The Apprentice, il posto fisso si vince in tv

Ah, la crisi… Che cosa non si farebbe in un momento come questo per un posto di lavoro? Se poi questo posto garantisce anche uno stipendio a 6 cifre, abbiamo fatto tombola. Che cosa non si farebbe? Per esempio, si andrebbe in televisione.

Arriva infatti in Italia The Apprentice, il talent show portato al successo negli Usa da Donald Trump e che ha spopolato in Gran Bretagna e in più di 30 Paesi.

The Apprentice Italia andrà in onda su Cielo e vedrà 12 candidati, in cerca di una vera opportunità professionale, sfidarsi ogni settimana in sempre nuove prove di resistenza, intraprendenza e talento. Saranno guidati da uno spietato super Boss del business (ancora top secret…) che li consiglierà, li giudicherà, li premierà o li licenzierà finché ne rimarrà uno solo. Non sarà una gara, ma una vera e propria impresa, per dimostrare di meritarsi un favoloso stipendio a 6 cifre e un ruolo al top dell’azienda del Boss. Dedicato ai nuovi talenti del business.

Cielo sta selezionando i candidati in questi giorni: basta inviare il proprio CV, una foto e una lettera motivazionale a theapprentice.selezioni@fmproduzione.net.

Perché per battere la crisi, ci vuole anche talento…

Canone alle aziende, la Rai fa dietro front

È della scorsa settimana la notizia che anche le aziende avrebbero dovuto pagare il canone Rai 2012 perché proprietari di pc, smartphone, tablet e apparecchi che potrebbero permettere la visione e diffusione di programmi televisivi, anche se effettivamente le aziende non erano in possesso di televisiori sul luogo di lavoro.

Nemmeno a dirlo la notizia ha subito fatto scalpore suscitando proteste e reazioni da parte delle associazioni dei consumatori di categoria e del popolo della rete. Bene, la buona notizia è che, di fronte al polverone sollevato, la Rai ha deciso di far dietro front. Alleluja.

Oltre alle formali interrogazioni parlamentari per fare chiarezza sulla situazione e per chiarire la portata e i limiti della norma del canone vigente dal 1938, ieri i vertici Rai si sono incontrati presso il ministero dello Sviluppo, a seguito del quale è stata diramata una nota ufficiale, nella quale è possibile leggere che “La Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer“.

Ancora, si fa presente che questa decisione “limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (Bbc) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone”.

A conti fatti e stando a questo aggiornamento, la norma che regola l’applicazione della tassa sul possesso di apparecchi radiotelevisi – banalmente detta “Canone Rai” – verrà quindi interpretata in senso restrittivo. Non si pagherà per il mero possesso di un pc o di uno smartphone ma solo nel caso nell’ufficio sia presente almeno un monitor – ad esempio – atto a ricevere il segnale tv e utilizzato con funzione di tv.

Non è ancora chiaro se verranno inviate nuove lettere per spiegare la situazione e mettere in chiaro la questione o se semplicemente le missive già inviate decadranno automaticamente.

Laura LESEVRE