Patto per valorizzare l’ oreficeria made in Italy

La tradizione e l’artigianalità dell’ oreficeria made in Italy sono state rafforzate da una partnership strategica stretta siglata tra Arezzo Fiere e Congressi e Fiera di Vicenza. Le due realtà leader fanno così squadra per sostenere il settore dell’ oreficeria made in Italy che conta, ad oggi, 9mila imprese, 32mila addetti e un export pari a 6 miliardi di euro all’anno. Per livelli di fatturato l’ oreficeria made in Italy risulta infatti la quarta voce del comparto moda e accessori.

A siglare questo accordo chiave per l’ oreficeria made in Italy sono stati Fiera di Vicenza Spa e Arezzo Fiere e Congressi Srl, che organizzano rispettivamente Vicenzaoro e Oroarezzo, gli appuntamenti più importanti per gli operatori di settore e i buyer che puntano sull’eccellenza dell’ oreficeria made in Italy. L’annuncio è stato dato in occasione della giornata inaugurale di Vicenzaoro January.

L’intesa vuole potenziare in primo luogo il sistema fieristico italiano del settore orafo e argentiero e rientra nel piano straordinario di sviluppo per il Made in Italy predisposto dal ministero dello Sviluppo Economico. L’intesa e l’attività delle due società fieristiche riceveranno il supporto istituzionale ed economico ed del Mise e di Confindustria Federorafi.

I gioielli Made in Italy volano a Dubai

Nonostante l’estate non sia ancora finita, c’è chi si porta avanti e pensa al Natale.
Durante l’ultima edizione del Vicenza Oro Fall 2014, svoltasi presso Fiera di Vicenza dal 6 al 10 settembre, sono state presentate le nuove collezioni di gioielli, quelle invernali, destinate a spopolare proprio sotto le feste.

Ma le novità non sono rappresentate solo dall’originalità delle preziose creazioni, ma anche da importanti partnership che porteranno i gioielli Made in Italy negli Emirati Arabi, e precisamente a Dubai, dal 23 al 26 aprile 2015.

Ciò è stato reso possibile grazie ad un accordo sancito tra Fiera di Vicenza e il Dubai World Trade Centre, che ha portato all’organizzazione del VicenzaOro Dubai, che si preannuncia come un vero e proprio show della gioielleria italiana.
Ma non solo, poiché la manifestazione segna un passo avanti verso un legame sempre più fitto tra Occidente e Oriente, e precisamente tra prodotti Made in Italy e la potenziale clientela degli Emirati Arabi Uniti.

Matteo Marzotto, presidente della Fiera di Vicenza, ha dichiarato in proposito: “Si tratta di una nuova società costituita in joint-venture con il World Trade Centre di Dubai ed è stato lo stesso emiro a volere che il nome della fiera nell’Emirato contenesse quello della nostra città“.
Marzotto vuole che il business del settore subisca una forte accelerazione: “La manifattura italiana del gioiello è ancora un punto di riferimento in tutto il mondo anche se i volumi di lavorazione nel nostro Paese si sono ridotti moltissimo: dalle quasi 300 tonnellate di oro che sono state trasformate nel ’92 in Italia siamo scesi a 60, mentre tra Cina e India se ne trasformano ben 500. Il futuro del nostro settore è dunque all’estero, dove il mercato apprezza moltissimo creatività, design e know-how italiani“.

Le esportazioni italiane di gioielleria hanno visto crescere i propri valori percentuali già nei primi quattro mesi del 2014, con un aumento del 6,9%.
Lo scettro di maggiori importatori di gioielli Made in Italy spetta proprio agli Emirati Arabi, che assorbono oggi il 24,3% dell’export italiano, seguiti dalla Svizzera, con il 17,5%.
Hong Kong è salita al terzo posto con una quota del 10,2% sul totale in aumento del 110% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Sostanziali incrementi dell’export anche verso la Germania (+40%) e il Regno Unito (+39%).

Il comparto gioielleria, anche negli ultimi due anni, falcidiati dalla crisi, ha dimostrato di godere di buona salute, tanto da registrare, dal 2012 ad oggi, un aumento delle imprese orafe e del gioiello, passando da 16.187 a 16.451 unità.

Vera MORETTI

Misis al VicenzaOro con un panda

Al via, sabato 18 maggio, il VicenzaOro, fiera dell’oro che ogni anno riunisce le migliori creazioni italiane ed internazionali.

Tra i marchi che parteciperanno, Misis presenterà una collezione interamente dedicata al panda, a conferma che i mercati orientali, Cina, Giappone e Russia in testa, rappresentano le mete principali per gli orafi italiani.
E l’azienda vicentina non fa certo eccezione.

Ciò che permette a Misis di distinguersi all’interno di un panorama così fitto ed esteso, è sicuramente un approccio giovane ed innovativo nei confronti di un’arte che si basa su tradizione ed artigianalità.
Le forme e i pezzi presentati da questo marchio sono sempre particolari, originali ed unici, non solo grazie al design, ma anche a tecniche di lavorazione altamente all’avanguardia.

Tutto ciò deriva da un management giovane, che vede la seconda generazione alle redini della maison, con i fratelli Alberto e Claudia Piaserico rispettivamente direttore generale e direttore creativo.

Alberto Piaserico ha dichiarato: “Nel 2012 abbiamo consolidato i quattro milioni di euro del 2011. Un grande risultato per la nostra azienda considerando l’attuale contrazione economica e lo sforzo che stiamo facendo per farci strada in altri mercati. Non un dipendente in mobilità, nessuna esposizione verso banche. Quindici collaboratori interni e una capillare rete di fabbriche e laboratori artigiani distribuiti in tutto il vicentino che lavorano per noi per permetterci di continuare a garantire un prodotto tecnicamente eccellente e completamente Made in Italy”.

Misis è pesente in Italia con tre negozi monomarca e 15 agenti, ma l’attività all’estero è ugualmente consistente, con altri 15 agenti in Europa e alcuni distributori in Asia, Est Europa e America.
Tra i mercati stranieri particolarmente affezionati al brand ci sono, come precedentemente accennato, l’Ex Unione Sovietica e la Cina, dove negli ultimi due anni è stato registrato un vero e proprio boom di vendite, grazie anche alla presenza di shop in shop in importanti department store.

I risultati eccellenti conseguiti si sono riflettuti nelle percentuali del valori di crescita dei fatturati esteri: + 20% nel 2011, +30% nel 2012 con l’auspicio di raggiungere un +50% nel 2013 con l’ingresso di un altro importante nuovo mercato, quello giapponese.

Ha commentato ancora Alberto Piaserico: “E’ grande l’interesse dei Paesi Asiatici verso il prodotto italiano. Dopo anni di grossolane riproduzioni di tutto ciò che proveniva da marche generalmente note, c’è oggi un sincero interesse per le nuove tecniche di manifattura e per un design innovativo, fresco, frutto di creatività vera. Il compratore asiatico cerca il prodotto italiano perché di qualità ed esteticamente bello”.

Vera MORETTI