditori per battere la crisi

Italiani popolo di santi, poeti e navigatori, ma soprattutto di grandi imprenditori. La spinta al successo e alla crescita della propria azienda sembra non trovare freni nemmeno nella crisi economica che ha mutato spazi e possibilità di azione: gli imprenditori italiani non si danno per vinti. Mai.

E’ quanto emerge dall’indagine di Confesercenti : nel secondo trimestre del 2012, infatti, il saldo fra aperture e chiusure di imprese è risultato positivo per quasi 21mila unità, che portano il numero totale a sfiorare i 6,1 milioni di unità, dopo il forte calo registrato a gennaio 2012. Confesercenti sottolinea come il dato “potrebbe essere anche migliore e, se si considerano le circa 10.000 aziende attualmente inattive cancellate d’ufficio dal Registro delle Imprese, il saldo positivo salirebbe a 31mila“.

L’istantanea che fotografa le imprese italiane sparse lungo tutta la penisola mette a fuoco grosse differenze fra i diversi settori: a registrare le performances migliori sono le aziende impegnate nella fornitura di energia (+884), le attività professionali (+314) e noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+980). Diverso è il discorso se si guarda al commercio (-4.807 aziende), al turismo (-855) e al settore dell’edilizia (-117), che però in compenso, hanno ridotto le perdite: nei primi tre mesi dell’anno i tre settori avevano, infatti, segnato, rispettivamente, -19.583, -4.712 e -12.104.

Ma veniamo alla penisola. Quali sono le regioni che registrano maggior febbre da imprenditoria?

In pole position troviamo gli abitanti di Lecce, provincia che registra un tasso di crescita di imprese dell’1,15%. Seguono in classifica Foggia (+1,02%), Vibo Valentia e Isernia (+1%) e Firenze (+0,89%). Nelle ultime posizioni Ragusa (+0,14%), Imperia (+0,09%), Arezzo (+0,06%) e Vicenza (-0,03%) e Napoli (-0,20%), unici risultati negativi in Italia. Le città con il maggiore numero di imprese totali, invece sono i tre maggiori capoluoghi di regione: Roma al primo posto (456.000), seguita da Milano (382.000) e da Torino (235.000).

Alessia CASIRAGHI

In Piemonte germoglia il green

E’ ora di bilanci per il Piemonte, regione che si conferma tra le più virtuose in ambito di energia prodotta da fonti pulite, anche se l’obiettivo fissato dal decreto firmato a marzo sul burden sharing, che chiede al Piemonte di produrre il 15,1% della propria energia da fonti pulite, rimane lontano. La regione si conferma tra le migliori d’Italia, seguendo a ruota Lombardia e Puglia.

In particolare, il Piemonte si qualifica al secondo posto, alle spalle della Lombardia, per la produzione di energia da fonti idriche: grazie alla grande disponibilità di acqua nelle zone alpine, la regione è fornitore del 25% dell’energia idroelettrica prodotta in Italia. Terzo posto, invece, per quanto riguarda il fotovoltaico. In Piemonte sono installati pannelli per una potenza a 1053 megawatt, su 17 mila impianti con una regolamentazione precisa, che tutela il paesaggio e i terreni pregiati. Nessuna controindicazione, invece, per gli impianti geotermici, cioè quelli che sfruttano il calore della Terra, un settore quasi insignificante fino a cinque o sei anni fa ma che ora porta un risparmio in bolletta fra il 40 e il 60%: solo in Piemonte si producono 7 megawatt di energia, che corrispondono al consumo annuo di 2100 famiglie. Torino tiene poi ben saldo il suo primato nel teleriscaldamento, confermandosi città più teleriscaldata d’Italia, con circa 800mila cittadini serviti. Da segnalare poi la quota di energia prodotta da biomasse, il 5% sul totale piemontese, che sfrutta i rifiuti agricoli e di allevamento.

Il risparmio per i cittadini sarà invece uno dei filoni di ricerca del futuro Energy Center che sorgerà a Torino nei prossimi mesi grazie a un accordo tra Regione e Comune. Sarà un polo dedicato all’energia per privati, aziende, enti pubblici e università all’interno del quale si dovranno studiare prodotti e tecnologie per il risparmio energetico, l’edilizia e zero consumo, tecnologie e innovazioni per le aziende e per l’industria.

Il green è anche occasione di business, e se ne sono già accorte le 1.300 aziende torinesi impegnate nella green economy per un fatturato complessivo di 2,6 miliardi di euro e 33 mila addetti. A far da padrone sono quelle impegnate nel settore dell’energia, principalmente solare (50 per cento), seguono quelle che si occupano di rifiuti (19 per cento), trattamento dell’acqua (12 per cento), aria (10 per cento) e ricerca e sviluppo (9 per cento). La maggior parte delle aziende eco ha meno di dieci addetti e solo il 6% ne conta più di 50.

Francesca SCARABELLI

Energie rinnovabili protagoniste a Torino

E’ tutto pronto, a Torino, per l’ottava edizione di Energhetica, la mostra convegno che dal 24 al 26 maggio trasformerà la città piemontese nella capitale delle energie rinnovabili, proponendo al pubblico soluzioni tecnologiche e comportamenti quotidiani in grado di contribuire al programma di riduzione dei consumi e delle emissioni di gas serra nei prossimi 10 anni.

