15 candeline per Banca Etica

Compie 15 anni Banca Etica, che da quando è stata fondata ha erogato finanziamenti a tassi vantaggiosi ad imprese e famiglie per un totale di 1,8 miliardi.

Questo dato è emerso a seguito di una ricerca condotta da ALTIS-Università Cattolica di Milano, preparata proprio per il compleanno di Banca Etica.
L’istituto di credito si è distinto negli anni proprio per la concessione di finanziamenti a imprese, famiglie ed anche enti non profit e ha ottenuto una crescente fiducia da parte dei propri clienti.

I festeggiamenti per questo importante traguardo sono avvenuti a Roma, alla Camera dei Deputati, dove si è rimarcato anche il costante impegno dell’istituto di credito nel sociale.
All’evento hanno partecipato alcune fra le importanti autorità italiane fra cui il ministro per le Politiche Regionali Maria Carmela Lanzetta, l’ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini e la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli che ha portato i saluti anche del presidente Piero Grasso.

Queste le parole di Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, intervenuto per l’occasione: “Quindici anni fa in pochi credevano che una Banca Etica potesse stare sul mercato, oggi abbiamo dimostrato che la finanza etica funziona ed è capace di veicolare una risorsa strategica come il risparmio di cittadini e organizzazioni verso la promozione del bene comune. Oggi non solo siamo una banca solida, ma anche in continuo sviluppo e pronta ad aprirsi a una dimensione europea: nel 2014 apriremo la prima Filiale in Spagna, a Bilbao“.

Lo studio di ALTIS-Università Cattolica di Milano ha sottolineato l’importanza degli investimenti di Banca Etica per il sostegno di progetti di pubblica utilità.
I finanziamenti a imprese e famiglie nell’ambito socio-sanitario, culturale, sportivo e ambientale hanno sicuramente portato benessere sociale e una visione diversa della finanza.

Il modello di Banca Etica funziona e per dirlo basta guardare i dati relativi alla crescente fiducia dei clienti che continuano ad affidarsi a questo istituto di credito per realizzare i propri progetti.
Grazie ai finanziamenti a tasso agevolato, infatti, le sofferenze bancarie di Banca Etica sono di molto al di sotto della media: 2% contro 7,7%.

Vera MORETTI

Business Attractiveness, come guardare all’estero

 

Puntare sull’estero per far crescere il proprio business: dai Bric (pardon Brics) ai Next 11, quali sono i Paesi su cui le piccole e medie imprese italiane devono puntare per far crescere il proprio giro d’affari?

In aiuto degli imprenditori oggi arriva Business Attractiveness (IBA), l’indicatore creato e sviluppato da Aice in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, che ha lo scopo di fornire alle aziende italiane, in particolare alle Pmi, uno strumento sintetico e di facile lettura per valutare nuove opportunità d’affari sui mercati internazionali, in particolare di carattere commerciale. A supportare l’iniziativa offrendo il proprio contributo è stata la Camera di Commercio di Milano.

In soldoni, si tratta di un indice che definisce le economie più aperte e più potenzialmente “ricettive” su cui le industrie del made in Italy possono decidere di puntare per allargare il proprio business.

Qualche esempio? I Paesi nell’occhio del ciclone, almeno secondo Business Attractiveness, sarebbero oggi Malaysia, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Thailandia, Australia, Qatar, Tunisia e Paesi dell’Europa Centro-Orientale.

La logica di base è quella di fornire uno strumento con cui fare una prima scrematura sulle destinazioni del proprio business – spiega Claudio Rotti, presidente di Aice e della Commissione Internazionalizzazione Commercio estero di Confcommercio – partendo dalla considerazione che l’impresa sia dotata di scarse risorse umane e finanziarie da dedicare allo sviluppo internazionale e che, quindi, non debba disperderle cercando di approcciare molti mercati contemporaneamente”.

I Brics, ad esempio sono Paesi oggettivamente interessanti, ma non è detto che siano adatti a tutte le aziende italiane che intendono internazionalizzarsi – prosegue Rotti. – L’Indicatore, quindi, è utile per individuare nuove potenziali destinazioni, la cui appetibilità ed affidabilità andrà poi verificata con la propria realtà settoriale”.

Veniamo alla classifica stilata da Business Attractiveness: nella prima classe di paesi più appetibili troviamo Singapore, a fianco di altri partner commerciali più tradizionali per l’Italia, come Germania, Francia, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito, Belgio Cina, Paesi Bassi, Svizzera. Il ranking non riserva poi grandi sorprese: dalla Cina, al settimo posto, seguono gli altri Paesi Brics che ricoprono però posizioni di rincalzo (20ma la Russia, 24ma l’India, 29mo il Brasile, 78mo il Sud Africa).

