L’Ice in Vietnam per combattere la contraffazione

I cinesi, si sa, ci guardano, ci osservano, e poi copiano quello che può servire loro o quello che piace, senza tante remore.
Ma, quando si tratta di Made in Italy, le cose si fanno serie, e sapere che tanti prodotti appartenenti alla nostra tradizione subiscano così tante contraffazioni non fa certo piacere.

Per questo motivo, Michele Scannavini, presidente dell’Ice, l’agenzia che promuove il Made in Italy all’estero, ha deciso di recarsi in Vietnam per fare la cosa opposta, ovvero trasferirvi tecnologie e competenze, da mettere a conoscenza di chi vi abita, per far sì che i prodotti italiani, ma anche la loro produzione, non abbiano segreti.

Verranno trasferite macchine per le calzature made in Italy, macchine per il tessile e l’abbigliamento, ma anche personale italiano che, di volta in volta, sosterrà le aziende locali nella fattura di tessuti, pelletterie, calzature secondo il modo di fare italiano.
In questo modo chi lavora in Vietnam saprà riconoscerlo e poi produrlo, senza più la tentazione di ricorrere alla scorciatoia della contraffazione.

Ha detto Scannavini: “Stiamo per inaugurare due parchi tecnologici vicino Ho Chi Mihn City. L’idea è creare due distretti del tessile e del calzaturiero composti interamente da aziende vietnamite aiutate dalla nostra cultura e dal nostro saper fare». L’obiettivo è quello di sviluppare un modello industriale vietnamita che possa lavorare con i macchinari italiani in due settori storicamente aggrediti dalla concorrenza cinese a basso costo. Che già da anni — per comprimere ulteriormente il costo del lavoro — si rivolge alla sub-fornitura del sud-est asiatico. A tendere porteremo anche la nostra logistica, la nostra industria del packaging e la distribuzione”.

Vera MORETTI

Il Notariato a sostegno dell’alimentazione mondiale

Il Notariato italiano è diventato sostenitore del Protocollo di Milano sull’alimentazione e la nutrizione di Barilla Center for Food&Nutrition.
Inoltre, con larancia.org, piattaforma editoriale per aiutare i giovani a fare impresa, diventa partner editoriale del progetto Barilla CFN YES (Young Earth Solutions), dedicato ai giovani under 30 impegnati nel campo della sostenibilità alimentare.

Obiettivo di questo Protocollo è far diventare priorità, per opinion leader e decision maker, i temi che riguardano alimentazione e nutrizione.

Il CNN ha aderito all’iniziativa non solo per l’importanza delle tematiche, ma anche perché membro dell’Unione Internazionale del Notariato che, composto dai notariati presenti in 86 paesi nel mondo, è concretamente impegnato con propri rappresentanti, su richiesta dei rispettivi Governi, per sostenere il diritto alla terra attraverso la modernizzazioni del sistema fondiario ad Haiti, Vietnam, Madagascar, Togo, Cina, Egitto, Qatar, Colombia e Burkina Faso.

I notai italiani sono quindi disposti a mettere di questa importante iniziativa la loro esperienza, maturata con progetti concreti di riforma dei sistemi di proprietà della terra insieme alle organizzazioni internazionali e alle autorità politiche.

Ma non è tutto, poiché larancia.org, che ormai rappresenta un vero punto di riferimento per i giovani alla ricerca di informazioni chiare e attendibili per la creazione della propria impresa, concede il proprio patrocinio al Progetto Barilla CFN Yes, per dare ulteriore visibilità a un progetto specifico nel campo della sostenibilità agroalimentare, tema da sempre seguito nella sezione Eco Agricoltura all’interno della piattaforma larancia.

Vera MORETTI

Successo per l’Ospitalità Made in Italy

I riflettori si sono spenti, ma si continuerà a parlare a lungo della fiera dell’Ospitalità appena conclusasi alla Fiera di Milano.

I segnali ricevuti, infatti, sono tanti e in gran parte positivi, anche grazie alle presenze massicce di espositori e visitatori professionali, contati questi ultimi in 133mila presenze, con un incemento del 7% rispetto alla passata edizione.
Host 2013, dunque, il salone biennale dedicato all’industria dell’ospitalità professionale, ha avuto ampio successo, ma ha anche consacrato la leadership mondiale del Made in Italy nel settore Ho.re.ca.

