Se l’imprenditoria italiana ha i capelli bianchi

di Alessia CASIRAGHI

Imprenditori italiani sempre più vecchi. Nonostante le recenti manovre del governo a sostegno dell’imprenditoria giovanile e della creazione di nuove start up – anche con 1 euro si può fare impresa -, il tessuto imprenditoriale italiano diventa sempre più vecchio.

Rispetto al 2010, l’incidenza delle imprese giovanili scende dall’11,8% del 2010 all’11,4% del 2011. E’ quanto rivela uno studio condotto dall’Osservatorio di Unioncamere sull’imprenditorialità giovanile, elaborando i dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio.

Per imprese giovanili si intendono le ditte individuali il cui titolare abbia meno di 35 anni, o le società di persone in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni, o ancora società di capitali in cui la media dell’età dei soci e degli amministratori sia inferiore al limite d’età di 35 anni.

L’indagine ha evidenziato come le attuali 700mila imprese di under 35 hanno registrato un calo del 3,6% rispetto al 2010, contando al netto 26mila unità in meno.

Ma qual è la causa dell’innalzamento d’età dell’imprenditoria made in Italy? La riduzione delle aziende under 35 si spiega sia con il graduale superamento della soglia dei 35 anni da parte di un elevato numero di imprenditori. Dall’altro lato si evidenzia un netto rallentamento delle iscrizioni di imprese giovanili, soprattutto nella seconda metà del 2011.

Lo scorso anno solo 135mila giovani, nonostante uno scenario economico reso difficile dalla crisi e dalla difficoltà di ottenere finanziamenti, hanno deciso di avviare una nuova impresa.

L’INPS sbarca su Facebook

L’INPS al tempo di Facebook. L’Istituto Nazionale per la previdenza sociale diventa social. E si fa in tre: accedendo al social network si potrà usufruire infatti di tre pagine dedicate ai servizi e alle informazioni circa le novità in materia di previdenza sociale.

C’è la pagina dedicata a ‘Riscattare la laurea’, già a quota 4.000 ‘I like’, che raccoglie tutte le informazioni circa le modalità di riscatto degli anni universitari a fini previdenziali.

Solo, si fa per dire, 2.000 ‘I like’ per la pagina Facebook dedicata invece a ‘Utilizzare i buoni lavoro’, per conoscere tutti gli strumenti di pagamento riservati esclusivamente al lavoro occasionale accessorio, svolto in modo discontinuo e saltuario, ovvero senza la sottoscrizione di un contratto di lavoro.

Ultima nata invece la pagina ‘Gestire il lavoro domestico’, che contiene tutte le informazioni utili per la gestione di un rapporto di lavoro domestico, dall’assunzione fino alla cessazione del rapporto di lavoro, passando per il calcolo dei contributi dovuti e le modalità di pagamento.
La pagina rappresenta inoltre una guida utile per evitare di incorrere in errori e omissioni, sia da parte del datore di lavoro sia da parte del lavoratore.

Per conoscere tutti i dettagli in materia previdenziale delle nuove pagine Facebook ufficiali dell’INPS, è sufficiente registrarsi sul social network con un proprio account e digitare nella sezione cerca le diverse stringhe di argomenti. Una volta trovata la pagina, basterà cliccare su ‘I like’ per conoscere tutti i dettagli delle iniziative, costantemente aggiornate.

Burocrazia: ma quanto mi costi?


Piccole e medie imprese costrette a fare i conti con una burocrazia sempre più cara e severa. Secondo le stime della Cgia di Mestre il peso degli obblighi contributivi in materia di lavoro, ambiente, privacy, sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi peserebbe sulle azienda per una cifra che raggiunge quota 23 miliardi di euro l’anno. Il settore che incide maggiormente sui bilanci delle pmi resta comunque quello del lavoro e della previdenza sociale.

Qualche dato? Fra tenuta dei libri paga, comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro, denunce mensili dei dati retributivi e contributivi, retribuzioni e autoliquidazioni le piccole e medie imprese italiane si vedono sfilare dalle tasche 9,9 miliardi di euro l’anno.

“Se con un colpo di bacchetta magica fossimo in grado di ridurne il costo della metà – ha sottolineato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – libereremo 11,5 miliardi di euro all’anno che potrebbero dar luogo, almeno teoricamente, a 300.000 nuovi posti di lavoro”. Il macigno della burocrazia costringe le imprese a diffidare dalle nuove assunzioni, paralizzando e ostacolando la crescita del nostro sistema economico.

A gravare sul bilancio delle pmi per un valore di 3,4 miliardi di euro l’anno, sono inoltre le spese inerenti alla salvaguardia dell’ambiente: autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono voci con cui bisogna confrontarsi a fine anno.

