Nuovi voucher per le microimprese

Dopo tante polemiche e tanti dubbi, tornano i voucher, che hanno alcune caratteristiche diverse rispetto a quelli vecchi.
Prima di tutto, viene riammessa la possibilità di utilizzo di prestazioni temporanee e occasionali, con precise indicazioni temporali ed economiche, d’importo e di tempo.
Il contratto che legherà lavoratore e datore di lavoro si chiamerà contratto di prestazione occasionale ed entrerà in vigore dal 10 luglio, giorno in cui l’Inps metterà online la piattaforma necessaria per la gestione dei nuovi adempimenti. Ma le regole sono diventate già attive dal 24 giugno, anche se i voucher sono utilizzabili solo quando sarà operativa la piattaforma online di Inps.

Si tratta comunque di un vero e proprio contratto di lavoro, utilizzabile però solo dalle microimprese sotto i cinque dipendenti e il tetto annuale è di 5mila euro dallo stesso datore di lavoro, che precedentemente era invece stato stabilito a 2.500.

I nuovi voucher alzano anche il compenso per chi svolge attività presso le imprese, poiché si passa da 7.50 a 9 euro netti all’ora. A salire è anche la quota di contributo a carico del datore di lavoro, portata al 33%.

Esclusi dai nuovi voucher sono dunque le aziende con più di 5 dipendenti e quelle appartenenti al settore dell’edilizia, oltre agli appalti e alle prestazioni inferiori alle 4 ore.
Non può beneficiarne neppure chi ha avuto nei sei mesi precedenti un contratto con l’azienda che oralo pagherebbe in buoni.

Il voucher va attivato almeno un’ora prima dell’inizio dell’attività, e la gestione è di competenza di Inps, in un sito realizzato appositamente, per far si che i buoni siano rigorosamente tracciabile, poiché uno dei motivi che hanno spinto a cancellare i vecchi voucher era proprio il rischio di illegalità ed irregolarità.

Vera MORETTI

Fipe ribadisce l’errore dell’eliminazione dei voucher

Quello che si presagiva sta purtroppo accadendo: l’eliminazione dei voucher sta generando non poca confusione, e, dopo le aspre critiche dovute alla loro abrogazione, poiché considerati strumenti indispensabili in vista di collaborazioni a scadenza o stagionali, ora prevale l’incertezza, poiché, in vista dei lavori estivi, le aziende non sanno come comportarsi, senza la possibilità di usufruire di valide alternative.

Questo è quanto ha ribadito Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe: “L’abbiamo detto e ripetuto: la cancellazione dei voucher è stata un grave errore e un grande danno per le nostre imprese. A questo si aggiunge che, a distanza di due mesi dall’abolizione dei voucher, nulla di concreto è stato fatto per permettere a tutte le imprese di avere uno strumento legale per regolamentare le prestazioni di lavoro occasionali. L’ipotesi che prevede uno strumento normativo soltanto per le imprese fino a 5 dipendenti e per soli 5 mila euro all’anno è non solo limitante, ma anche non risolutiva”.

Ma non è tutto, perché il presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi ha rincarato la dose: “Il voucher rappresentava per il nostro settore e non solo, uno strumento indispensabile per mantenere nei confini della legalità prestazioni occasionali caratterizzate da alta flessibilità e stagionalità. E’ necessario, perciò, trovare al più presto uno strumento che permetta a imprese di tutte le dimensioni di tracciare queste prestazioni evitando che si alimenti il nero”.

Vera MORETTI

Record di acquisto di voucher a marzo 2017

Nonostante i voucher abbiano i giorni contati, poiché non verranno più distribuiti e, di conseguenza, utilizzati quando si tratta di lavori stagionali o a termine, non hanno assolutamente intenzione di sparire dalla circolazione tanto presto e, anzi, dimostrano di avere ancora una certa attualità ed utilità.

Dati alla mano, grazie allo studio dell’Osservatorio Inps sul precariato, nel mese di marzo si è verificata una vera e propria corsa all’acquisto dei buoni, probabilmente in previsione dell’abolizione di questo prezioso e stilizzatissimo strumento.
Ora che la bella stagione sta per iniziare, perché dal punto di vista climatico lascia ancora a desiderare e non è del tutto decollata, si ricomincerà con le assunzioni stagionali e l’erogazione di stipendi a termine, che sono sempre stati regolarizzati con l’uso dei voucher.
Ancora per quest’anno, dunque, sarà così e i datori di lavoro hanno deciso di dotarsene in quantità, per non rischiare di rimanere a bocca asciutta. Anche perché, se i voucher spariscono, la necessità di lavoratori a ore o a stagione, o, più in generale, a tempo determinato, rimane sempre.

