Bando per le imprese turistiche laziali

In Lazio è stato pubblicato un bando rivolto alle pmi che operano nel settore turistico, in particolare volto ad incentivare le assunzioni con contratto di apprendistato.

Il finanziamento, erogato dalla Regione, si rivolge alle imprese del territorio disposte ad assumere apprendisti che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età al fine di ottenere la qualifica professionale di operatore della ristorazione e operatore ai servizi di promozione e accoglienza.

Le imprese turistiche che parteciperanno al bando dovranno anche garantire la presenza di un tutor o un referente interni all’azienda e disposti a seguire gli apprendisti e trasferire loro le competenze necessarie per ottenere la qualifica sopra descritta.

Le domande per la richiesta degli incentivi vanno presentate entro il 23 marzo 2013 presso la sede della Direzione Regionale Politiche per il Lavoro e Sistemi per l’Orientamento e la Formazione della Regione Lazio.

Vera MORETTI

Il settore del turismo produce posti di lavoro, anche con la crisi

Sono interessanti i dati che emergono dal III Rapporto dell’Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo pubblicato dall’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo.

Salta all’occhio, ad esempio, il numero degli occupati che, in Italia, opera nel settore: si tratta di oltre 954 mila persone, nel 2011, tra lavoratori a tempo pieno ed a tempo parziale.
Di questi quasi il 60% sono donne, mentre l’età media è di appena 36 anni.
Ciò significa che quasi il 5% della forza lavoro dipendente del nostro Paese si occupa di turismo.

Tra questi, il 59% degli occupati risulta assunto a tempo pieno mentre gli stranieri rappresentano il 24% della forza lavoro.
Il numero delle aziende turistiche con lavoratori dipendenti è pari a 170.222 (media annua), di queste 24.653 appartengono al comparto ricettivo, 138.627 ai pubblici esercizi, 6.431 all’intermediazione, 304 al comparto termale e 207 ai parchi di divertimento.

Tra le prime cinque regioni italiane per numero di dipendenti nel turismo c’è la Lombardia con 170.107 lavoratori, seguita da Emilia Romagna con 100.295, Veneto con 96.733, Lazio con 94.076 e Toscana che ne registra 73.297.

Per quanto riguarda le province, la prima, per numero di occupati, è Milano, con 93.703 lavoratori dipendenti. Al secondo posto c’è Roma con 76.398 dipendenti. Terza è la provincia di Napoli con 31.706 lavoratori, quarta la provincia di Venezia che ha registrato 28.105 dipendenti e quinta la provincia di Bolzano con 26.211 dipendenti.
E tutte hanno registrato un aumento degli occupati nell’ultimo anno.

Vera MORETTI

Il turismo è sempre più rosa

Da un’indagine condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza è emerso che le imprese che operano nel turismo sono sempre più rosa.
Più di 1 impresa su 3 legata all’incoming e all’outgoing, è guidata da una donna.

Inoltre, le imprese femminili del settore hanno dimostrato di soffrire meno la crisi, soprattutto se si tratta di ristorazione, che ha registrato un +1,9% annuale, ma bene sono andate anche le agenzie di viaggio e i tour operator (+1,3%).
Le percentuali vedono il 39,8% di agenzie di viaggio e il 33% di ristoranti e affini guidati da donne.

In Lombardia, nel particolare, 1 impresa su 3 legata all’incoming e all’outgoing, è guidata da una donna. Il comparto rappresenta una specificità di genere: in media le imprese femminili in Lombardia sono 1 su 5, nonostante la crisi.
In questo caso, meglio la ristorazione (le imprese rosa fanno registrare in un anno +2%) dei servizi di agenzie viaggio e tour operator (+ 1,6%, meglio della media del settore che si ferma a -0,2%).
Anche in Lombardia le agenzie turistiche “tirano” di più, con il 36,1% guidate da donne, contro il 32% di imprese dedicate a ristorazione e alloggi.

Mina Pirovano, Presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza, ha dichiarato: “Il turismo si conferma un settore traino delle imprese rosa, in tenuta anche nell’ultimo anno a dispetto delle difficoltà economiche. Occorre ripartire proprio facendo leva da queste specificità al femminile, sfruttando le doti imprenditoriali tipiche delle donne come la flessibilità e la creatività che si applicano in tutti i settori, ed in particolare in quelli, come il turismo, dove l’orientamento al cliente fa la differenza”.