Il conto della burocrazia si fa sempre più salato se si guarda alle altre voci in bilancio:

2,8 miliardi di euro per gli adempimenti amministrativi (dichiarazioni dei sostituti di imposta, comunicazioni periodiche ed annuali Iva)
2,2 miliardi di euro per la privacy
1,5 miliardi di euro per la sicurezza sul lavoro 1,4 miliardi di euro per la prevenzione incendi
1,2 miliardi di euro per gli appalti
600 mila euro per la tutela del paesaggio e dei beni culturali

Catania: workshop “Credito e agricoltura”

Facilitare l’accesso al credito per gli imprenditori agricoli e mettere loro a disposizione strumenti finanziari affidabili per aiutarli a superare la crisi congiunturale.

È questo l’obiettivo dei nuovi strumenti messi a punto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con il supporto tecnico dell’Ismea e la collaborazione di Borsa Merci telematica italiana (Bmti) e dell’Abi, che saranno al centro del workshop “Credito e agricoltura: nuove opportunità per le imprese” che si terrà domani, martedì 28 febbraio a Roma.

In particolare sarà presentato un ampio ventaglio di nuovi strumenti tra cui il Fondo credito, istituito con il decreto legge sulle liberalizzazioni, forme innovative di garanzia in agricoltura e l’estensione delle garanzie Ismea ai finanziamenti di breve termine, anche a fronte di transazioni commerciali. Saranno inoltre presentati una serie di servizi finanziari di assicurazione e di factoring legati alle transazioni effettuate sulla piattaforma della Bmti.

I lavori, che si terranno presso la sede di Unioncamere (Piazza Sallustio 21) a partire dalle 10.30, saranno aperti dal Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, mentre le conclusioni (alle ore 12.40) saranno affidate al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania. Nel corso del workshop interverranno, tra gli altri, il Presidente di Ismea Arturo Semerari, il Coordinatore degli Assessori regionali Dario Stefano e il presidente di Bmti S.c.p.a. Francesco Bettoni. Al termine dei lavori, alle 13, è prevista una conferenza stampa del Ministro Catania.

Fonte: agenparl.it

Parte il nuovo Inail in linea

Il nostro Istituto per la prevenzione infortuni e la sicurezza sul lavoro ha deciso di offrire un nuovo servizio che permetterà di offrire assistenza dedicata al lavoratore che ha subito un infortunio, ossia parte così il nuovo Inail in linea gestito dal Contact center multicanale INAIL-Inps: utile non soltanto per i diretti interessati e dal forte valore sociale.

Per voce di Enzo Paesano della direzione centrale Programmazione organizzazione e controllo dell’INAIL (DcPoc), “Dopo una fase di sperimentazione nel 2011, il servizio sarà ufficialmente operativo dal prossimo 1° marzo. Si tratta di un approccio innovativo nella gestione della relazione col cliente, reso possibile dall’evoluzione tecnologica e dei sistemi di conoscenza dei nostri utenti, e che qualifica ulteriormente i servizi del Contact center non più solo come ‘reattivi’ alle richieste da loro avanzate, bensì ‘proattivi’ e in grado, dunque, di anticiparne i bisogni. In questo caso, contattandoli ‘a domicilio’ e dando loro tutte le informazioni necessarie per gestire al meglio i delicati momenti post-infortunio“.

Il punto di partenza di tutto il servizio sono le banche dati dell’Istituto dove, attraverso l’acquisizione del certificato medico, si ha conoscenza dell’avvenuto incidente sul lavoro e, in particolare, dei giorni di prognosi assegnati. Appena avuta notizia dell’infortunio viene trasmesso al Ccm uno specifico file con i particolari dell’evento (opportunamente filtrati per garantire il massimo livello di privacy) con il numero di telefono del lavoratore e uno script relativo agli adempimenti e alle informazioni utili in relazione alla specificità del caso.

INAIL in linea ha comportato la modifica del certificato medico di infortunio lavorativo e della relativa modalità di trasmissione telematica rendendo obbligatorio, a partire dal 3 febbraio, in fase di compilazione dei moduli l’inserimento del numero di telefono al fine di consentire un contatto più immediato del lavoratore.

Sempre per Ferraro, “La fase di sperimentazione, che ha interessato nel complesso circa 400 infortunati, ha permesso di registrare da subito un alto livello di consensi. In particolare, soprattutto per la sua utilità nell’evitare il rischio di incorrere in errori burocratici che potrebbero determinare ritardi nella gestione del caso da parte delle sedi territoriali“.

Davide SCHIOPPA

 

Migliora la fiducia per imprese, commercio e servizi

Nei servizi peggiorano sensibilmente i giudizi sul livello degli ordini, ma migliorano le attese relative alla medesima variabile e quelle riguardanti la situazione economica generale del Paese.

