Manovra economica: i punti salienti

Queste sono ore determinanti per l’Italia che, in attesa di risollevarsi dalla crisi economica, ha atteso i risultati della manovra finanziaria da parte del governo.

Vi riassumiamo le conclusioni emerse:

L’aumento dell’Iva è stato scongiurato, almeno per ora, e il lavoro maggiore sarà quello di contrastare gli evasori fiscali e chi, per pagare meno tasse, cercherà di appoggiarsi a società di comodo. Previsto anche un taglio dell’Ires pari a 350 milioni di Euro.

Per quanto riguarda le pensioni, punto dolente di questo accordo PdL-Lega, è previsto un “ritocco” nel 2013 e gli anni del servizio di leva e di laurea non potranno essere conteggiati per accedere alle pensioni di anzianità, ma solo per il calcolo della pensione.

L’iter per il taglio dei parlamentari sarà lungo ed articolato, perché farà parte di una vera e propria riforma costituzionale, mentre non c’è traccia, in questa manovra, di tagli economici ai ministri e al rimborso dei parlamentari.

Il contributo di solidarietà toccherà solo a parlamentari e calciatori, per i quali è stato raddoppiato, mentre non riguarderà tutti coloro che hanno un reddito superiore a 90 mila Euro.

Taglio netto per le province al di sotto dei 300 mila abitanti, che porterà ad un risparmio di 10 miliardi. D’ora in poi saranno coordinate direttamente dalle regioni di appartenenza. Ciò potrebbe rappresentare un primo passo verso l’intenzione, per ora remota, di eliminare tutte le province e delegare le competenze alle regioni, non solo per il risparmio economico notevole ma anche per dare maggior responsabilità, oltre che alle regioni, ai comuni.
Per quanto riguarda i comuni, invece, nessun taglio li colpirà, anche se i più piccoli verranno sfavoriti dalla distribuzione dei “tesoretti”.
I fondi erogati agli enti locali sono diminuiti dai 9 miliardi precedenti ai 4,5 attuali.

L’argomento festività, che aveva suscitato scalpore sui quotidiani questa estate, non è stato affrontato, forse per il desiderio di difendere l’industria del turismo, importante per il territorio italiano e che, con l’abolizione dei “ponti”, ne risentirebbe pesantemente.

Novità anche per gli immigrati, soprattutto per chi non ha un contratto di lavoro regolare o una posizione Inps: in questi casi la tassa per la spedizione all’estero dei soldi guadagnati in Italia aumenterà.

Sale il numero di imprenditori giovani

Cresce il numero di imprenditori giovani e con essi la voglia di mettersi in gioco e dimostrare di avere le carte in regola per gestire al meglio una impresa. Stando all’Osservatorio Unioncamere sull’imprenditoria giovanile, sono 720 mila le “imprese giovanili”, cioè quelle guidate da un under 35, e si concentrano soprattutto nei settori più tradizionali.Una sorta di riscatto al periodo di crisi e alla disoccupazione dilagante, i giovani sembrano voler dimostrare le loro capacità e spirito di iniziativa dando vita ad una loro attività.

Sono i servizi alle persone, delle costruzioni e dell’alloggio e ristorazione i settori ad essere sempre più gestiti da giovani. In media, l’universo delle imprese ‘under 35′ rappresenta l’11,8% di tutte le imprese, per la precisione 723.531 unità su 6.109.217 complessivamente esistenti in Italia.

E’ stato il Segretario Generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi, alcuni giorni fa a Rimini nel corso del convegno sul “Sistema Paese”, svoltosi nell’ambito del Meeting 2011 a diffondere questi dati. “In termini assoluti, però – ha fatto rilevare Gagliardi – il settore che attrae maggiormente i giovani capitani d’impresa è quello del Commercio“. Tra le provincie più attive nel promuovere i giovani in attività d’impresa ci sono Roma, Napoli e in seguito Milano.

Mirko Zago

La Cina è in Italia

A dispetto della crisi, ancora ben presente in Italia, c’è chi, invece, sembra proprio non avere difficoltà.

