Credito: aumenta il divario tra nord e sud

Stando ai dati rilevati dall’ufficio studi di Confartigianato, l’accesso al credito sarebbe più facile nelle regioni del nord. Dei 172.451 milioni di euro erogati ad aprile 2011 dagli istituti di credito alle imprese con meno di 20 addetti, buona parte infatti è andata ad aziende del nord Italia.

E’ la Calabria a registrare la media più bassa di erogazione di credito. Tra giugno 2010 e aprile 2011 gli imprenditori calabresi hanno ricevuto l’1,5% in meno di credito. Record negativo per la provincia di Avellino, dove il volume dei prestiti alle piccole imprese è diminuito del 7,2%. Opposta è la situazione in Liguria dove i finanziamenti sono aumentati del 4%.

La quota media nazionale del 19% del credito per le aziende con meno di 20 addetti sul totale dei finanziamenti alle imprese, si stacca nettamente il Trentino Alto Adige con una quota del 35,8%. All’altro capo della classifica, la regione e le province dove le piccole imprese hanno ricevuto una quota minore di finanziamenti rispetto al totale del credito erogato a livello provinciale sono il Lazio (8,6%) e Milano (5,5%) e Roma (6,3%).

L’Emilia Romagna è la regione più amica delle imprenditrici. La Campania un po’ meno…

Durante la XII Convention di Donne e Impresa svoltasi gli scorsi 20 e 21 ottobre al Centro Congressi Capranica, l’Osservatorio Confartigianato sull’imprenditoria femminile artigiana in Italia ha presentato un’interessante ricerca realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato relativamente alle regioni più attente ai bisogni delle donne.

Secondo la ricerca, la palma di regione “amica”  spetta all’Emilia Romagna, che sembrerebbe essere la regione che offre alle donne le condizioni migliori per lavorare, fare impresa e conciliare le esigenze professionali con quelle di cura della famiglia, a seguire le Provincie autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e l’Umbria. L’Osservatorio di Confartigianato ha misurato la capacità di ciascuna regione italiana di mettere a disposizione delle donne l’habitat ideale per accedere al mercato del lavoro, sulla base di 41 indicatori raggruppati in 5 ambiti: imprenditoria femminile, mercato del lavoro femminile, istruzione e capitale umano, servizi di welfare e tempi di arrivo al lavoro e accessibilità ad alcuni servizi pubblici.

Le regioni più “ostili” all’imprenditoria femminile sembrerebbero essere la Campania, dove si registrano le condizioni meno favorevoli al lavoro femminile, seguita da Puglia, Sicilia, Calabria e Basilicata.

Secondo i dati, nel 2009 il tasso di inattività delle donne in Italia è stato pari al 48,9%, oltre 13 punti superiore al 35,7% registrato nell’Europa a 27. Un risultato che riporta il bel paese indietro di un ventennio, considerato il fatto che il dato è uguale a quello registrato nel 1987 dai paesi dell’allora Comunità europea.

Nino Ragosta

I buoni risultati di PMI Meccanica Vicenza

Buone notizie per le imprese vicentine: solo nel primo trimestre del 2010 il loro fatturato è aumentato del 5% tendenziale che, nel caso della meccanica, sale a +8,8%.

Parliamo di un dato che,  sebbene non compensi le diminuzioni percentuali dei fatturati dei due anni precedenti, è comunque il migliore risultato nel complessivo veneto.

A fornire questi dati è l’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza.

Solo di recente, i metalmeccanici del Mandamento di Vicenza della Confartigianato provinciale, coordinati dal presidente mandamentale Ezio Zerbato e dal presidente provinciale della categoria Antonio Marcon, hanno fatto il punto sull’attuale situazione economica.

Il dato vicentino si conferma con un contenuto calo delle aziende su base tendenziale dell’1,1% (contro l’1,3% regionale) e una significativa diminuzione delle cessazioni (-15%) rispetto al 2009, mentre per l’occupazione si dimezza la media del calo, sia a livello locale che regionale (-2,5%).

Ha ricordato il presidente Marcon:

“Per il 2010, anche in base ai dati Unioncamere, i segnali che giungono fanno ritenere archiviata la fase di recessione e, secondo le stime più recenti, il Veneto registrerà una crescita del PIL pari all’1,2%, lievemente superiore a quella del resto del Nordest e del Paese. Buono anche il recupero delle esportazioni, previste in rialzo del +6,7%. Piu’ debole invece la spesa per i consumi delle famiglie venete (+0,3%) ma con il manifatturiero a trainare la ripresa (+4%)”.

Paola Perfetti