Unimpresa: 4 aziende su 5 in ritardo per adempimenti fiscali

 

Sono numeri preoccupanti quelli snocciolati ieri da Unimpresa sul ritardo delle aziende sui versamenti effettuati con il modello F24 predisposto dall’agenzia delle Entrate, ma erano largamente prevedibili… Secondo l’organizzazione nata nel 2003 che e costituisce il sistema di rappresentanza delle micro, piccole e medie imprese, «l’81,3% delle imprese associate non ha rispettato i termini di legge previsti per il versamento di tasse e contributi previdenziali all’amministrazione dello Stato. L’introduzione del meccanismo della rateizzazione precompilata delle cartelle esattoriali, annunciata da Equitalia a partire dal 2015, fa sì che l’ente della riscossione si comporti in maniera non troppo diversa da un intermediario del credito».

«Così agendo, l’amministrazione dello Stato, di fatto – si specifica nella nota dell’organizzazione presieduta da Paolo Longobardi – prende atto che, a motivo della recessione o di situazioni individuali critiche e sempre piu’ diffuse, sia le famiglie sia le imprese non riescono ad adempiere correttamente agli obblighi e alle scadenze fiscali. La soluzione proposta e’ quindi un piano preconfezionato di pagamenti a rate, dando quasi per scontato che una buona fetta dei contribuenti non riuscira’ a saldare il conto in un’unica soluzione. Dilazionando i versamenti, tuttavia, i contribuenti non solo non cancellano il debito con il fisco, ma dovranno pagare anche gli interessi».

Secondo il presidente Longobardi «per la maggior parte delle imprese lo sforamento dei termini è una scelta obbligata: spesso si sceglie di lasciare i modelli F24 nel cassetto per avere la certezza di poter pagare gli stipendi».

JM

Battaglia: “Togliere l’Imu è solo un’operazione di facciata”

In questa nostra settimana dedicata al caos Imu, successivo al decreto del Consiglio dei Ministri datato 30 novembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale – prima la seconda rata a carico dei cittadini, poi la clausola di salvaguardia – abbiamo incontrato il segretario generale di Unimpresa, Sergio Battaglia.

Dott. Battaglia, come siete arrivati alla percezione del disastro che potrebbe consumarsi nei Caf per il calcolo della seconda rata dell’Imu? 
La confusione nei Caf in questo periodo è a livelli altissimi, non pochi comuni non hanno ancora fatto il bilancio di previsione per il prossimo esercizio, quindi è un problema di ricalcolo del conguaglio dell’Imu che è stata pagata a suo tempo.
L’ingorgo fiscale di questo ultimo periodo, con numerosissime scadenze ravvicinate, è frutto di un regime fiscale che nel nostro paese non è chiaro e trasparente.

Come riusciremo ad uscire dall’impasse?
Qualcuno recentemente ha evocato, giustamente, il modello fiscale statunitense, dove c’è un rimborso praticamente totale di ogni spesa documentata del contribuente. Con l’odierna metodologia non si capisce dove si voglia arrivare, saremo sempre in questa situazione se manterremo questo regime fiscale. Per esempio oggi sappiamo nomi e cognomi dei grandi evasori che però riescono sempre a cavarsela con sconti decisamente sensibili a fronte di evasioni accertate di milioni di euro, questo non è più sostenibile. Il sistema fiscale italiano andrebbe completamente rinnovato.

Voi avrete di certo testato l’umore dei vostri associati riguardo il periodo di perenne incertezza fiscale…
Tra i nostri associati prevale, ovviamente, lo sconforto e in molti casi anche la rassegnazione. Quel poco di credito che viene dispensato dalle banche, viene chiesto semplicemente per riuscire a sopravvivere pagando le tasse. Le fantomatiche misure per la crescita non si vedono neppure lontanamente e le piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale del nostro Paese, arrancano e chiudono in continuazione. Il clima non può che essere di rassegnazione…

Tornando sulla questione Imu: evitato il rincaro della benzina, scattano gli aumenti degli acconti Ires-Irap (per le aziende) e le accise (gas, energia e alcolici). Il gioco dell’Imu vale la candela?
Eliminare la seconda rata dell’imposta sulla prima casa, per aggiungere altre impostazioni, aggravando addirittura il saldo della pressione fiscale, è la dimostrazione di come l’operazione sia stata solo una mossa di facciata…

Jacopo MARCHESANO