Libertà d’impresa: bisogna mettere mano all’articolo 41 per liberare l’economia

Oggi (9 febbraio 210) nell’agenda politica di Roma c’è una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri. L’obiettivo? Cercare finalmente di finalizzare il pacchetto per lo sviluppo economico. Il punto di partenza pare essere ben chiaro: modificare l’articolo 41 della Costituzione.

art.41 – L’iniziativa economica privata è libera. | Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. | La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

 Seconda mossa sarà quella della ridiscussione del federalismo, che è senza dubbio il nodo che lega il patto tra Pdl e Lega e che quindi tiene in piedi la maggioranza.

Secondo il Governo Berlusconi, mettere mano all’articolo 41 servirà a liberare l’economia dai lacciuoli burocratici che spesso rendono defatigante avviare una impresa sancendo, con una aggiunta o una riscrittura della Carta Costituzionale, il valore della libertà di impresa. Se per il premier agire sulla Costituzione, nonostante i tempi parlamentari della doppia lettura di entrambe le Camere, è l’unico modo per tagliare il nodo gordiano della burocrazia e favorire lo sviluppo economico lo si capirà nel prossimo Consiglio dei Ministri che dovrà esaminare anche altri due capitoli del pacchetto: il Mezzogiorno e il piano casa. Infatti per cercare di riallineare il Paese bisogna far partire le opere infrastrutturali per il Sud e cercare di dare una spinta per nuove costruzioni come previsto dal piano casa previsto fin dall’inizio della legislatura. Insomma, cari lettori, come avrete capito, c’è da fare. Tanto. Il Governo ha da svegliarsi, uscire dai chiacchiericci, rimboccarsi le maniche e mettersi seriamente a lavorare per il bene del Paese. Per il bene dell’Italia che produce.