Al via Scenari di Innovazione 2011/2012

Artex, Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana, in collaborazione con CNA Toscana, Confartigianato Imprese Toscana e con le stesse Associazioni di Categoria provinciali, realizzerà la 8° edizione di SCENARI DI INNOVAZIONE 2011/2012, un concorso di idee per l’innovazione di prodotto e sua comunicazione, orientato alle produzioni artigianali e la piccola e media impresa toscana e rivolto alle scuole e gli Istituti ed università italiane e straniere (da quest’anno) ad orientamento artistico e progettuale.

Il progetto riparte su iniziativa di Regione Toscana, confermandosi come un’occasione importante per favorire, da un lato, un legame sempre più stretto tra il mondo della produzione e le sorgenti culturali del territorio – istituti d’arte, licei artistici, università e dall’altro, come strumento per stimolare e promuovere concretamente l’innovazione di prodotto presso le produzioni locali.

Il tema scelto per questa edizione è la Natura Domestica, con l’intento di dare risposte a quelle che sono le necessità sociali e antropologiche di ritrovare e costruire nell’abitare domestico prospettive di vita più a misura d’uomo, armoniche con il mondo naturale. Tali necessità sottendono a dei mutamenti radicali ed evolutivi delle nostre società, non ancora pronte perchè impostate su modelli di sviluppo obsoleto e non più adeguato alle necessità umane. E Artex, certo non dimentica, di dover operare in un mercato in continuo cambiamento, per questo pone attenzione, sia sulle traformazioni dei mercati che su quelli della società stessa. In questa logica, Scenari d’Innovazione, richiede a docenti e studenti di interpretare tali esigenze.

In questo scenario 13 aziende della piccola e media impresa si confrontano con 30 tra licei e università italiane e straniere, su loro orientamenti produttivi, filosofie aziendali, indirizzi specifici progettuali in linea con il tema generale del concorso, per la realizzazione di prodotti o collezioni per i seguenti settori produttivi:

– Elettronica

– Ceramica per tavola e cucina

– Complementi di arredo in metallo e affini legno e altri materiali

– Imbottiti

– Tessitura e Tessuti in panno del Casentino

– Abbigliamento e accessori moda

– Gioielli

– Intaglio del legno

– Materiali lapidei

Un aspetto da evidenziare, del concorso Scenari di Innovazione, riguarda la partecipazione attiva da parte delle aziende, in particolare nel corso del progetto si va ad attivare un rapporto di scambio e collaborazione tra il mondo della produzione e quello della formazione. L’obiettivo principale è condividere saperi e strategie di sviluppo per l’innovazione utili per entrambi i settori. È così che si crea un laboratorio allargato in cui i soggetti coinvolti forniscono il proprio contributo con energia e passione; in particolare, gli imprenditori accolgono studenti e docenti.

Aziende, le lauree vincenti sono quelle di ingegneri ed economisti

Crisi economica e crisi del lavoro vanno di pari passo. E cosa resta ai giovani che terminati gli studi, sia liceo o università, si affacciano al mondo del lavoro? La preoccupazione, ovviamente.

Non sempre il cosiddetto “pezzo di carta” è un’assicurazione per il futuro, specialmente nel periodo di crisi in cui ci troviamo oggigiorno. E poi, fare la scelta giusta per avere le carte vincenti per il mercato del lavoro non è cosa da poco.

I rami più scelti oggi sono quello economico-sociale o ingegneristico nel caso delle lauree, che corrispondono a ben il 66% della domanda di laureati, sia con esperienze di lavoro alle spalle che giovani neo-laureati, e l’indirizzo amministrativo-commerciale o industriale nel caso dei diplomi, il 54% dei casi di assunzioni di diplomati.

Nel caso in cui si sia intrapreso un altro percorso oppure non si trovi lavoro una valida soluzione è quella di continuare gli studi attraverso percorsi di specializzazione, fare esperienze di stage e tirocini, dimostrare di avere capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia e di affrontare e risolvere i problemi, rendendo più “pratico” il CV.

Così ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello durante Job&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro presso la Fiera di Verona: “Dalla crisi si esce anche e soprattutto investendo sui giovani, sulla loro straordinaria capacità di innovazione. Ecco perché è ancora più importante in questo momento che ci sia uno stretto raccordo tra le Camere di commercio e il sistema della formazione, per favorire la diffusione tra i nostri ragazzi della cultura di impresa e fare in modo che abbiano esperienze di lavoro anche durante gli studi”.