Vera MORETTI

BIT 2013: il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo

 

Cala il sipario sulla 33esima edizione della Bit, la Borsa Internazionale del Turismo, conclusasi a Milano il 17 febbraio 2013. Molti sono stati gli interventi e le proposte avanzate dai professionisti del settore; tra questi, quella di maggiore rilievo è stato senza dubbio alcuno il Piano Strategico per lo Sviluppo del Turismo presentato nel corso dell’evento dal ministro per gli Affari Regionali del Turismo e dello Sport Piero Gnudi. 

L’obiettivo primo dell’ambizioso progetto consiste nell’arricchire il Pil italiano di 30 miliardi entro il 2020, creando 500mila nuovi posti di lavoro attraverso una strategia unitaria che suggerisce un totale di 61 azioni indispensabili nel restituire al turismo italiano il ruolo di leadership e competitività da sempre ricoperto ma perso negli ultimi anni. 

Nonostante siano indiscusse l’inimitabile ricchezza culturale e l’impareggiabile risorsa turistica di cui l’Italia gode, il Paese non può vivere di rendita, anzi, è indispensabile un repentino cambiamento culturale per arrivare a considerare il turismo come una grande opportunità.  Come fare? Ponendo innanzitutto il settore al vertice dell’agenda governativa. Ma questo non basta.

Il Piano strategico analizza la situazione del territorio, sottolineando come negli ultimi anni il turismo italiano abbia perso quote di mercato, scendendo dal primo posto a livello europeo (anni ’80 e ’90) al terzo, dietro a Spagna e Francia. Questa perdita di posizione è dovuta soprattutto alla difficoltà del Belpaese di attrarre investimenti internazionali con il risultato di infrastrutture insufficienti, scarsa formazione delle risorse umane, incapacità di costruire nuovi prodotti turistici, debolezza e frammentazione nella governance di settore. 

Secondo lo studio presentato, l’Italia presenta una forte asimmetria: se le prime cinque regioni hanno generato il 91% della crescita nel periodo 2000-2010, quelle del Sud pesano solamente per il 12% del totale, generando nel decennio sopracitato appena il 5% della crescita totale italiana. Non è dunque un caso se una delle sette linee guida suggerite dal Piano per valorizzare il Sud prevede la creazione di due grandi poli del turismo (sul modello della Costa Smeralda) nella parte meridionale del Paese, con l’intento di attrarre investimenti privati. 

Ad ogni modo, le linee guida presentate saranno la base su cui articolare le 61 azioni specifiche: il rafforzamento del ruolo del ministero del Turismo, il rilancio dell’Enit, il miglioramento dell’offerta che, oltre ai poli del Sud, include anche la creazione di 30-40 nuovi poli turistici rivolti ai segmenti di fascia alta e ai Bric, la riqualificazione delle strutture ricettive, un intervento sul piano aeroporti e collegamenti intermodali, la riqualificazione della formazione turistica e il rilancio delle professioni e, ultimo ma non ultimo, un piano che stimoli gli investimenti internazionali tramite l’erogazione di incentivi fiscali e la drastica riduzione della burocrazia.  

Si tratta dunque di un progetto piuttosto articolato e ambizioso che, a detta del ministro Gnudi, dovrà avvalersi di una task force dedicata che dipenderà direttamente dal ministro del Turismo. 

Nel caso in cui venisse realizzato entro il 2020, il Piano potrebbe portare il contributo del settore turistico al Pil nazionale dai 134 miliardi attuali a 164 miliardi, incrementando i ricavi dell’incoming dall’estero (da 44 a 74 miliardi), mantenendo stabili a 90 miliardi quelli legati al turismo domestico.

Speriamo bene; avremmo tutti bisogno di una bella vacanza made in Italy.

Giulia DONDONI

A Verona, premiate le strutture ricettive di qualità

Il Veneto punta sul turismo e lo fa attraverso l’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Verona, in collaborazione con le associazioni provinciali di settore e con Isnart, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, che prevede l’assegnazione, per l’anno 2013, di un marchio di qualità per le Imprese Ricettive denominato Ospitalità Italiana come elemento distintivo “a garanzia della qualità del servizio”.