Sono i cinesi che, invece di chiudere le loro attività, si moltiplicano, e non solo nelle grandi città, ma anche nelle province, dove è ancora più difficile trovare un’occupazione.

I dati, raccolti dalla Cgia di Mestre, parlano di piccole e medie imprese cinesi che hanno superato le 54 mila unità, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2009, in netto contrasto con i dati riguardanti imprese italiane, diminuite, nello stesso lasso di tempo, dello 0,4%. Ad aumentare è anche la presenza, nelle aziende italiane, di imprenditori cinesi, con una crescita, dal 2002 al 2010, del 150,7%.

Ma è tutto oro quello che luccica? A quanto pare no, poiché è lo stesso Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, ad affermare: “Pur riconoscendo che gli imprenditori cinesi hanno alle spalle una storia millenaria di successo, la loro forte concentrazione in alcune aree del Paese sta creando non pochi problemi. Spesso queste attività si sviluppano eludendo gli obblighi fiscali e contributivi, le norme in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e senza nessun rispetto dei più elementari diritti dei lavoratori occupati in queste realtà aziendali. Questa forma di dumping economico ha messo fuori mercato intere filiere produttive e commerciali di casa nostra“.

La maggiore concentrazione di imprenditori cinesi si trova nel Nord, e soprattutto in Lombardia, dove sono 10.998, Toscana, 10.503 e Veneto, 6.343. Nonostante questi numeri, la crescita registrata è omogenea in tutto il Belpaese, compreso il Trentino Alto Adige, una volta inespugnabile.

Ovviamente, l’incidenza di imprenditori cinesi sul totale dell’imprenditorialità straniera è molto forte e raggiunge un 8,6% con picchi in Toscana del 18,2%.

Tra i settori di occupazione, trovano i primi posti pelletteria, calzature ed abbigliamento, seguiti da alberghiero, bar e ristorazione, dove i titolari cinesi sono ormai 10.079. E siamo sicuri che si tratta di dati destinati a crescere ancora.

Vera Moretti

Cofidi Veneziano: pronti 20 milioni di finanziamenti alle Pmi

Per rilanciare l’investimento su innovazione di prodotto e di processo nelle aziende artigiane e nelle Pmi venete, Cofidi Veneziano concentra l’attenzione sulla disponibilità di 20 milioni di finanziamenti che possono essere attivati con fondi POR (Piano Operativo Regionale) per le PMI che abbiano avviato o stiano per avviare investimenti in innovazione.

Ai fondi si può accedere fino all’autunno di quest’anno per il quinquennio 2008-2013. “Con fondi per 2 milioni si possono attivare investimenti per 20 milioni – spiega il presidente di Cofidi Veneziano Sandro Ravenna -. In una fase di profonda crisi economica come quella attuale, l’unica possibilità che le aziende hanno per risollevarsi e pianificare il futuro a medio termine è quella di investire sull’innovazione di processo e di prodotto. Questi fondi POR costituiscno oggi lo strumento migliore di cui possono disporre le aziende artigiane e le PMI del Veneto“.

Federpneus: serve azione del governo per combattere l’evasione Iva

Federpneus, Associazione Italiana Rivenditori Specialisti di Pneumatici chiede al Governo che venga estesa anche al settore dei pneumatici lo speciale regime previsto dall’art 60 bis della normativa sull’IVA (dpr 633/72) e dai decreti ministeriali attuativi che per le automobili, i motocicli, i prodotti di telefonia, i personal computer ed altri prodotti prevedono, in caso di evasione IVA da parte del venditore, la responsabilità solidale del compratore, che può quindi essere chiamato a versare l’IVA eventualmente non versata dal venditore.

Tale manovra secondo l’associazione i categoria impedirebbe la concorrenza sleale. La situazione odierna non solo arreca un danno all’erario, ma penalizza anche fortemente gli operatori onesti che subiscono la concorrenza sleale di operatori che agiscono evadendo l’IVA ed hanno quindi la possibilità di praticare prezzi inferiori del 20%.