Clicca qui per scaricare la ricerca Unioncamere

Giulia Dondoni

Prestiti per lo studio, è boom

Oltre 40mila italiani nell’ultimo anno hanno chiesto un prestito per pagare i propri studi o quelli dei figli. Il dato è stato diffuso da Prestiti.it, portale specializzato in finanziamenti personali. Secondo l’analisi del sito, ciò che spinge queste persone a puntare sulla formazione è la volontà di vincere lo spettro della disoccupazione, che le porta così a chiedere somme ingenti per l’università dei figli, per corsi di formazione post laurea oppure per finanziarsi la vita da “studente fuori sede”.

L’età media dei richiedenti un prestito è di 38 anni – considerato che il calcolo comprende sia gli studenti che i loro genitori – mentre la somma richiesta si aggira intorno ai 10.500 euro, da rimborsare in circa quattro anni. Tra queste richieste, quelle effettuate da giovani studenti sono oltre il 15%, tra i quali l’età media scende a 25 anni e la somma richiesta è di circa 9.500 euro.

A preoccuparsi della formazione sono soprattutto le donne: se si solito sono gli uomini che richiedono un prestito, la percentuale di donne che li richiede per motivi di studio aumenta del 14% rispetto alla media, passando dal 24% al 38% delle richieste totali. Le regioni italiane hanno una generale uniformità di comportamento, mentre ciò che varia sono gli importi richiesti: guidano la classifica Sardegna (con 14.900 euro richiesti), Lombardia (12.800) e Trentino (12.000); in coda Abruzzo (8.000 euro), Umbria e Veneto (entrambe con 8.100 euro).

Innovazione: Imprese e università reclamano sblocco dei fondi

Centociquanta aziende reclamano lo sblocco dei fondi aggiudicati con i bandi di gara del programma “Industria 2015” ( Finanziaria 2007, finanzia progetti di innovazione industriale che prevedono il partenariato tra aziende, centri di ricerca e università): sono passati da 12 a 30 mesi e al momento non c’è ancora traccia delle erogazioni. Si tratta di una cifra importante: quasi 660 milioni.

Le imprese minacciano il ministro Romani di ricorrere ad una azione legale collettiva in caso in cui i fondi non vengano sbloccati. Le aziende lamentano che “dalla pubblicazione della graduatoria ufficiale dei progetti ammessi ai finanziamenti sono passati ormai da 12 a 30 mesi e nessun soggetto ha ancora ricevuto le agevolazioni, a titolo di erogazione, come era invece previsto nelle regole del bando, a fronte di stato di avanzamento lavoro presentati da molti mesi“.

La direzione incentivi del ministero è da poco cambiata, il nuovo entrato Enzo Donato, sta cercando di venire a capo della montagna di arretrato accumulato. Il ministero rassicuro che in pochi giorni i fondi verranno sbloccati.

 

Fai conoscere al mondo la tua eccellenza tecnologica con “Italia degli innovatori”

Dopo l’esperienza positiva che ha visto l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione promotrice di Italia degli Innovatori a Shanghai nel 2010, si riaprono i termini per la presentazione per la partecipazione all’edizione 2011/2012.
 
Quattro i Paesi obiettivo, Cina, Russia, Brasile e Messico, per promuovere i migliori esempi dell’innovazione e dell’eccellenza tecnologica italiana.
 
Italia degli innovatori nasce dalla volontà di offrire alle innovazioni italiane una vetrina di altissimo livello per mostrarsi al grande pubblico e per incontrare nuovi partner con cui, se ci saranno le condizioni, sviluppare buoni affari insieme“, afferma Davide Giacalone, presidente dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. “L’Italia – continua Giacaloneè nota nel mondo per il design, la moda, per i prodotti di lusso e per il suo lifestyle. Il nostro obiettivo e fare conoscere un’altra Italia, fatta di tecnologia di altissimo livello, di innovazioni di avanguardia anche in settori che spesso si pensa che siano di appannaggio di altri Paesi“.
 
Italia degli Innovatori ha infatti lo scopo di mostrare le eccellenze tecnologiche italiane e promuovere un’immagine più completa dell’Italia, intesa come “Paese dell’Innovazione“, una realtà che sa creare prodotti innovativi e ad alto contenuto tecnologico negli ambiti più differenti, dalle costruzioni alla tutela dell’ambiente, dalla salute alla tutela del patrimonio artistico, fino a comunicazione, eGovernment e sicurezza.
 
