Franchising, una risposta alla crisi? Sì, ma con giudizio

di Davide PASSONI

Nella penuria di occupazione che affligge l’Italia in questo 2012 da dimenticare, molte sono le persone che, estromesse dal mercato del lavoro, hanno provato a iniziare un’avventura imprenditoriale. Tanti lo hanno fatto aprendosi una partita Iva, cercando di mettere a frutto le loro esperienze e aprendo un’impresa. Molti, invece, hanno puntato su un modo diverso di fare impresa, il franchising.

Un settore che sembra reggere meglio di altri ai colpi della crisi e che per questo ha attirato l’attenzione di tanti aspiranti imprenditori. Le cifre parlano chiaro: nel 2011, già anno difficile a causa della crisi, il giro d’affari del comparto è cresciuto di 166 milioni di euro rispetto al 2010, con un 85% dei franchisee nella fascia compresa tra i 25 e i 45 anni. Lo sappiamo bene noi di Infoiva che ogni giorno, nella sezione Idee & Opportunità, riportiamo un’offerta di franchising che riteniamo interessante.

Il franchising è dunque un’occasione ghiotta per chi vuole reinventarsi (o inventarsi…) imprenditore, ma che presenta tante peculiarità. Intanto, è necessario avere comunque una “predisposizione” all’imprenditorialità, non bastano esperienza e buona volontà. Poi, un capitale di base da poter investire è quasi sempre richiesto dai cosiddetti franchisor. Infine (ma altre sarebbero le doti da sottolineare), si deve avere fiuto per il settore nel quale ci si vuole cimentare e questo implica una buona conoscenza dei mercati e dei settori merceologici.

Insomma, il franchising può essere un buon antidoto alla crisi, ma deve essere avvicinato con attenzione e cognizione di causa. Ecco perché la scelta di dedicare il focus settimanale a questo mondo: per capirne un po’ di più e aiutare che vuole cimentarsi nel settore a farlo con qualche strumento utile per capirne dinamiche, problemi e opportunità.