Possono concorrere alla selezione le strutture che operano nella provincia di Verona ed iscritte nel Registro Imprese, in regola con il pagamento del diritto annuale e con le disposizioni normative vigenti.

L’ammissione alla selezione avverrà considerando l’ordine cronologico ma anche la verifica del possesso dei requisiti necessari.
Le strutture verranno visitate senza preavviso da esperti selezionati da un ente terzo, che provvederanno a compilare una scheda di valutazione.

La Camera di Commercio provvederà poi a consegnare l’attestazione relativa al conseguimento del marchio Ospitalità Italiana nel corso di un’apposita cerimonia dove verranno consegnati attestati e vetrofanie e tutto quanto potrà adeguatamente segnalare il marchio Ospitalità Italiana.

Gli operatori selezionati vedranno la propria struttura inserita gratuitamente nel sito Internet 10q.it, nel sito camerale Vr.camcom.it e attraverso varie iniziative promozionali.

La domanda di ammissione, sottoscritta dal legale rappresentante, dovrà pervenire entro il 1° marzo 2013 attraverso PEC o fax all’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Camera di Commercio.

Vera MORETTI

Resistere: la parola d’ordine per le imprese del turismo

 

Davide PASSONI

Turismo italiano uguale sole, mare, accoglienza. Terminata BIT 2013, e appurato che la Borsa del travel italiano è ancora oggetto di attenzione da parte di visitatori e buyer, soprattutto stranieri (i dati parlano di 600 top buyer provenienti da 50 paesi, + 25% rispetto alle passate edizioni; più di 2.000 seller italiani), in che modo i piccoli imprenditori del settore possono contrastare la crisi che c’è e si fa sentire?

L’ISNART è l’Istituto nazionale di ricerche sul turismo del sistema delle Camere di commercio italiane che, riportiamo fedelmente, “realizza studi e pubblicazioni sul turismo, indagini, rilevazioni e progetti di fattibilità, elaborazione dati, costituzione e forniture di banche dati ed Osservatori, svolgimento di attività editoriali e di promozione e diffusione con ogni mezzo dei propri servizi, organizzazione di convegni, seminari e dibattiti in ambito turistico”.

Con il Presidente Maurizio Maddaloni, 58 anni napoletano, laureato in Giurisprudenza, già operatore turistico del settore incoming che ha ricoperto numerosi incarichi nel settore, tra i quali presidente di Promuovi Italia, consigliere dell’Enit e che oggi è presidente della Camera di Commercio di Napoli, presidente di Unioncamere Campania, numero uno di Confcommercio Campania (a livello nazionale è stato vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e attualmente siede nel Consiglio generale della FIAVET, la federazione nazionale degli agenti di viaggio di cui è presidente onorario della Campania), abbiamo misurato la temperatura del sistema turismo nel Belpaese, controllando lo stato di salute delle sue piccole imprese. Il referto? Non troppo buono…

Quali prospettive sono emerse dall’ultima Bit relativamente al settore turistico italiano?
L’appuntamento fieristico è stato innanzitutto una conferma della crisi ancora in atto nella nostra economia e nel turismo in particolare. Secondo una recente indagine del nostro istituto, il 64 per cento delle imprese turistiche non effettuerà investimenti nel 2013. Il turismo interno soffre notevolmente il peso delle manovre fiscali. Le nuove tasse incidono sui consumi turistici e i periodi di vacanza tendono a diminuire.

Si tratta di un settore che soffre di molti mali. Quali i più gravi?
Il crollo della domanda interna e la zavorra della burocrazia che impedisce nuovi investimenti. Poi c’è ancora da decidere come e chi fa promozione dell’Italia. E’ stato uno dei principali interrogativi anche durante i giorni della Bit quando il ministro Gnudi ha presentato il piano strategico per il 2020. Bisognerà puntare, con il prossimo esecutivo nazionale, ad un modello di governance condivisa tra Stato e sistema delle Regioni.

Quali sono gli “anticorpi” su cui può contare per guarire?
Serve un passo diverso nelle politiche di promozione e un forte rafforzamento del nostro sistema di offerta. E’necessario puntare su una radicale semplificazione delle procedure amministrative per le imprese che vogliono investire nel turismo in Italia e, naturalmente, una netta riduzione della pressione fiscale.