Il progetto è partito lo scorso anno, quando sono state invitate imprese, università e centri di ricerca italiani a segnalare al ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione le loro migliori innovazioni. Ne sono state selezionate 265 che sono attualmente rappresentate a Shanghai – specifica Mario Dal Co, direttore generale dell’Agenzia -. Oltre a realizzare una mostra che permetterà al grande pubblico dei quattro Paesi destinazione di quest’anno di conoscere un’Italia diversa dai soliti stereotipi, un’Italia forte nelle tecnologie e nell’innovazione, abbiamo organizzato, per gli imprenditori e per i ricercatori che hanno partecipato, un insieme di incontri business to business per favorire la reciproca conoscenza e, perché no, per favorire lo sviluppo di buoni affari e di possibili futuri guadagni“.
 
Duplice è l’obiettivo di tale iniziativa: offrire una vetrina di altissimo livello per mostrare le eccellenze del nostro Paese nel campo dell’innovazione e favorire al tempo stesso l’incontro tra domanda e offerta delle imprese italiane in ottica internazionale.
 
Con questa formula innovativa, che unisce cultura e business, si vuole offrire una immagine diversa dell’Italia, legata alle sue eccellenze tecnologiche, spesso poco conosciute – conclude Antonio Cianci, responsabile del progetto -. Questo progetto, vuole essere una ‘fiera di persone’, dove non sono esposti gli oggetti, ma gli uomini e le donne che hanno messo in pratica grandi idee. Italia degli innovatori, grazie all’Expo di Shanghai 2010, ha consentito a tante aziende italiane di conoscere la Cina attraverso la porta principale. E anche di mostrare al mondo cosa siamo veramente capaci di fare. Adesso, oltre a riproporlo in Cina, vogliamo portarlo anche in altri Paesi di grande interesse per le innovazioni italiane“.
 
L’invito a partecipare è rivolto a università, centri di ricerca, imprese, consorzi e a tutti coloro che attraverso le loro iniziative contribuiscono a testimoniare l’eccellenza tecnologica italiana.

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.aginnovazione.gov.it. Le domande devono pervenire entro il 28 febbraio 2011. Clicca qui per scaricare il bando.

Consiglio Nazionale degli Ingegneri vs Università: ci toglie il lavoro, è concorrenza sleale

Che gli ingegneri potessero prendersela con l’Univeristà nessuno l’avrebbe immaginato, eppure succede. La crisi economica sta lentamente passando, ma è evidente che qualche nervo scoperto lo abbia lasciato, così alla luce di quanto successo lo scorso 21 ottobre quando l’autorità di vigilanza ha dato il via libera agli atenei italiani di partecipare alle gare per l’affidamento di progettazione, non c’è da meravigliarsi che gli ingegneri, per bocca di Gianni Rolando, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) siano insorti. “In una situazione di grave crisi economica che colpisce pesantemente anche il mondo delle professioni, è inaccettabile – tuona l’ing. Rolando – che un settore composto da migliaia di professionisti, fra ingegneri, architetti, geometri, geologi, periti, debba fare i conti con la concorrenza delle università, che devono invece accentrare tutti i loro sforzi verso la formazione”. Secondo il Cni, questa di concedere agli atenei la possibilità di partecipare alle gare per l’affidamento di progettazione, sarebbe una scelta che potrebbe incidere pesantemente sull’attività professionale che dovrebbe rimanere competenza di chi da sempre fornisce un servizio altamente qualificato, come appunto gli ingegneri professionisti. Inoltre per il presidente del Cni, Rolando, in questo modo si configurerebbe un caso di concorrenza sleale, dato che i liberi professionisti per esercitare il loro lavoro devono necessariamente sostenere ingenti costi e che per gli iscritti agli Ordini il lavoro professionale è l’unica fonte di sostentamento. Con questa interpretazione dell’autorità di vigilanza si potrebbe minare la (già precaria) solidità di un settore composto da chi ha sempre costituito l’ossatura portante della tecnica italiana applicata alle costruzioni. Secondo Gianni Rolando, “l’attività delle università in tutti i campi professionali dell’ingegneria si deve limitare alle consulenze di alto livello, senza minimamente interessare l’ambito professionale sia di progettazione che di direzione lavori e tantomeno di collaudo”.

Il grande bagaglio culturale delle università secondo il Cni non va confuso con l’esperienza e l’attività professionale. Insomma, sembra ovvio che in questa storia la giusta risoluzione che con un po’ di coscienza dovrebbe essere ricercata è che ognuno deve fare il suo mestiere. L’Università perciò torni ad insegnare, magari dando un taglio più pratico a programmi a volte troppo nozionistici e gli ingegneri continuino a progettare e a portare avanti con orgoglio la tradizione dell’ingegneria italiana.