IUC: sarà cara e salata per le pmi

Ormai tutti sanno cos’è la Iuc e da quando entrerà in vigore, ma forse non siamo ancora consapevoli dell’importo che toccherà pagare.

La Cgia ha cercato di fare una stima, pensando agli oneri delle pmi e sembra che subiranno un rincaro tra i 60 e i 250 euro, anche tenendo conto dell’alleggerimento fiscale nel maxi-emendamento al ddl del Governo (con passaggio da Trise a IUC) e della deduzione al 30% prevista per le imprese.

Per dare informazioni certe, ha confrontato il futuro importo IUC con le passate IMU + tassa sui rifiuti (TIA-TARSU e TARES) e, come ha sottolineato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ci rimetteranno “ancora una volta i piccoli imprenditori“ e questo avrebbe, invece, “assolutamente scongiurato per non gravare ulteriormente sull’asse portante della nostra economia“.

Sono state fatte alcune ipotesi di calcolo:

  • IMU: si ipotizza un’aliquota al 0,933% (valore medio 2012 per immobili non prime case) a sui ci applica il nuovo moltiplicatore (salito da 60 a 65) per capannoni e altri immobili di categoria D.
  • TASI: si calcola allo 0,1% standard (è tassa sui servizi indivisibili del Comune, che insieme alla TARI compone la nuova IUC).
  • Deducibilità: si incamera la deduzione IMU per imprese del 30% nel 2013 e del 20% dal 2014, che pare non si applicherà alla base imponibile IRAP.
  • Tassa rifiuti: si considera il prelievo medio in 11 Comuni capoluoghi di Regione (per il 2013 viene applicata la maggiorazione TARES di 0,30 euro a metro quadrato) mentre la nuova tassazione vede maggiorate le tariffe del 15,5%, incremento medio nazionale.

Prendendo come esempio alcuni piccoli imprenditori e i diversi settori di appartenenza, ecco cosa è emerso.

  • Commerciante: Se ha un negozio di 72 mq (categoria catastale C1), con rendita catastale di quasi 1.700 euro e un reddito di 30mila euro, nel 2014 pagherà 118 euro in più rispetto a quanto ha versato nel 2013. Fra IMU (910 euro), rifiuti (636 euro) e maggiorazione TARES (22 euro), l’esborso di quest’anno è pari a 1.441 euro (sottraendo 127 euro di deducibilità IMU), mentre l’anno prossimo fra IMU (910 euro), Tari (636 euro) TASI (98 euro) e deduzioni (85 euro) l’importo salirà a 1.559 euro: la TASI (tassa sui rifiuti indivisibili, una delle due componenti della IUC) sarà più pesante della maggiorazione TARES e il risparmio dovuto alla deducibilità dell’IMU tenderà a diminuire.
  • Elettricista: Ditta individuale con un piccolo capannone di 500 mq, una rendita catastale poco sopra i 2mila 100 euro e un reddito di 40mila euro, l’aggravio 2014 è pari a 73 euro, dai 4mila 367 euro del 2013 (1380 di IMU + 3mila 65 di tassa riufiuti + 150 di maggiorazione TARES, sottranedo alla fine 229 euro di deducibilità IMU) a quota 4mila 440 (IMU e rifiuti invariati, TASI 148 euro, deduzione 153 euro). Come si vede, la differenza è quasi totalmente da imputare al calo della deducibilità IMU.
  • Snc artigiana: Società di persone con due soci e quattro dipendenti, capannone di mille mq (categoria D1) con rendita catastale di poco superiore ai 5.600 euro e un reddito di 60mila euro, nel 2014 pagherà 263 euro in più rispetto al 2013, dai 10.165 euro del 2013 (3mila 678 di IMU, 6mila 701 di rifiuti, 300 di maggiorazione TARES, mentre il risparmio per la deduzione IMU è di 515 euro) ai 10.428 del 2014: IMU e rifiuti invariati, la TASI è a 394 euro, quindi più alta della maggiorazione TARES e il risparmio IMU 2014, pari a 345 euro, sarà inferiore a quello previsto per quest’anno.
  • Piccola impresa: Società di capitali con due soci e quattro dipendenti, capannone di 3mila mq (categoria D7) con rendita catastale di 9.700 euro e reddito di 80mila euro: l’aggravio di imposta 2014 è pari a 61 euro, da 14.205 euro del 2013 (6.177 di IMU, 8.041 di prelievo rifiuti, 900 di maggiorazione TARES e risparmio deduzione pari a 913 euro) a 14.266 euro: anche se la TASI (662 euro) sarà inferiore alla maggiorazione TARES, non basta a compensare la minor deduzione IMU, 614 euro.

Vera MORETTI

Addio Imu, Taser e Trise, arriva il TUC

Un nuovo, ennesimo nome per la tassa sugli immobili che dovrà sostituire l’Imu.
Se in un primo momento sembrava dovesse chiamarsi Taser, in seguito era diventata Trise, ma ora è il TUC, Tributo Unico Commerciale, che però non dovrà essere pagata per la prima casa.