Circa l’occupazione, migliorano le attese, ma peggiorano i giudizi e il saldo relativo all’andamento degli affari. Scendono anche le attese sulla dinamica dei prezzi di vendita.

Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, che rialza la testa dopo una discesa ininterrotta che proseguiva da luglio 2011 e che aveva fatto registrare il minimo storico a gennaio, recuperano sia i giudizi sia le attese sulle vendite, mentre risulta stabile il saldo dei giudizi sul livello delle scorte di magazzino.

Inoltre l’indicatore sale in entrambe le tipologie distributive del commercio al dettaglio, passando da 65,9 a 67,9 nella grande distribuzione e da 89,0 a 92,8 nella distribuzione tradizionale.

Fonte: confesercenti.it

L’Emilia Romagna si illumina di fotovoltaico

L’Emilia Romagna si veste di green. E punta al fotovoltaico. La Regione ha aperto un bando per concedere fino a 13 milioni di finanziamenti a tutte le imprese del territorio che promuoveranno interventi volti alla sostituzione delle strutture in amianto con pannelli fotovoltaici.

L’Emilia Romagna si allinea così con quanto stabilito dalla normativa prevista dal pacchetto clima-energia stilata dalla UE: l’obiettivo è la riduzione dell’emissione di gas serra e del consumo di energia fino al 20%, attraverso il potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili.

L’iniziativa è volta a 214 imprese del territorio selezionate che potranno beneficiare di contributi fino a 3 milioni di euro per quanto riguarda la rimozione dell’amianto, e fino a 6 milioni e mezzo di euro per installare nuovi pannelli fotovoltaici. Inoltre una parte degli incentivi sarà destinata ad interventi di coibentazione degli edifici.

Sostenibilità ambientale e green economy si traducono grazie alla nuova iniziativa promossa dall’Emilia Romagna nella creazione di ambienti di lavoro più salutari, tramite l’eliminazione di circa 210 mila metri quadri di amianto, che verranno sostituiti da oltre 23 mila KW di pannelli fotovoltaici. Ambienti meno inquinanti e più sicuri, per l’uomo e per l’ambiente.

“Solo nel 2011 sono stati oltre 50 gli abbandoni, a volte con pochi materiali, altre volte con pacchi di lastre, e il costo di smaltimento ricade quasi sempre sulla collettività” ha sottolineato Massimo Becchi di Legambiente, che a proposito della persistenza dell’amianto nel territorio denuncia: “basta addentrarsi in vie secondarie o carraie per trovare dell’Eternit abbandonato cui si aggiunge il problema del degrado di vecchi edifici industriali o zootecnici, con crolli di parte del tetto e la conseguente dispersione e frantumazione della copertura in Eternit”.

E-commerce: il web seduce le microimprese

di Alessia CASIRAGHI

Piccole e medie imprese italiane sempre più virtuose e soprattutto virtuali. Vendere o acquistare prodotti e servizi online non è più un tabù per l’imprenditoria made in Italy, ma rischia di diventare un vero e proprio trend.

E’ quanto rivela l’indagine annuale condotta da Epson Micro business sulle Pmi Italiane, nell’ambito del settore Epson Business Council. I dati sono eloquenti: il 94% delle piccole imprese da 1 a 10 dipendenti utilizza e-commerce e siti vetrina per vendere i propri prodotti e servizi, mentre l’89% dichiara di acquistare online.

Ma le nuove tecnologie (dal web, all’e-commerce, ai social network) come influenzano il business delle piccole e medie imprese italiane?

La rete, conferma Epson Micro business, è uno strumento vantaggioso e dalle potenzialità estreme per la piccola realtà imprenditoriale italiana: fare business online con strategie Web mirate, o di marketing online, che punti alla visibilità dell’azienda anche sui social network, rappresenta un’occasione unica per le aziende.

Già molte Pmi si rivolgono a servizi di consulenza e Web agency per migliorare e ottimizzare la propria visibilità online, realizzando siti internet vetrina, e-commerce e blog aziendali per rafforzare la presenza e l’identità del proprio brand in rete.

Andrea Granelli, rappresentante italiano Epson Business, ha sottolineato poi come l’adozione di strategie a lungo termine, con una particolare attenzione all’evoluzione degli strumenti di Marketing online, risulta vincente e più redditizia dal punto di vista economico rispetto alle strategie di crescita aggressiva e direttiva normalmente impiegata da molte aziende.