Le potenzialità più feconde per gli imprenditori italiani sembrano essere celate nella seconda, terza e quarta classe di Paesi:  Malaysia, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Thailandia, Australia, Qatar, Tunisia oltre a una interessante presenza dei Paesi dell’Europa Centro-Orientale.

E i dati dell’export italiano relativi ai primi 6 mesi del 2012 confermano solo in parte i risultati dell’Indicatore: Malaysia, Arabia Saudita, Polonia, Russia, Brasile, Tunisia, restano sui livelli dei primi sei mesi del 2011, forse ad indicare  che esistono potenzialità ancora non del tutto espresse per l’export del Made in Italy, mentre a fare il salto di qualità sono stati Paesi come Emirati Arabi Uniti, che segnano un +570 milioni di euro circa rispetto allo stesso periodo del 2011, e ancora Turchia con +300 milioni di euro, Australia (+146 milioni), Thailandia (+130 milioni), Qatar (+105 milioni).

L’export italiano ha subito un rallentamento verso la Spagna, dove l’export è passato da 10,4 a 9,5 miliardi di Euro, mentre a crescere è l’export verso il Regno Unito (+900 milioni). A dare un segnale allarmante è invece il calo delle esportazioni verso la Cina, che nel 2012 sono passate da 5 miliardi del 2011 ai 4,5 miliardi nei primi sei mesi del 2012.

Da un punto di vista generale le esportazioni italiane sono cresciute nel 2012 “a ulteriore conferma – conclude Rotti – che l’export è stato e continua ad essere l’unica componente dinamica della domanda e di conseguenza il principale fattore di tenuta dell’economia italiana”.

Alessia CASIRAGHI

Sarà anche semplificata, ma non piace…

di Davide PASSONI

In Italia, si sa, le cose semplici non piacciono. A nessun livello. Ecco perché, forse, è stato un boomerang affibiare alla nuova “Srl con 1 euro” l’aggettivo “semplificata”. Fatto sta che questa nuova forma societaria, che a noi di Infoiva aveva incuriosito molto una volta che era stata lanciata, pare non convincere.

Ci aveva incuriosito, dicevamo… Infatti, il focus della settimana appena trascorsa è stato proprio sulla Srls. E perché non convince? Se da un lato le camere di commercio la vedono come uno strumento utile per favorire l’imprenditoria giovanile (anche se già ne esistono altri, forse più efficaci), sono invece molto forti le perplessità dei commercialisti, docenti universitari, notai, consulenti del lavoro e altre categorie professionali. Il limite che un po’ tutti ci vedono? Va bene la costituzione della società, ma poi come fare affinché resti in piedi e abbia il credito necessario per poter operare?

Eppure non sono poche le persone che l’hanno aperta. Ecco perché non poteva mancare la voce di chi ha fondato la prima Srls a Milano.
Leggi l’intervista a Renato Mattioni, Segretario generale della Camera di commercio di Monza e Brianza

Leggi l’intervista a Maria Loreta Raso, dirigente dell’Area Anagrafe economica della Camera di Commercio di Torino

Leggi l’intervista ad Ahmad Choulak, fondatore della prima Srl semplificata del territorio milanese

Leggi l’intervista a Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale all’Università Cattolica di Milano

Leggi l’intervista a Lorella Villa, commercialista milanese

Save the date: a Pesaro il prossimo 26 gennaio si parlerà del “genio italico”

Il prossimo mercoledì 26 gennaio presso la sala della Fondazione Cassa di risparmio di Pesaro si terrà la serata dedicata a “Persone, comunità locali, mondo: per un risorgimento del genio italico”. Un serata in cui la Confartigianato di  Pesaro e Urbino si propone di creare e sviluppare relazioni di valore tra imprese e persone e costruire connessioni che facilitino legami di rete o di filiera tra imprenditori e tra persone: “La nostra esperienza ci conferma che solo così – si legge nel comunicato – si creano vere occasioni di riflessione, di confronto, di innovazione e di crescita nel contesto produttivo, economico e della stessa comunità sociale”. All’evento prenderà parte anche Mauro Magatti, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano. che dopo l’intervento introduttivo del presidente di Confartigianato provinciale Learco Bastianelli, approfondirà il rapporto tra imprese, famiglie e comunità locali, cercando di comprendere gli scenari futuri che si prospettano per le comunità locali italiane e il ruolo che le imprese e le persone potranno svolgere in questi nuovi scenari. I lavori saranno coordinati da Giuseppe Cinalli, segretario generale della Confartigianato provinciale.