Siamo all’inizio degli anni ’50, all’indomani degli stravolgimenti causati dalla Seconda Guerra Mondiale. In un’area compresa fra le province di Modena e Reggio Emilia sono circa una decina le imprese artigianali impegnate nella produzione di ceramica per pavimenti e rivestimenti: in soli 10 anni il numero di aziende cresce a ritmo esponenziale grazie alla domanda crescente di beni per l’edilizia, alla disponibilità di materie prime – le colline brulle di argilla rossa – ma soprattutto all’intraprendenza e alla volontà di giovani donne e uomini.
Alla fine degli anni’60 quello che oggi viene definito il Distretto Ceramico di Sassuolo conta oltre 200 imprese, destinate a far conoscere le loro ceramiche simbolo del made in Italy nei 4 Continenti.
Quest’oggi la striscia di terra compresa fra i Comuni di Formigine, Fiorano, Maranello, Prignano e Sassuolo si è trovata di fronte ad una nuova inaspettata e violenta sfida da affrontare: la ricostruzione dopo il sisma che l’ha colpita lo scorso maggio. Ma è dalla volontà del piccolo che si ricomincia, e da quell’unione che insieme fa la forza.
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