Sul piano territoriale, l’andamento è eterogeneo: le province dell’Aquila e di Chieti, infatti, hanno realizzato i peggiori risultati con 221 e 172 unità in meno, seguite da Teramo con un decremento di 10, mentre Pescara con 60 unità in più è l’unica a registrare addirittura un incremento. Nell’artigianato, male tutte le province: più vistoso il decremento a Teramo e L’Aquila decrescono più vistosamente rispettivamente di 189 e 175 unità, Pescara e Chieti più lievemente di 107 e 78.
Tra i settori, mentre continua a registrare perdite notevoli l’agricoltura (-498 unità), consistenti sono pure i decrementi nei settori delle costruzioni (-153), dell’industria (-110) e del commercio (-106). Picchi negativi, sul piano territoriale, soprattutto nelle costruzioni a Teramo (-126), all’Aquila (-83) e Pescara (-56), diminuzioni consistenti nell’industria a Chieti (-45), all’Aquila (-45), a Teramo (-35) e a Pescara (-20). In generale, la distribuzione delle nuove imprese per attività economiche penalizza il Chietino nell’agricoltura (-296); il commercio (-96) all’Aquila; nelle costruzioni (-75) a Teramo. Bene solo le attività ricettive: con Pescara a +63; L’Aquila a +52, Teramo a +28; Chieti a +20. Infine, Il settore dei servizi segna un aumento di 94 unità a Teramo, di 65 a Chieti e di 48 a Pescara. «I dati negativi emersi dall’analisi della dinamica delle imprese – illustra Ronci – confermano che l’economia regionale si trova in piena recessione e va peggio di quella italiana. Fatto ancor più grave perché il confronto negativo è anche con il Mezzogiorno: dal 2000 al 2011 l’Abruzzo ha cumulato uno spread negativo in termine di Pil di 5,2 punti percentuali rispetto al valore nazionale e di 1,9 punti percentuali nei confronti di quello del Mezzogiorno».
Quattro mosse per aiutare il sistema delle imprese a uscire dalla crisi: meno tasse, più credito, meno spesa improduttiva, pressione ridotta anche dagli enti locali. Sono le proposte avanzate dal direttore regionale della Cna, Graziano Di Costanzo, che commentando i risultati negativi relativi all’andamento delle imprese nel primo semestre del 2012, sostiene che «occorrono azioni decise ed immediate per rilanciare il nostro sistema produttivo, pena una definitiva emarginazione». A detta della Cna abruzzese, l’obiettivo è mettere insieme almeno 200 milioni di euro destinati allo sviluppo ed al rilancio dei consumi interni, mercato di riferimento dell’artigianato e di vasti settori della piccola impresa.
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