Donne: la percentuale di rappresentanza piace, ma perchè accontentarsi?

L’Affi ha organizzato giovedi 29 settembre a Roma, nella sede della Casa Internazionale delle Donne, un seminario di approfondimento sulle modalità e le forme delle rappresentanza politica.

In collaborazione con Noi Rete Donne, Il seminario è il sunto di un lavoro di anni, se non di vite intere, da parte di donne da sempre impegnate nel femminismo, che ha riscosso il consenso di senatrici e deputate dell’intero schieramento politico, proponendo un’ipotesi di fattibilità di riforma elettorale inclusiva e sostenibile, mirata al rinnovamento delle classi dirigenti e al riequilibrio della rappresentanza.

Ecco il pensiero di  Irene Giacobbe, che alla presidenza dell’Affi, Associazione Federativa Femminista Internazionale, insieme ad Edda Billi, ha spiegato il senso di questo seminario.

“E’ un incontro di approfondimento e di verifica della nostra proposta di miglioramento delle leggi elettorali, ad ogni livello, che abbiamo già presentato in un incontro con Parlamentari e senatrici, alla Camera dei deputati, il 16 dicembre 2010. Obiettivo della proposta è il raggiungimento di una democrazia paritaria, che veda cioè una presenza PARI di uomini e donne.

Women friendly”  è un documento che nella prima parte fotografa la situazione di disparità e il deficit esistente nella rappresentanza politica in Italia e quindi presenta correttivi e proposte concrete per modificarla.            

E’ rivolto al Parlamento e a tutti i partiti, suggerisce una serie di misure realistiche per superare il divario esistente nella presenza di uomini e donne sia nelle due Camere che nelle amministrazioni locali. Sia per il sistema proporzionale, a liste bloccate, o con preferenze, o con collegi “uninominali” abbiamo individuato e proponiamo un metodo: l’alternanza uomini-donne per le liste bloccate.

Nasce poi il laboratorio 50 & 50, da un documento “ciò che voglio- ciò che non voglio” nel quale proponevo ad una assemblea di donne, alla Casa internazionale delle donne, di intervenire subito per modificare quell’obbrobrio di legge elettorale che il Governo Berlusconi aveva approvato.

La tesi di fondo era: se siamo il 52% della popolazione perché dovremmo accontentarci di una “percentuale” di rappresentanza? Vogliamo una rappresentanza almeno pari! Successivamente la doppia preferenza di genere è stata introdotta nella legge elettorale della Regione Campania.

Sono consapevole, come mi piace spesso affermare che “i cambiamenti non li possono fare quelli che devono essere cambiati”, ma spero “che sagge parole in sagge orecchie trovino ascolto” perché oggi la forza e la tenacia delle donne la loro razionalità e competenza sono indispensabili.”

Marco Poggi