Un passaggio chiave della missiva di Alemanno: “E’ importante però evidenziare che a tale Fondo, oltre ai lavoratori parasubordinati, fanno anche riferimento ai sensi della Legge 335/95 i professionisti privi di cassa autonoma, quali i tributaristi che mi onoro di rappresentare, i quali già da anni applicano, per il versamento dei contributi previdenziali, una percentuale (27%) che in taluni casi è il doppio di quelle delle casse professionali private e comunque la più alta in assoluto nell’ambito del lavoro autonomo, prelievo contributivo che già oggi ha raggiunto livelli pressoché insostenibili“.
Alemanno, che nei prossimi giorni non esclude ulteriori iniziative e chiederà un incontro al Ministro del Lavoro Elsa Fornero, conclude: “In questi anni ho spesso sottolineato, ai vari titolari del Dicastero del Lavoro, la necessità di separare nell’ambito del suddetto Fondo previdenziale i parasubordinati dai professionisti autonomi, riconoscendo che sarebbe stato giusto portare, per il lavoro parasubordinato, la contribuzione in linea con quello subordinato, anche se forse oggi i gravi problemi lavorativi e di reddito del Paese e quindi dei parasubordinati (normalmente soggetti deboli nel rapporto contrattuale) sarebbero ulteriormente aggravati dall’incremento del terzo a loro carico. Ciò detto, Signor Presidente e Sigg. Membri del Governo, nell’ambito della discussione parlamentare, Vi chiedo di escludere i professionisti dall’incremento previsto dal DDL, con il carico contributivo già sopportato in questi anni più di tanti altri abbiamo fatto (e stiamo facendo) la nostra parte di sacrifici“.