L’accoglimento di tale proposta è rimesso a valutazioni di carattere politico” e rilevando inoltre che ”per attuare tale misura antifrode è necessario, da parte della competente Agenzia delle Entrate una preliminare verifica sulla reale diffusione dei fenomeni evasivi nel settore delle cessioni dei pneumatici che giustifichi il richiesto intervento normativo”. Da questa risposta – precisa Federpneus – ”sono trascorsi ormai quasi nove mesi, senza che alcun provvedimento sia stato adottato”.

L’associaizione auspica un intervento propositivo da parte del governo che sani la situazione attuale.

In tutta Italia si potranno decidere orari e giorni di chiusura dei negozi

Manca poco al via libera per la liberalizzazione degli orari di apertura al pubblica dei negozi al dettaglio. Fin’ora il regolamento vigeva solo nei centri artistici e turistici. La misura è stata proposta dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che l’ha vigorosamente difesa in un’intervista a ”Libero” affermando di non riuscire a ”capire” le obiezioni di alcune associazioni di categoria e sindacati su quella che è ”una vera e propria rivoluzione liberale, qualcosa che in questo Paese nessuno era riuscito a fare”.

Il governo – continua la Brambilla – deve prima di tutto rispondere alle richieste dei cittadini e pensare alla competitività del Paese. Ovunque funziona così. E l’Italia non può restare indietro soprattutto nel particolare momento economico che stiamo vivendo. Come si fa a criticare una norma che in una situazione di crisi fa crescere l’offerta e di conseguenza anche la domanda? Rimettiamo in moto un circolo virtuoso che parte dai consumi e dà impulso all’economia e all’occupazione“.

A breve è previsto un tavolo con i sindacati per dar vita ad una concertazione necessaria per porre in essere la nuova normativa senza disguidi.

Mirko Zago

Artigiani Bergamo mette in palio spazi espositivi alla Convention Donne Impresa

L’Associazione artigiani di Bergamo offre la possibilità a molte imprese di eccellenza della provincia condotte da imprenditrici artigiane che producono beni di nicchia o comunque realizzati con materie prime particolari, lavorazioni a mano o di pregio o peculiari del nostro territorio di farsi conoscere.

In occasione della 23esima Convention Donne Impresa che si terrà a Roma nel mese di ottobre, sarà allestita un’area espositiva che ospiterà i manufatti rappresentativi delle eccellenze del Made in Italy. In sede regionale, un’apposita commissione valuterà gli oggetti proposti dalle imprese che avranno fatto richiesta e permetterà la loro esposizione.

L’associazione sta inoltre raccogliendo offerte per acquisire, dietro rimborso delle spese di produzione, gadget e piccoli omaggi di benvenuto da consegnare alle partecipanti alla Convention all’atto della registrazione. “Si tratta di un’interessante opportunità di promuovere la propria azienda a livello nazionale dato che i gadget, personalizzati con il nome della ditta che li ha messi a disposizione, verranno distribuiti a 300 imprenditrici, provenienti da tutta Italia”.

 

Sostegno alla “contrattazione di prossimità”: la Cgil non ci sta

Il “sostegno alla contrattazione collettiva di prossimità” è prevista dall’articolo 8 della nuova manovra anti crisi. Di cosa si tratta?  “I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ovvero dalle rappresentanze sindacali operanti in azienda possono realizzare specifiche intese finalizzate alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all’avvio di nuove attività”.

Le specifiche intese “possono riguardare la regolazionedelle materie inerenti l’organizzazione del lavoro e della produzione incluse quelle relative: agli impianti audiovisivi e alla introduzione di nuove tecnologie; alle mansioni del lavoratore, alla classificazione e inquadramento del personale; ai contratti a termine, ai contratti a orario ridotto, modulato o flessibile, al regime della solidarietà negli appalti e ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; alla disciplina dell’orario di lavoro; alle modalità di assunzione e disciplina del rapporto di lavoro, comprese le collaborazioni coordinate e continuative a progetto e le partite Iva, alla trasformazione e conversione dei contratti di lavoro e alle conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio e il licenziamento della lavoratrice in concomitanza del matrimonio“.