Per questo motivo, tra l’1 e il 17 marzo, data di entrata in vigore del decreto legge che li ha aboliti, ovviamente con la possibilità di usare quelli già acquistati fino a fine anno, sono stati venduti ben 10.526.569 voucher , perfettamente in linea con l’intero mese di marzo 2016 (10.922.770).

Nei primi tre mesi del 2017 sono stati venduti 28,5 milioni di buoni per il lavoro accessorio a fronte dei 29,09 dei primi tre mesi del 2016.

Vera MORETTI

Voucher addio: ecco quali sono le conseguenze

L’eliminazione definitiva dei voucher è stata accolta con pareri molto contrastanti tra loro, ma, per la maggior parte di coloro che hanno voluto esprimere la loro opinione, si tratta di un grave errore, che rischia di danneggiare il dinamismo d’impresa e la flessibilità del lavoro.

L’errore sta nel chiudere definitivamente le porte, ad esempio, ai mini-jobs, ai quali generalmente si ricorre nei periodi di picchi di attività. In questi casi, cosa fanno le imprese, soprattutto quando si tratta di pmi? Assumono, a tempo determinato, nuove risorse, che nella maggior parte dei casi sono giovani pieni di entusiasmo in cerca delle prime esperienze lavorative, che vengono retribuiti regolarmente ricorrendo ai voucher.

Questi buoni, dunque, servivano per regolarizzare posizioni altrimenti equivoche, che altrimenti rimarrebbero nel limbo del lavoro nero, dunque impossibile da inserire nei propri curriculum.

In particolare, si ricorreva ai voucher per i lavori stagionali, soprattutto in ambito turistico, e infatti la loro cancellazione porterà alle imprese del settore, già sfavoriti dalla crisi economica degli ultimi anni, una serie di problematiche e danni al momento impossibili da calcolare.
Considerando, però, che il turismo rappresenta, per l’Italia, una risorsa inestimabile e che, proprio per la sua flessibilità e variabilità, ha nel dinamismo una delle sue caratteristiche principali, è facile prevedere che i prossimi mesi saranno piuttosto complicati.

Ma, voucher o no, il lavoro occasionale continuerà necessariamente ad esistere, ma verrà sottoposto alla vigilanza di enti bilaterali per evitare problematiche ed ulteriori polemiche, anche se ad oggi si tratta di una proposta solo teorica.
Vedremo presto cosa accadrà.

Vera MORETTI

RTI contro la riforma sui voucher

L’utilizzo diffuso dei voucher, da parte delle imprese, rappresenta una buona soluzione, e forse l’unica ad oggi, per remunerare prestazioni saltuarie ed occasionali, anche nell’ottica della battaglia contro il lavoro nero, oltre, ovviamente, all’opportunità di occupazione e di guadagno legale. Non si tratta, dunque, di un abuso, ma di un modo per legittimare un lavoro
Per questi motivi Rete Imprese Italia difende a spada tratta questa modalità, perché va a contrastare il lavoro nero, e quindi si pone contro qualsiasi ipotesi di riforma che limiti la possibilità di impiego dei voucher.

I motivi sono chiarissimi: evitare, in primo luogo, riforme che non rispecchierebbero le attuali e reali esigenze del mercato del lavoro, e che quindi rischierebbero di frenare la libertà di iniziativa economica.
Ricordiamo che, per come sono utilizzati dagli imprenditori, permettono ai lavoratori occasionali di ricevere un compenso regolare e tracciabile, cosa che altrimenti non sarebbe possibile.

Rete Imprese Italia cita rilevazioni statistiche dell’Inps per sottolineare che nonostante la crescita del numero di committenti, prestatori e voucher, questo strumento continua a coprire prestazioni saltuarie ed occasionali e che riguardano per il 63% categorie di lavoratori che grazie ai voucher posso incrementare il loro reddito e per il 37% soggetti disoccupati o inoccupati in attesa di entrare o rientrare nel mercato del lavoro.

Ovviamente, la soluzione ottimale sarebbe ottenere, al posto di voucher per collaborazioni occasionali, un contratto, se non a tempo indeterminato, almeno a tempo determinato, per dare una continuità, ma anche una dignità a chi fatica ad entrare nel mondo del lavoro. Ma, se l’alternativa ad oggi sarebbe quella del lavoro nero, ben vengano i voucher, che hanno il pregio di contrastare questa piaga, ancora ben presente in Italia e lontana dall’essere risolta.

