Unicredit: un evento B2B per le imprese lombarde

 

Una serie di incontri che avranno lo scopo di creare sinergie e nuove relazioni tra 45 imprese lombarde e buyer provenienti da Russia, Polonia, Turchia e Corea. E’ il progetto B2B promosso da Unicredit, in collaborazione con Ice, l’Istituto nazionale per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane: l’iniziativa è ricolta alle piccole, medie e grandi imprese operanti nei settori della biancheria per la casa, l’intimo, la moda mare e la calzetteria

Due gli appuntamenti da segnarsi in agenda: la prima data è quella del 27 novembre a Brescia, presso lo Chervò Golf Club di Pozzolengo. Le 45 imprese selezionate avranno la possibilità di organizzare da 4 a 6 meeting della durata di 30 minuti nell’arco di mezza giornata, per un totale di oltre 500 incontri.

La seconda tappa si svolgerà invece a Pistoia, il 29 novembre, presso l’Hotel Villa Cappugi.

Imprese e buyer sono stati selezionati secondo criteri meritocratici: rating, bilancio, dimensione, propensione all’export. Tutte le imprese sono posizionate idealmente a ridosso dei top player del mercato, come Blugirl, Playtex, Parah, Missoni Home, Moschino Lingerie. A selezionare i buyer partecipanti, provenienti da Russia, Polonia, Turchia e Corea, le banche estere del gruppo Unicredit, in collaborazione con gli uffici locali dell’Ice.

Niente crisi per l’export italiano

La crisi non ferma l’export italiano, come ha dichiarato Gaetano Fausto Esposito, segretario generale Assocamerestero, a Labitalia: “I conti parlano chiaro, quando dicono che quello delle esportazioni nette è l’unico settore a segnare il segno più. Le performance dell’Italia, in alcuni casi, sono migliori di quella della Germania ad esempio“.

Il merito è soprattutto dei mercati extra-Ue, che negli ultimi anni sono diventati fondamentali per l’esportazione dei prodotti Made in Italy, ma anche dei Paesi del Golfo, i veri outsider dell’export, almeno in questo periodo.

Tra questi, si è fatto notare prima di tutto il Marocco, che, grazie ad una ripresa dovuta ad un governo più stabile, ora è davvero in grado di dire la sua.
Spostandosi più ad est, ecco la Turchia, che, usando le parole di Esposito, “rappresenta una grande opportunità per le nostre esportazioni sia per l’aumento dei beni di consumo sia per la richiesta di beni collegati all’industria meccanica”.

Rimanendo più vicini a noi, la Svizzera ha fatto registrare performance elevatissime, a differenza dell’Est Europa che, invece, va bene ma non benissimo. La depressione, in questo particolare caso, ha condizionato i flussi di vendita.

Uscendo dal vecchio continente, invece, il primo mercato rimangono gli Stati Uniti, anche se il Brasile rimane uno dei Paesi maggiormente affezionati al nostro Made in Italy.
In questo caso specifico, però, Gaetano Fausto Esposito ha fatto notare che il Brasile non dovrebbe essere più considerato un paese in via di sviluppo e considerare la possibilità di “produrre in partnership“, come, del resto, si dovrebbe fare anche in Asia, pensando al settore dei beni tecnologici.

Vera MORETTI

Varese: la Turchia si riconferma partner commerciale

È uno dei mercati a più alto tasso di crescita: i dati relativi ai primi tre trimestri del 2011 ci dicono che il prodotto interno lordo della Turchia è cresciuto al ritmo dell’8,9% annuo. Questo nonostante la situazione di crisi in cui versa gran parte d’Europa. Per l’immediato futuro le prospettive sono altrettanto allettanti per gli investitori: le analisi più accreditate sottolineano come l’economia di Istanbul sia destinata a non fermare la propria corsa, anzi i tassi di aumento del pil resteranno vicini al 4% per almeno i prossimi tre, quattro anni.

Considerazioni tanto più importanti alla luce del fatto che l’Italia si è ormai consolidata come quarto partner commerciale turco: dopo aver toccato quota 16,7 miliardi di euro (di cui 10,2 miliardi di esport e 6,5 di import) tra il nostro Paese e la Turchia l’interscambio è ulteriormente cresciuto nel 2011: nella relativa classifica l’Italia si è collocata subito dopo Germania, Russia e Cina, ma prima degli Stati Uniti.

In questo quadro s’inserisce la reattività del sistema economico varesino rispetto alle prospettive di collaborazione con le imprese turche. Basti pensare che in un arco di tempo decennale, per la precisione nel periodo 2001/2010, l’export provinciale s’è incrementato di ben il 129%. Lo scorso anno poi il volume complessivo è stato pari a 161 milioni di euro, con una bilancia commerciale attiva per quasi 75 milioni di euro.

Ci sono insomma tutte le condizioni per fare della Turchia un partner sempre più rilevante per il Sistema Varese. Da qui il supporto della Camera di Commercio a una missione imprenditoriale che, all’inizio di maggio, si svolgerà nel Paese a cavallo tra Europa e Asia. Una missione promossa dai Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico in collaborazione con Confindustria, Ice (agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese),Unioncamere e Associazione bancaria italiana.

Le adesioni devono essere fatte pervenire entro venerdì 23 marzo e per ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi all’Ufficio Internazionalizzazione della Camera di Commercio varesina (tel. 0332/295.313; e-mail:internazionalizzazione@va.camcom.it).  