Milleproroghe: il decreto diventa legge

Gli emendamenti contenuti nel decreto Milleproroghe da oggi diventano legge: dopo la fiducia alla Camera, il maxi-emendamento ha ottenuto l’ok anche del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il capo dello Stato ha sottolineato inoltre che la Corte costituzionale ha annullato alcune disposizioni del Milleproroghe 2011 (DL n.225/2010) per “estraneità alla materia e alle finalità”.

Ecco le principali novità contenute nel Milleproroghe 2012

Pensioni: i lavoratori in prossimità dell’età pensionabile che hanno ricevuto dalle aziende un incentivo all’esodo, che con la riforma rimarranno senza stipendio e senza pensione, potranno andare in pensione con il vecchio sistema pensionistico. La data dell’interruzione del rapporto con l’azienda e’ fissata entro il 31 dicembre 2011 compreso.
I lavoratori precoci, sino al 2017, potranno andare in pensione con 42 anni di contributi, anche se non avranno compiuto 62 anni di età. Nell’anzianità contributiva saranno conteggiati gli anni effettivamente lavorati, compresi maternità, leva militare, infortunio, malattia e cassa integrazione.

Lavoro: previste proroghe per le assunzioni e le graduatorie dei concorsi nella Pubblica amministrazione, sarà aperta una “fascia aggiuntiva alle graduatorie già esistenti per una limitata categoria di personale docente abilitato”.

Assicurazioni: le minusvalenze derivanti dalla svalutazione dei titoli di Stato non peserà sul patrimonio delle compagnie assicurative.

Sigarette: è previsto un innalzamento del prezzo dei tabacchi lavorati.

Scuola: rinviati al 2013 i tagli (50% rispetto alle risorse stanziate nel 2009) alla spesa per il personale della scuola degli enti locali.

Comuni: proroga di nove mesi per i Comuni sotto i 1000 abitanti per quanto riguarda il loro accorpamento e la costituzione in Unioni di Comuni.

Rimborsi elettorali: consentiti i rimborsi per le elezioni regionali in Molise dello scorso ottobre anche se le spese sono state notificate fuori dai termini previsti.

Vigili: possibili le nuove assunzioni a tempo determinato fino a tutto il 2013 per i vigili urbani nei comuni turistici durante i periodi di maggiore affluenza.

Agenzia delle Entrate: valida sino al 2012 la graduatoria del 2009 per l’assunzione dei funzionari all’Agenzia delle Entrate.

Sistri: prorogata l’entrata in vigore del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) al 30 giugno 2012.

Vittime amianto: le erogazioni dei benefici previdenziali per coloro che sono stati vittima delle malattie provocate dall’amianto proseguiranno anche per tutto il 2012.

Design industriale e storico: ridotta a due anni la proroga della moratoria per la tutela del design industriale storico. La nuova data di scadenza prevista è per il 2014 e non più per il 2016.

In Italia gli stipendi più bassi d’Europa

Un lavoratore italiano guadagna in media la metà che un dipendente in Germania, Lussemburgo e Olanda. Lo dicono i dati nell’ultimo rapporto diffuso da Eurostat “Labour market Statistics”, prendendo come riferimenti gli stipendi lordi annui del 2009: il Bel Paese si piazza al 12° posto nell’area euro, più in basso di Irlanda, Grecia, Spagna e Cipro.

“In Italia abbiamo salari bassi e un costo del lavoro comparativamente elevato. Bisogna scardinare questa situazione, soprattutto aumentando la produttività” ha commentati il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che si è detta però fiduciosa sulla possibilità di un’intesa sulla riforma del lavoro e del temuto articolo 18.

Ma veniamo ai dati emersi dall’indagine Eurostat: il valore medio dello stipendio annuo in Italia per un lavoratore di un’azienda dell’industria o dei servizi (ovvero con almeno 10 dipendenti) è pari a 23.406 euro.
In Lussemburgo il medesimo valore medio si attesta a quota 48.914 euro, in Olanda 44.412 euro e in Germania a 41.100 euro. L’Italia è prima solo su il Portogallo (17.129 euro l’anno).

Il rapporto diffuso da Eurostat amplia lo sguardo anche sui dati di crescita delle retribuzioni lorde annue dell’Eurozona: l’avanzamento per l’Italia risulta però tra i più ridotti. Dal 2005 al 2009 il rialzo è stato del 3,3%, molto distante anche dai dati sulla crescita riportati da Spagna ( +29,4%) e Portogallo (+22%).

Una buona notizia per l’Italia, arriva quantomeno dalle differenze di retribuzioni tra uomini e donne, quello che Eurostat chiama “unadjusted gender pay gap”. Ma si tratta solo di un’illusione: l’Italia, con un gap tra uomini e donne attorno al 5% è di gran lunga sotto la media europea, pari invece al 17%, risultando seconda solo alla Slovenia.