di Davide PASSONI
Ma tant’è. E allora, giusto per completezza d’informazione, ecco le altre novità dell’ultima (o penultima?) ora: abolizione delle Province (per chi ancora crede a Babbo Natale), prelievo del 3% sui redditi alti, a partire dai 300mila euro (non più 90mila secondo la versione ferragostana), ossia il cosiddetto “contributo di solidarietà“; stretta sulla pensione delle donne, con adeguamento dell’età pensionabile di chi opera nel settore privato a quello pubblico dal 2014.
Il tutto con la Merkel che, per la prima volta, ci ha scaricato paragonandoci apertamente ai derelitti greci (potere dell’ennesima stangata elettorale presa in patria); con le agenzie di rating mondiali che caricano l’artiglieria pesante contro l’Italia; con Napolitano (sant’uomo…) che non sa più con che parole invocare responsabilità e coesione; con la stampa internazionale che da giorni demolisce l’immagine della nostra classe politica.
Il tutto nel giorno in cui la Cgil ha scioperato contro la manovra, tuonando contro le misure contenute nell’articolo 8, che prevedono contratti aziendali in deroga a quelli nazionali e alle leggi in materia di licenziamento, intaccando il totem dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. “Irresponsabile”, secondo il segretario nazionale del sindacato Susanna Camusso, la manovra; irresponsabile, secondo molti, lo sciopero in un momento così delicato. Punti di vista. Mentre il baratro si avvicina e corrervi incontro in ordine sparso serve solo a dimenticare che nessuno ha un paracadute.