Le presenze che hanno conosciuto na maggior crescita sono quelle provenienti dall’estero, che hanno registrato in molti casi trend in crescita a due cifre. Quasi quattro visitatori su dieci arrivavano da oltreconfine e complessivamente Host 2013 ha messo a segno un più 21% sul 2011.
Ad aumentare sono stati soprattutto le presenze provenienti dalla Germania (+ 14%), dagli Stati Uniti, che hanno fatto segnare un +28%, dal Giappone (+24%), dalla Russia (+ 64%) per finire con gli Emirati Arabi Uniti che hanno segnato un +141%.

In FieraMilano erano presenti 1.700 espositori (+6,5%) di cui quasi un terzo proveniente dall’estero (+16,5%). Con molte new entry, aziende provenienti da Bahrain, Israele, Kenya, Romania, Singapore, Slovacchia, Ungheria, Taiwan, Venezuela e Vietnam.

Tra le iniziative maggiormente apprezzate, l’agenda Expo matching program, un sistema che agevola l’incontro tra domanda e offerta: nei cinque giorni sono stati organizzati oltre 38mila appuntamenti B2B tra produttori, fornitori e network della distribuzione.

Molti anche gli appuntamenti con seminari, workshop, presentazioni di chef pluristellati ed esibizioni di maestri tra cui quelli della Federazione italiana di pasticceria gelateria cioccolateria che in collaborazione con l’Equipe eccellenze italiane hanno mostrato monumentali creazioni.

Appuntamento alla prossima edizione di Host che si svolgerà dal 23 al 27 ottobre 2015, in occasione dell’Esposizione Universale di Milano.

Vera MORETTI

L’Emilia Romagna favorisce l’export delle pmi regionali

L’export è al centro della ripresa economica, come ormai sanno tutti.
Purtroppo, però, anche a causa della difficoltà di accesso al credito, è difficile, da parte delle imprese, attuare concretamente una internazionalizzazione che potrebbe permettere di fare il grande passo.

Per questo motivo, la Regione Emilia Romagna ha recentemente dato il via a nuovi progetti volti a favorire l’internazionalizzazione delle imprese locali e la promozione nei mercati extra-europei.
Si tratta di iniziative regionali che rientrano nel programma Bricst plus 2013-2015 basato sulla concessione di contributi fino ad un 50% delle spese ammissibili ai progetti imprenditoriali rivolti ai paesi Bricst (Brasile, Russia India, Cina, Sudafrica, Turchia) ed ai Next 11 (Messico, Perù, Corea del Sud, Thailandia, Filippine, Malaysia, Indonesia, Pakistan, Vietnam, Bangladesh e Nigeria).

I contributi messi a disposizione da parte della Regione sono destinati alle associazioni imprenditoriali, Camere di Commercio, Università, Centri di ricerca della rete ad alta tecnologia ed enti locali, tuttavia ciascun progetto presentato deve basarsi sull’adesione di piccole e medie imprese aggregate.

Il programma “Bricst 2013-2015” è stato illustrato dall’assessore alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli: “L’impegno forte per il 2013 è quello del rilancio. Per riuscire, a fronte di difficoltà della domanda interna, è fondamentale che l’economia regionale rafforzi l’impegno verso l’export. I programmi regionali per l’internazionalizzazione del sistema e la promozione sui mercati esteri hanno dato risultati molto positivi: con il nuovo programma Bricst 2013-2015 stiamo segnando un ulteriore passo in avanti, in particolare verso i paesi emergenti che sono molto interessati alla qualità dei nostri prodotti, che rappresentano un’eccellenza del Made in Italy“.

Le proposte di progetto possono essere presentate entro il 15 ottobre 2013.

Vera MORETTI

Udine: internazionalizzazione verso il Vietnam

Il Vietnam sta crescendo ad altissima velocità e si sta affermando come importante partner commerciale anche del Friuli Venezia Giulia.

Le esportazioni sono cresciute del 94% tra 2009 e 2010 e hanno proseguito con un buon 17% anche tra 2010 e 2011, dopo il forte calo subito nel 2008 e nel 2009. La provincia di Udine, in particolare, esprime il 64% dell’export della regione verso il Vietnam. Dal Fvg si esportano soprattutto macchine per impieghi speciali (il 36,7% dell’export) e legno (15,2%), mentre s’importano per oltre il 40% prodotti agricoli di colture permanenti. Ma anche mobili, beni di cui il Vietnam è secondo esportatore asiatico, anche se sta puntando a crescere dove è ancora carente, dunque in strategia commerciale, innovazione, know how tecnologico e design.