In Italia la ricettività turistica è sinonimo, per la maggior parte dei casi, di impresa familiare? Vantaggio o svantaggio? Perché?
Il nanismo imprenditoriale è una caratteristica strutturale della nostra imprenditoria turistica. Incentivare le reti d’impresa e quindi la possibilità di consorziare una serie di attività da svolgere sul territorio, può essere una strategia vincente. Fare rete e puntare sulla certificazione di qualità, sono le direttrici obbligatorie da seguire per vincere la concorrenza dei mercati internazionali, basata sull’offerta di strutture e servizi con standard molto elevati.

Per molte imprese italiane il 2013 sarà un anno decisivo: scampare o morire? Anche nel turismo siamo arrivati a tanto?
Il turismo è una cartina di tornasole infallibile per misurare lo stato di salute della nostra economia. In più soffre della concorrenza spietata dei mercati internazionali. C’è da aspettare almeno la seconda metà del 2013 per iniziare ad intravedere un po’ di luce proveniente dal tunnel della recessione. Resistere, per molte imprese, significa non abbassare gli standard di qualità e investire innanzitutto sulle risorse umane e sulla capacità, tutta italiana, di fare dell’accoglienza un valore aggiunto fondamentale e decisivo.

Che cosa dovrebbe fare il prossimo governo, a suo parere, per rilanciare l’impresa turistica italiana?
Abbassare la pressione fiscale su imprese e famiglie, innovare l’offerta per renderla appetibile ad un turista con minore capacità di spesa, dare un ruolo più forte alla politica nazionale per rafforzare il comparto del turismo. Appena qualche giorno fa abbiamo concluso un’indagine su “Quale politica per il turismo dal nuovo governo nazionale” attraverso 1615 interviste complete. Operatori e imprenditori intervistati ritengono, nel 60,2% dei casi, che è necessario un rapido intervento del governo nazionale sul fronte della riduzione della pressione fiscale sulle imprese mentre per un altro 36% il nuovo governo dovrebbe innanzitutto ridurre le tasse sulle famiglie.

“Turismo, non facciamo fuggire gli imprenditori”

di Davide PASSONI

Quella di Confimprese Turismo Italia non è una delle voci che, nel panorama dell’impresa turistica italiana, ama farsi sentire con proclami altisonanti che rimangono poi lettera morta, come altri invece fanno. Ecco perché, allora, la presa di posizione del suo presidente, Giuseppe Sarnella, in occasione della Bit 2013 va considerata con attenzione.

Confimprese Italia è un “sistema plurale” a cui appartengono oltre 60mila imprese e professionisti. Si propone di rappresentare e tutelare gli interessi dei retailer moderni e di dialogare con le istituzioni – siano esse comunitarie, nazionali o regionali – per favorire la progressiva liberalizzazione dei mercati e sviluppare reti di vendita e marchi.

Su queste basi e con questa mission, Sarnella è stato chiaro: “È necessario – ha detto durante la Borsa Internazionale del Turismomonitorare il mercato turistico. Dobbiamo renderci conto di cosa accade intorno a noi e fare di tutto per lo sviluppo del territorio. Siamo un Paese che costringe imprenditori come l’Aga Khan, Briatore e molti altri a lasciare l’Italia, dopo aver contribuito a far crescere la nostra economia. E questo non deve accadere. Riportiamo in Italia le nostre eccellenze e puntiamo sul turismo italiano“.

Un messaggio e un auspicio che vogliono partire da quanto di unico offre il territorio italiano. “Dobbiamo valorizzare i nostri mari, le nostre coste, le isole – ha affermato Sarnella. Abbiamo isole fantastiche, tra le più belle al mondo, ma alcune di loro vengono usate soltanto come terreno di inconvenienti diplomatici. È importante, inoltre, rilanciare il termalismo, puntando sulle eccellenze del territorio e sulla qualità delle nostre acque, uniche nel loro genere e presenti solo in Italia e in Giappone. È da qui che dobbiamo ripartire per un reale sviluppo del territorio e del comparto turistico italiano“.

Come detto in apertura, Confimprese Turismo Italia è nota per non lasciare cadere nel vuoto appelli e iniziative. Per il bene delle imprese turistiche italiane e degli imprenditori che le animano, ci auguriamo che anche questa volta sarà così.