La manovra ha trovato l’appoggio di Confindustria e Cisl e Uil mentre non ci sta Cgil che giudica ingerente e inefficace la manovra che non rispetterebbe le autonomie delle parti. ”Appare unicamente una norma retroattiva in ragione di una singola azienda: la Fiat. Ma è un abitudine per un Governo che fa legge ‘ad personam’“.

Quanti soldi servono al mese per vivere bene? Lo ha calcolato la Cgia di Monza e Brianza

L’ Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su redditi e spesa media ha calcolato l’indice “della felicità”. Si tratta di un calcolo per stabilire quanti soldi servono per arrivare a fine mese senza pensieri. se in Lombardia occorrono, quindi, almeno 1.500 Euro per non essere infelici, come in Veneto e in Emilia Romagna, in Piemonte la soglia è di 1.400 Euro, servono 1.300 Euro per la Toscana ed il Lazio, 1.200 per la Liguria.

La soglia scende fino a 1.000 Euro per la Campania e bastano 900 Euro in Sicilia. In particolare, analizzando alcuni capoluoghi, le famiglie italiane vivono meglio a Firenze, dove solo il 18,9% delle famiglie è al di sotto della soglia della felicità. Il capoluogo toscano precede Genova (21,1%) e Palermo (21,8%). A Napoli le famiglie infelici rappresentano il 22,8% del totale. A Milano, Bologna e Roma è infelice circa 1 famiglia su 4, rispettivamente il 23,8%, il 24,2% e il 25,2%. A Torino e a Verona la felicità “costa” davvero cara: è infelice il 27,2% e il 27,6% delle famiglie.

I dati sono stati rilevati all’interno dell’indagine “Famiglie e consumi. Monza e Brianza e Lombardia“, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza e in collaborazione con DigiCamere, e su dati Istat e Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Riforma della legge della Regione Toscana per l’imprenditoria giovanile

La riforma della legge della Regione Toscana per l’imprenditoria giovanile, chiesta a gran voce da Confartigianato Imprese Arezzo, ha mosso  i primi passi con la pubblicazione del nuovo testo normativo. A seguire il regolamento di attuazione.

Confartigianato Imprese Arezzo darà vita ad uno sportello informativo che sarà in grado da una parte di verificare per coloro che faranno richiesta l’ammissibilità alle agevolazioni e dall’altro assistere l’imprenditore nell’eventuale elaborazione del piano d’impresa.

Marco Domenichelli, consigliere regionale di Confartigianato Giovani con delega del credito ha affermato: ”La precedente legge del 2008 non ha prodotto risultati apprezzabili perchè agevolava esclusivamente imprese ad alto contenuto innovativo, concetto che male si sposa in un contesto di crisi economico-finanziaria in atto ormai da oltre due anni”. ”Le modalità agevolative scelte dalla Regione Toscana in luogo dell’aiuto rimborsabile a tasso zero – ha proseguito Domenichelli – consisteranno in una garanzia da utilizzare con il sistema bancario per accendere finanziamenti finalizzati agli investimenti, in un contributo in conto interesse che permetterà di recuperare parte degli interessi versati e nell’assunzione di partecipazioni di minoranza nell’impresa. Condividiamo questo percorso anche se a nostro avviso c’è una questione, oltre ad una sufficiente dotazione finanziaria della normativa, che non può essere sottovalutata e che giochera’ un ruolo fondamentale nell’efficacia della legge: i tempi di risposta”.

Solo un regolamento semplice e snello e la rapidita’ delle istruttorie – ha precisato Domenichelli – consentiranno alle agevolazioni di essere davvero fruibili: viviamo in un mercato i cui cambiamenti sono rapidi e repentini. Per questo ridurre i tempi di realizzazione di un progetto d’impresa e’ l’elemento discriminante tra il successo o meno”.