Nella Legge di Stabilità si legge: “In attesa del riordino complessivo dell’imposizione immobiliare, a decorrere dall’anno 2014, l’imposta municipale propria (IMU) è sostituita dal Tributo Unico Comunale. Il TUC sostituisce, per la componente immobiliare, l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati e l’imposta comunale sugli immobili; per la parte dei servizi, i costi relativi alla gestione dei servizi indivisibili“.

Oltre alle prime case, esenti dal pagamento di questo tributo saranno anche i terreni agricoli e i fabbricati rurali.

Per quanto riguarda la rivalutazione delle rendite catastali, questa verrà ridotta di 10 punti per ogni categoria e di ulteriori 10 punti per il 2015.

Chiamati a pagare il TUC, dunque saranno tutti coloro possiedano o detengano a qualsiasi titolo unità immobiliari, fabbricati e aree scoperte adibiti a qualsiasi uso.
Per gli utilizzatori a qualsiasi titolo degli immobili viene fissata un’aliquota dell’1,5 per mille, mentre per i proprietari degli immobili l’ulteriore aliquota sarà dell’1 per mille, con l’esclusione per le prime case, i terreni agricoli ed i fabbricati rurali. La copertura dei costi per la gestione dei rifiuti sarà dovuta nella misura dei quantitativi e delle tipologie dei prodotti: nel 2014 non potrà superare quella del 2013, dal 2015 sarà ridotta del 10% e nel 2016 di un ulteriore 10%.

Ciò che non arriverà dalle prime case verrà recuperato dalla vendita degli stabilimenti balneari con diritto di prelazione degli attuali titolari delle concessioni, previa sdemanializzazione delle aree marittime.

Vera MORETTI

Trise: ecco quanto costerà ai cittadini

La Trise è appena stata presentata, anche se non ancora in maniera ufficiale, e già si fanno i primi calcoli, per capire se i cittadini ci rimetteranno o se, invece, ci guadagneranno.

L’Ufficio Studi della Cgia ha calcolato che un proprietario di prima casa, purtroppo, sarà chiamato a pagare, per il 2014, un tributo superiore rispetto al 2013 ma inferiore rispetto al 2012.

L’analisi è stata realizzata considerando, per l’anno 2012, l’importo del servizio di asporto rifiuti e dell’Imu sostenuto da un proprietario di prima casa; per l’anno 2013 si è invece considerato solo l’importo della Tares (tassa sui rifiuti), comprensivo della maggiorazione di 30 centesimi al metro quadrato; infine, per l’anno 2014, si è calcolato l’esborso derivante dall’introduzione della Trise, la nuova tassa che dovrebbe essere composta dalla somma della Tari (ex Tarsu/Tia/Tares) e della Tasi (tassa sui servizi indivisibili) che in queste simulazioni abbiamo ipotizzato con aliquota all’1 per mille.

Facciamo qualche esempio: il proprietario di un abitazione di categoria A2, ovvero di tipo civile, con superficie di 114 mq (media nazionale) e con rendita catastale di 625 euro, nel 2014 dovrà pagare 369 euro (264 euro di rifiuti più 105 euro di Tasi).
Rispetto all’anno in corso, sarebbero 71 euro in più ma 147 in meno di quanto pagato nel 2012, anche se occorre fare un’ulteriore precisazione.
Se si tiene conto anche della composizione familiare, il beneficio rispetto al 2012 diminuisce al crescere del numero dei figli, in quanto l’Imu prevedeva una detrazione di 50 euro per ogni figlio residente.

Prendendo in considerazione, poi, un’abitazione di tipo economico (A3), con una superficie di 80 metri quadrati e una rendita catastale di 423 euro, nel 2014 il proprietario potrebbe pagare 257 euro (186 di rifiuti e 71 euro di Tasi).
Vale a dire 47 euro in più rispetto al 2013 e 35 euro in meno di quanto dovuto per il 2012.
Se si tiene conto della composizione familiare, emergono sempre degli aggravi rispetto al 2012: con un figlio pagherebbe 15 euro in più, con due avrebbe un aggravio di 65 euro e con tre addirittura di 81 euro.

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ha dichiarato: “Se fosse confermato l’impianto della Trise, così come abbiamo avuto modo di leggere nella bozza circolata in queste ore rischiamo di fare entrare dalla porta quello che abbiamo lanciato dalla finestra. Insomma, dopo esserci liberati dell’Imu sulla prima casa, con la Trise corriamo il pericolo di ritrovarci una nuova patrimoniale che in questo caso colpirebbe, a differenza di due anni fa, anche gli inquilini“.

Vera MORETTI

Addio Imu e Tares, arriva la Trise

La Legge di Stabilità ha determinato la nascita di una nuova tassa, che assorbirà l’Imu e la Tares.
La nuova tassa sugli immobili si chiamerà Trise e avrà due componenti diverse, chiamate Tari e Tasi.

La prima coprirà il servizio di raccolta dei rifiuti, mentre la seconda avrà il compito di finanziare i servizi indivisibili, come l’illuminazione e la manutenzione delle strade.

Sono chiamati a pagare la Tari coloro che possiedono, occupano e detengono a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani con vincolo di solidarietà tra i componenti del nucleo familiare o tra coloro che usano in comune i locali o le aree stesse.

L’aliquota di base della Tasi è pari all’1 per mille.

Vera MORETTI