Fonte: camcom.gov.it 

Il Made in Italy è senza rivali

di Alessia CASIRAGHI

Sarà per la buona tavola, sarà per il nettare di Bacco fra i migliori (e più amati) al mondo, sarà per l’impegno delle aziende nell’innovazione tecnologica e nel settore green, senza dimenticare il ruolo chiave giocato dal fashionbiz. Quello che è certo è che l’Export in Italia continua a crescere. Il made in Italy seduce il mondo.

A rivelarlo un’indagine condotta dall’Istat, che ha registrato una crescita del +2,3% nel solo 2011. Tra settembre e novembre dello scorso anno infatti le esportazioni sono cresciute dell’1% rispetto al trimestre precedente, con maggiore impulso sempre sui mercati Extra Ue (+1,4%).

I dati rilevati a novembre 2011 per esempio, registrano per l’export un aumento del 3.1 % dei paesi Ue e dell’ 11.3% degli Stati Extra Ue. Tra gennaio e novembre 2011 il tasso di crescita tendenziale è stato dell’11.9%.

Ma qual è stato il prodotto più venduto? Prendendo come campione sempre il mese di novembre del 2011, i prodotti più richiesti sono quelli in metallo e gli apparecchi elettronici e ottici, pronti a emigrare verso Svizzera, Stati Uniti, Germania e Turchia.

Segnali positivi, anche se con minore incidenza, si registrano anche nel campo delle importazioni. Per l’Import infatti l’aumento è dello 0,5%, differenziato tra il -2,1% per i Paesi all’interno della Comunità Europea, e il +3,9% per quelli extra Ue. Nel periodo gennaio-novembre 2011 il valore complessivo raggiunto in materia di import si è fermato al +10,6%.

I settori più esposti all’importazione riguardano i prodotti energetici, con un aumento nel 2011 del +17,2%) e i beni di consumo non durevoli (+8%).

Anno positivo per automazione e robotica

di Vera MORETTI

Le buone nuove ricevute dal settore dell’industria specializzata nella costruzione di macchine utensili, robot e automazione, che parlavano di un resoconto positivo per il bimestre 2010-2011, potrebbero non essere più tanto brillanti in vista delle previsioni per l’anno prossimo, quanto la crisi dovrebbe farsi sentire.

E’ quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, che, dopo aver fatto sapere che, nell’anno in corso, la produzione italiana di settore è cresciuta a 5.019 milioni di euro, segnando un incremento del 19,6% rispetto all’anno precedente, non prevede lo stesso trend positivo anche per il 2012. E questo nonostante l’ottima performance delle esportazioni che, cresciute del 29,3%, hanno raggiunto quota 3.367 milioni di euro.

Ha dato buoni frutti l’export italiano di macchine utensili verso Cina, Germania, Stati Uniti, Brasile, Francia, India, Russia, Turchia, Polonia, Spagna.
Le vendite sono cresciute notevolmente in Germania, con un +62,9% che ha fruttato 228 milioni, ma anche negli Stati Uniti gli affari sono andati bene, con un +99,4 e 170 milioni di euro davvero sorprendenti. Considerando i segnali più che soddisfacenti provenienti anche da paesi come Brasile (+84,1%) a 115 milioni, Francia (+23,2%) a 105 milioni, India (+19,7%), Russia (+15%), Turchia (+85,1%); Polonia (+55,3%), Spagna (+14%), l‘anno si conclude con un bilancio molto positivo, ma, ahimè, non ottimistico rispetto al futuro. E questo non a causa dell‘indice negativo, -0,4%, della Cina, anche perché, benché in controtendenza rispetto ad altri mercati, ha fruttato all‘Italia 240 milioni di euro.

Il mercato interno non può certo vantare le stese cifre, poiché la crescita si è fermata all’11,9% e 2.761 milioni di euro, valore che denota la debolezza della domanda espressa dagli utilizzatori italiani. Il modesto incremento della domanda interna si riflette nella timida ripresa delle consegne dei costruttori sul mercato interno che, cresciute del 3,8%, non sono andate oltre quota 1.652 milioni.

Meglio le importazioni, con un +26,7% dignitoso, ma con un valore assoluto che non va oltre i 1.100 milioni, ma si tratta di dati prevedibili, dal momento che dall’analisi relativa al periodo 2008-2011, emerge che la quota di import su consumo cresce meno di un punto percentuale, passando da 39,9% a 40,2%.
Al contrario, il rapporto export su produzione ha guadagnato dieci punti percentuali, passando dal 57% del 2008 al 67,1% del 2011. Questi dati dimostrano la capacità dei costruttori di mantenere il presidio del mercato interno pur intensificando, in modo deciso, l’attività sull’oltre confine.

Ma veniamo alle previsioni per l’anno prossimo: anche se positiva, la crescita subirà un considerevole rallentamento, in particolar modo la produzione, che si dovrebbe assestare sui 5.190 milioni di euro. L’export crescerà del 4,8%, a 3.530 milioni di euro, mentre il mercato interno frenerà la sua corsa: i consumi saliranno a 2.820 milioni di euro, il 2,1% in più rispetto al 2011. Stazionarie le consegne dei costruttori sul fronte domestico che si fermeranno a 1.660 milioni di euro (+0,5%).

Per affrontare questa situazione, i costruttori stanno già prendendo provvedimenti, intensificando la quota di produzione destinata all’estero, che arriverà a 68%.