Il ruolo primario dei consulenti del lavoro in tempo di crisi

I consulenti del lavoro rappresentano una figura professionale molto in auge in questo periodo, perché hanno saputo, con i loro interventi, tamponare, almeno in parte, l’emorragia di posti di lavoro, in particolare nelle piccole e medie imprese.

Questo è il concetto che Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, ha voluto esprimere in occasione del Congresso Straordinario di categoria all’Auditorium della Conciliazione di Roma, alla presenza del ministro della Giustizia, Paola Severino.

L’assistenza continua nei confronti delle pmi rappresenta la principale finalità da parte dei consulenti del lavoro ma, per poter svolgere le loro mansioni al meglio, i professionisti di categoria chiedono a gran voce: “la semplificazione amministrativa, la necessità di monitoraggi preventivi all’emanazione delle norme, questo per evitare effetti discorsivi sul mondo del lavoro e sulla società“. E la presidente dei consulenti del lavoro ha denunciato anche “il peggioramento della qualità dei servizi erogati da alcuni interlocutori istituzionali“.

Per essere più incisivi nei loro interventi, ed offrire consulente sempre più precise, i consulenti hanno, negli ultimi anni, acquisito nuove funzioni e competenze professionali, soprattutto per quanto riguarda il contenzioso tributario, l’intermediazione e selezione del personale, la certificazione dei contratti di lavoro e conciliazione e arbitrato nelle controversie di lavoro, mediazione civile e commerciale.

Calderone ha infine aggiunto: “Un ruolo attivo nella deflazione del contenzioso del lavoro é la dimostrazione concreta dell’impegno sociale della professione che é profondamente conscia che la mole e la durata dei contenziosi giudiziari in Italia, é uno dei principali fattori di allontanamento degli investimenti esteri dal nostro Paese“.

Vera MORETTI