Vera MORETTI

Voucher, ecco come inviare le mail

La stretta sui voucher preoccupa quanti fino a poco fa hanno fatto i furbi con la normativa in materia.

Il cambio di rotta, introdotto con le recenti modifiche al Jobs Act, ha il risvolto più evidente sulla tutela del lavoro accessorio, in modo che sia garantita la tracciabilità totale dei voucher evitandone l’utilizzo fraudolento.

Ora gli imprenditori che utilizzano i buoni devono inviare, almeno 60 minuti prima dell’inizio di ogni prestazione, remunerata con i buoni lavoro, un sms o una e-mail all’Ispettorato nazionale del lavoro contenente. Nella comunicazione devono essere indicati i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, il luogo, il giorno e l’ora di inizio e di fine della prestazione lavorativa.

La comunicazione deve essere inviata ogni volta che viene utilizzato un voucher. Se la prestazione lavorativa giornaliera è svolta su ore frazionate, la comunicazione per il buono deve essere effettuata più volte.

Chi non effettua questa comunicazione sui voucher, rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 2.400 euro per ogni lavoratore per il quale non è stata inviata la comunicazione.

Per sapere a quale indirizzo e-mail inviare le comunicazioni sui voucher l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha emanato una circolare con le istruzioni e gli indirizzi ai quali mandare le comunicazioni. Per la comunicazione via sms, ancora non sono state emanate le istruzioni.

Voucher lavoro, boom in 6 anni

Il voucher lavoro sembra funzionare. Secondo un’indagine della Cna realizzata su dati Inps, nel 2014 sono stati utilizzati oltre 69 milioni di voucher lavoro, una cifra che ne ha portato ad aumentarne l’utilizzo di 129 volte in sei anni: nel 2008, infatti, erano 535mila e 985. Sempre secondo l’indagine Cna, la diffusione del voucher lavoro ha portato circa 33mila posti di lavoro a tempo pieno in più.

Ricordiamo che il voucher lavoro serve per assicurare ai privati la possibilità di “comprare” un aiuto per i piccoli lavori e per consentire alle imprese di tappare improvvisi buchi organizzativi o a rispondere a picchi di attività, potendo contare sulla trasparenza e correttezza fiscale, previdenziale, assicurativa che il voucher lavoro stesso garantisce.

In quanto a diffusione geografica del voucher lavoro, la regione che nel periodo 2008-2014 se ne è servita di più è stata la Lombardia (26,5 milioni), seguita da Veneto (23,2 milioni), Emilia-Romagna (19,8 milioni), Piemonte (15 milioni) e Friuli-Venezia Giulia (11 milioni).

Se invece si guarda al rapporto tra voucher lavoro venduti alla forza lavoro, in testa alla classifica c’è il Trentino-Alto Adige con 20,8 buoni lavoro a residente tra i 15 e i 65 anni, seguita da Friuli-Venezia Giulia (20,6), Veneto (10,4), Marche (9,7) ed Emilia-Romagna (9,5).

Per quanto riguarda i settori produttivi, il commercio, con il 18,2% dei voucher lavoro acquistati, è quello che più li utilizza, seguito da servizi (14%), turismo (12,3%), manifestazioni sportive (9,1%), giardinaggio e pulizie (7,6%), attività agricole (7,3%), lavori domestici (2,6%).

Per quanto riguarda il sesso degli utilizzatori dei voucher lavoro nel 2014 le donne hanno superato gli uomini, mentre la loro età media è calata di circa 23 anni per entrambi i sessi: se nel 2008 4 lavoratori su 5 lavoratori che utilizzavano i voucher lavoro erano maschi con un’età media intorno ai 61 anni e con oltre 56 anni e mezzo, nel 2014 l’età media è scesa a quasi 38 anni per gli uomini e a 34 anni e mezzo per le donne.

A margine dello studio, la Cna nota come i voucher lavoro sono “un ottimo strumento. Non un meccanismo che genera precarietà, ma una misura in grado di agevolare le attività che, per il carattere occasionale e il modesto impatto economico, non giustificano altre tipologie di rapporto di lavoro”. Inoltre “costituiscono uno strumento utile a far emergere dal nero lavori saltuari o secondi impieghi riducendo il ricorso a lavoretti illegali“.

Voucher per l’internazionalizzazione delle pmi

E’ in arrivo un voucher di 10mila euro destinato alle imprese, che possono essere anche cooperative o reti di imprese, che abbiano fatturato almeno 500mila euro in almeno uno degli ultimi tre esercizi.
Il voucher permette a queste pmi di dotarsi di un temporary export manager, ovvero di personale specializzato che possa sostenerle durante i delicati processi di internazionalizzazione.