Su queste basi, mercoledì 7 marzo, alle 10, in Sala Valduga, la Camera di Commercio di Udine sarà tappa di un ciclo nazionale di seminari sul Paese asiatico, che vedrà la presenza del Consigliere Commerciale dell’Ambasciata del Vietnam in Italia Bui Vuong Anh, accolto dal vicepresidente Cciaa Marco Bruseschi. Il seminario rappresenta anche un’occasione di confronto con gli imprenditori vietnamiti che attualmente stanno frequentando il Master di specializzazione “Production Engineering and Management of Woodworking Industry” a Pordenone.

La Cciaa, all’interno del progetto del sistema camerale regionale “Verso nuove vie del business globale” co-finanziato dalla l.r. 1 del 2005, promuove la partecipazione alle Pmi del territorio all’incontro, anche in vista della missione economica nazionale (24-26 Maggio 2012) organizzata da Unido in collaborazione con Confindustria e Federlegno, per promuovere accordi e partnership tra imprese e organizzazioni vietnamite e italiane della filiera legno-arredo, basate sullo scambio di tecnologia e know-how e su uno sforzo congiunto di sviluppo dei mercati. L’appuntamento del 7 marzo rientra in un grande progetto per lo sviluppo dei distretti di Pmi del legno-arredo in Vietnam, gestito proprio dall’Unido, finanziato dal Ministero degli Esteri e realizzato in Vietnam da Unido con il locale Ministero per la programmazione e gli investimenti.

Tra i nuovi Paesi emergenti e in fortissima crescita – come l’intera area Asean in cui è inserito –, il Vietnam ambisce allo status di economia industrializzata entro il 2020, grazie alle nuove linee di sviluppo strategico. Nel 2010 , secondo dati della Farnesina, sono affluiti più di 3 miliardi di investimenti esteri e si sta ora puntando dare maggior spazio alla concorrenza, accelerando riforme amministrative e un nuovo sviluppo.

Lo comunica in una nota la Camera di Commercio di Udine.

Fonte: agenparl.it

I gioielli made in Italy non luccicano più

Cina e India pronti a diventare i nuovi eldoradi. Il settore orafo italiano non brilla più come in passato. Complice la crisi globale, il mercato dei gioielli made in Italy rischia di essere bypassato anche da Vietnam e Malaysia.

E’ quanto emerge dalle stime rese note da Confindustria Federorafi: fino al 2010 il trend in negativo per l’Italia, anche se il recente report ‘Le dinamiche strategiche della Gold Industry’ del Polo Università Verona per Fiera di Vicenza, segnala invece una ripresa nell’export nei primi mesi del 2011. Nel 2010 Cina e India hanno raddoppiato la loro quota di export, mentre Vietnam e Malaysia sono entrati a tutti gli effetti tra i primi quindici Paesi al mondo.

Dal 2005 al 2010 l’Italia ha incrementato la propria quota di import mondiale di gioielleria del 49%, ma nello stesso quinquennio è stata superata sul mercato statunitense da Cina, India e Thailandia. Il settore della gioielleria italiano, da sempre simbolo del made in Italy nel mondo, conta circa 10.600 unità produttive distribuite su tutta la penisola e figura al sesto posto del saldo commerciale attivo con l’estero (il 70% dei prodotti sono destinati alla distribuzione internazionale), e al primo per il comparto moda ed accessorio.

Puntano all’oro Vicenza, Arezzo, Valenza Po e Napoli, mentre per l’argenteria occorre spostarsi a Padova, Firenze e Palermo. Ma quali sono gli strumenti per mettersi al riparo dal rischio dell’invasione asiatica dei mercati orafi e gioiellieri?

Cambiare le strategie e competere non più sul prezzo, ma sul design e sulla tecnologia‘ suggerisce la presidente di Confindustria Federorafi, Licia Mattioli. Il rilancio del made in Italy punta quindi al futuro, senza dimenticare però la grande tradizione orafa e artigiana che da sempre contraddistingue il nostro Paese.

Alessia Casiraghi