Il tema centrale della manifestazione sarà Smart City e Industry, ben rappresentato della eco-car di diverse case automobilistiche che si potranno provare sulla Pista del Lingotto, ma le proposte innovative ed ecosostenibili non mancheranno: ci saranno, ad esempio, “occhiali da sole” per edifici, cioè delle speciali pellicole da applicare sulla facciata che schermano il calore del sole; giardini verticali al servizio dell’efficienza energetica, lucernari tecnologici che portano il sole in spazi ciechi, un programma di formazione per tecnici del fotovoltaico in Senegal. E ancora scooter elettrici, ecobike e nuove soluzioni di mobilità e impianti di micro generazione che rappresentano il futuro di produzione dell’energia. Non manca la mobilità sostenibile su due ruote, con Bicishow, che debutta proprio in questa edizione: un’area dedicata alle biciclette, dove si potranno provare i diversi modelli o assistere a spettacoli acrobatici.

Le aree tematiche saranno quattro: telegestione, efficienza energetica, risparmio delle risorse, eco mobility, che vedranno esposti oltre 300 prodotti. L’area business sarà invece dedicata agli incontri tra l’industria verde e le grandi aziende del settore. Non può mancare un’area didattica, con lezioni-laboratori per scolaresche e cittadini con suggerimenti di uso quotidiano per diminuire gli impatti ambientali. Un programma di convegni a tema, illustrerà inoltre le novità nelle best practices italiane in tema energetico e riaprirà il dibattito sulle fonti sostenibili rispetto a quelle tradizionali.

Il Politecnico di Torino presenterà due progetti di ricerca che potrebbero introdurre nuove fonti rinnovabili, mentre la Camera di commercio di Torino rinnova nel 2012 il sostegno e la partecipazione a Energethica presentando ‘ECOmpanies, il progetto per promuovere l’eccellenza piemontese del settore ambiente&energia sui mercati internazionali, gestito dal Centro Estero per l’Internazionalizzazione in collaborazione con i quattro Poli di innovazione Enermhy, Polibre, Polight e Polo innovazione Lago Maggiore.

Francesca SCARABELLI

L’editoria italiana varca i confini con ICE e IBF

Al Salone del Libro di Torino, conclusosi lunedì 14 maggio, era presente, anche quest’anno, l’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che ha dato un importante supporto all‘International Book Forum (IBF), l’area business del Salone.

In concreto, infatti, ICE ha finanziato e organizzato, grazie alla preziosa collaborazione con la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e la Regione Piemonte, la visita a Torino di 80 tra editori, agenti, produttori, story editor e scout letterari provenienti da 17 Paesi.

L’interscambio tra editori italiani e professionisti internazionali che si occupano di promozione, diritti editoriali e traduzioni è fondamentale, per varcare i confini italiani, e questo processo è favorito, da ben 10 anni, da IBF, che quest’anno, nell’ambito del Salone, ha anche proposto una serie di incontri b2b tra editori stranieri e italiani. Perché, anche se la letteratura italiana ha un indubbio prestigio, senza una buona strategia di vendita non va molto lontano.

L’apporto dell’Agenzia ICE con l’International Book Forum ha sicuramente avvantaggiato questo scambio e ha permesso a IBF di raggiungere peso e dimensioni importanti, tanto da essere ormai riconosciuta a livello internazionale.

Ma non è tutto, perché le opportunità create da ICE riguardano le centinaia di piccole e medie case editrici italiane presenti ogni anno al Salone, per molte delle quali l’IBF rappresenta il primo passo verso i mercati esteri.

Vera MORETTI

In città si vive meglio con le onlus

di Vera MORETTI

Vivere in città? Non solo è più costoso, a cominciare dalla casa, ma la qualità della vita è peggiore rispetto alla vita di provincia, a causa di aria inquinata, strade sporche, traffico intenso e poco verde.
Nonostante il 27% degli italiani abiti in comuni con più di 250mila abitanti, dunque, la metropoli non è amica dei cittadini e, anzi, sembra a volte complicarne la vita. L’inefficienza dei servizi proposti, infatti, rende quasi impossibile amare il luogo in cui si vive.

E allora, che fare? Fuggire in campagna spesso non si può, e né lo si desidera, ma è provato che, nelle città in cui il terzo settore è più forte, la vita quotidiana è migliore.

Esempio lampante di ciò è Firenze, che grazie ad edilizia popolare e verde pubblico è diventata vivibile e a misura d’uomo, ma ricevono apprezzamenti soddisfatti da parte dei propri cittadini anche Bologna, prima per trasporti e mobilità, e Torino, che si aggiudica la medaglia d’oro per attività e strutture per il tempo libero.
Fanalini di coda sono Palermo, maglia nera per i trasporti, e Napoli, che ottiene il pollice verso per rifiuti, verde e tempo libero.

