Ma la crisi è andata in ferie?

di Davide PASSONI

C’era una volta, nell’antica Grecia, la cosiddetta “tregua olimpica”: durante i Giochi, tutte le guerre erano sospese, esisteva solo una pace temporanea per poter svolgere le gare in un clima, se non di fratellanza, almeno di momentanea serenità.

In questo agosto olimpico, pare che la tregua interessi le nostre aziende e la crisi che le ha colpite. Ci avete fatto caso? In questo periodo non si sente parlare di fatturati in crollo, chiusure, debiti, suicidi per mancanza di lavoro. Al massimo si tiene un occhio al dio spread dei Btp per il quale, ogni volta che scende sotto i 500 punti rispetto ai Bund tedeschi, pare ci sia da stappare una bottiglia di quello buono, dimenticandosi che uno spread sopra i 450 è sempre una bomba a orologeria per la nostra economia e per il sistema Paese nel suo complesso.

Però, per il resto, nulla. Nonostante la gente vada sempre meno in ferie (lo dicono le statistiche), sembra che in questo agosto la crisi sia andata in vacanza pure lei. Ebbene, noi di Infoiva non ci crediamo e vogliamo lanciare un appello; non per essere gufi, rompiscatole o rovinare quel poco di relax che ci portiamo in spiaggia in questi giorni, ma per essere realistici: settembre è dietro l’angolo, imprese italiane non mollate la presa e tenete alta l’attenzione.

L’autunno che ci aspetta non sarà caldo solo per le manifestazioni di piazza ma anche, e soprattutto, per un’altra piazza, Piazza Affari. Se la speculazione tornerà ad attaccarci, la prima a soffrire sarà l’economia reale, i professionisti, le piccole imprese; che ancora fanno gli scongiuri perché non ci sia il tanto paventato aumento dell’Iva. Il premier Monti continua a predicare tranquillità, ma dovrà fare i conti con gli scenari autunnali che ancora non si sa quale consistenza avranno.

Per cui, imprese, godetevi un po’ di riposo, ricaricatevi, ma occhio: la crisi non è andata in vacanza, le tasse sono ancora lì (l’Imu in primis), i mercati sono quello che sono, sia in Italia che in Europa. Nervi saldi, che l’ultimo sprint per chiudere il 2012 sarà decisivo per la sopravvivenza di tutte voi. Vi auguriamo di cuore di essere come e più di Usain Bolt, in questo sprint. Perché la tregua olimpica finirà, e con essa la tregua (falsa) della crisi.