Il bando export vuole favorire la crescita del Made in Italy ed è previsto dal decreto Sblocca Italia, che fa parte del Piano straordinario per l’internazionalizzazione messo a punto dal viceministro allo Sviluppo, Carlo Calenda, da 260 milioni di euro per il 2015.

Tale bando dovrebbe essere attivato entro giugno, come ha confermato lo stesso Calenda: “A giugno lanceremo il voucher per i temporary export manager che altrimenti conterebbero all’impresa tra i 100.000 ed i 150.000 euro. Le piccole imprese non ce la farebbero a permetterselo. Abbiamo investito 20 milioni di euro su questo“.

Tra gli obiettivi del “Piano straordinario per il rilancio internazionale dell’Italia” ci sono:

  • aumentare la platea delle imprese esportatrici di almeno 20 mila unità nei prossimi 3 anni;
  • aumentare i ricavi oltre confine di almeno 50 miliardi di euro, oggi fermi a quota 389 miliardi;
  • attrarre investimenti esteri in Italia per 20 miliardi l’anno;
    far crescere l’e-commerce.

Vera MORETTI

FILAS per le startup innovative laziali

FILAS, Finanziaria Laziale di Sviluppo, ha promosso bandi di finanziamento alle imprese territoriali che investono nell’innovazione.

I bandi ancora aperti sono quattro, e precisamente: Spinoff e startup innovative, Co-research, Microinnovazione e Voucher, e si basano tutti su un plafond complessivo pari a 82 milioni di euro.
Per ora sono stati approvati già 475 progetti ed erogati 57,5 milioni di euro.

Ben tre realtà imprenditoriali finanziate da FILAS riguardano la ricerca del personale, del turismo e delle tecnologie delle Smart City.

La piattaforma Reclut@ della RTI Bit Media-Chioslab, nata grazie al bando Co-research, vuole favorire l’incontro tra domanda e offerta in ambito lavorativo, mentre la App Cicero, ideata da Ds Tech e finanziata con 50mila euro attraverso il bando Microinnovazione, rappresenta un “personal travel assistant” con comando vocale e un sistema di ricerca sofisticato per gestire tutte le fasi di prenotazione di un viaggio, e successiva condivisione.

La start-up Smart-I, finanziata con 100mila euro attraverso il bando Spin-off/Startup innovative, ha vinto il concorso Enel Lab e nasce da un’idea di Mauro Di Giamberardino.
Si tratta della creazione di sensori ottici intelligenti collocati sui lampioni della luce, al fine di regolare l’intensità sulla base delle effettive esigenze di traffico e dimezzare i consumi energetici dei Comuni.

Vera MORETTI

L’Iva dei buoni regalo si paga solo alla fine

Con la risoluzione n. 21/E del 22 febbraio, viene ribadito che nessuna fattura deve essere emessa durante la circolazione “interna” dei buoni regalo in quanto non rappresentano una merce, se non dei documenti che vengono che subiscono dei trasferimenti senza dover rispettare le regole per le cessioni (si tratta di semplice movimentazione di carattere finanziario). In sostanza l’Iva entra in gioco solo quando l’esercizio commerciale coinvolto “cede” il prodotto al titolare del buono. Questo esula le aziende che emettono i voucher a pagare l’Iva prima della reale cessione di beni, ciò accade anche per le somme rimborsate dalla società emittente agli esercizi commerciali coinvolti.

Rimangono invece fatturabili i servizi accessori come le personalizzazioni dei voucher o la consegna a domicilio ecc. Esistono delle decisioni della Corte di Giustizia Ue che pongono chiarezza su questo tema delicato. Di seguito alcuni estratti della causa C-398/99

  1. … il produttore che emette il buono … può essere considerato terzo rispetto all’operazione intervenuta tra dettagliante beneficiario del rimborso del valore del buono sconto ed il consumatore finale che ha utilizzato tale buono
  2. se la somma pagata per la cessione del bene “non sia stata materialmente versata dal consumatore finale stesso, ma sia stata messa a sua disposizione, per conto del consumatore finale, da un terzo, estraneo a tale operazione, non assume alcuna rilevanza ai fini della determinazione della base imponibile di tale dettagliante
  3. … la somma rappresentata dal valore nominale dei buoni costituisce per il dettagliante ‘elemento dell’attivo’ conseguito al momento del loro rimborso e che gli stessi devono essere considerati, nei limiti di tale valore, come mezzi di pagamento”.

d.S.