Sono questi i dati resi noti dal sesto rapporto sull’abitabilità delle città della Fondazione per la Sussidiarietà. Per conto della Fondazione, il Politecnico di Milano ha condotto lo studio Sussidiarietà e… città abitabile, che ha preso come campione dodici grandi città, tutte sopra il 250mila abitanti, che rappresentano complessivamente il 15% della popolazione italiana totale, ovvero: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo e Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia e Verona.

Pur provenendo da città diverse, i cittadini si sono trovati concordi nel bocciare la qualità dei servizi pubblici erogati. Il 60% è critico soprattutto per i pochi servizi per l’edilizia popolare, seguito, per il 56%, da trasporti e mobilità. Insufficiente anche il verde pubblico per il 51% e per il 46% la pulizia delle strade. La situazione sembra essere migliore per quanto riguarda le attività e le strutture del tempo libero, bocciate “solo” dal 44% degli intervistati.

A chi spetta il compito di risolvere questi problemi e migliorare i servizi? I cittadini non hanno dubbi: il Comune ed altri enti pubblici hanno la responsabilità dell’andamento, e quindi del miglioramento, dei servizi offerti dalla città.
Anche se, laddove sono presenti associazioni di famiglie e residenti, nonché cooperative e onlus, la qualità della vita cittadina migliora di gran lunga, soprattutto per quanto riguarda il tempo libero, 39,7% ma anche il verde pubblico, 30,6%.

Il presidente della Fondazione, Giorgio Vittadini, spiega così questa tendenza: “Da una parte si registra un ritorno di sfiducia nei confronti della dominanza della logica del mercato in questi settori. Dall’altra appare improbabile che l’intervento pubblico possa di per sé garantire l’abitabilità delle città. In questo contesto desta un rinnovato interesse l’ipotesi che la sussidiarietà, l’iniziativa libera di chi riconosce una specifica esigenza e si unisce ad altri per rispondervi, possa portare un contributo originale e insostituibile“.

Questo perché le associazioni sono più vicine alla vita di quartiere e comprendono più a fondo le sue problematiche, tanto da riuscire a risolverle in modo efficace.
Esempi concreti di ciò sono il Centro Pompeo Leoni a Milano, nato in risposta all’esigenza di trovare case a prezzi accessibili agli studenti universitari fuori sede, l’Amicobus di Torino, nato per accompagnare gli anziani invalidi. Oppure la storica Polisportiva Ponte Vecchio a Bologna e i Friarielli Ribelli a Napoli, gruppo spontaneo che ha reclutato adepti via Internet e rimesso a nuovo piazze diventate discariche. Perché la città partenopea non ci sta ad essere sempre il fanalino di coda.

Imu pronta a colpire: nel mirino seconde case, uffici e negozi

La prima rata della nuova Imu, l’imposta sulla casa che ha sostituito l’Ici, sta per arrivare. Nel bersaglio prime o seconde case, ma soprattutto negozi e imprese. E’ su di loro infatti che graverà maggiormente la nuova tassa reintrodotta dal Governo, e i Comuni già corrono ai ripari nel tentativo di far quadrare i conti 2012: il decreto Salva Italia ha infatti previsto che il 50% del gettito sugli immobili diversi dalla prima casa vada dritto nelle casse dello Stato.

Il meccanismo di calcolo dell’Imu, che sarà applicata su qualsiasi tipo di immobile, sia a scopo abitativo che commerciale, è uguale a quello dell’Ici ma esistono dei moltiplicatori che faranno lievitare la base imponibile. Come verrà effettuato il calcolo? Si partirà dalla rendita catastale, che verrà rivalutata e il risultato moltiplicato per un coefficiente. Da tenere in considerazione poi che le rendite catastali sono state rivalutate del 60% rispetto all’Ici.

Ecco la mappa degli aumenti lungo tutto lo stivale: a Torino, per esempio, l’aliquota arriverà al 6 per mille per avere un gettito paragonabile all’ex Ici, nello specifico le aliquote base aumenteranno del 4 per mille sulla prima casa e del 7,6 per mille sulle seconde case.

A Milano invece per un negozio si potrà passare da 360 euro a 1.100 euro, mentre per la prima casa i milanesi si troveranno una bolletta Imu più cara della vecchia Ici, che presentava invece un’aliquota al 4 per mille contro il 6,5 della media italiana. L’ipotesi più probabile è che Palazzo Marino decida di lasciare ferma l’aliquota sull’abitazione principale, mantenendola al 5 per mille, ma aumentando quella sugli altri immobili: sulle abitazioni, le ipotesi parlano di un’Imu al massimo (10,6 per mille) per le case lasciate vuote mentre per le abitazioni affittate a canone concordato si fermerà al 4,6 per mille, e infine per le locazioni di mercato l’aliquota potrebbe attestarsi in futuro al 9,6 per mille.

Veniamo alla capitale: il bilancio in sofferenza costringerà la città di Roma a imporre il 6 per mille sulla casa principale e il 9,6 sulle seconde abitazioni. A Firenze infine finiranno nel mirino della nuova Imu soprattutto le case sfitte con un’aliquota al 10,6 per mille, mentre la tassa sulla prima casa dovrebbe attestarsi al 4 mille.