Bene le banche estere in Italia

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Il quarto rapporto dell’Aibe, l’Associazione Banche Estere in Italia, ha reso noto alcuni dati riguardanti le banche estere operanti in Italia:
Si tratta in tutto di 102 istituti presenti su territorio nazionale con 2.700 sportelli, quote di mercato in ambito finanziario e dei capitali, nonché 37.000 dipendenti, che rappresentano il 16% del sistema bancario italiano.

Sono risultati significativi perché, rimanendo stabili rispetto al 2011, sono in controtendenza rispetto alle banche italiane, che nello stesso periodo hanno ridotto il loro organico del 7% nello stesso periodo.

A pesare sull’Italia sono soprattutto la tassazione superiore alla media europea, le incertezze normative, il credit crunch e la macchina burocrativa e amministrativa.
Ma non solo: la dimensione del debito pubblico e la necessità di riforme strutturali frenano di molto la raccolta di provenienza estera nel mercato italiano del private equity e venture capital, che scende dal 57% nel 2011 al 35% nel 2012: dal 2005 al 2008 il mondo estero contribuiva al mercato del private equity per 1,8 miliardi di euro mentre dal 2009 in poi solo per 300 milioni.

Anche gli impieghi si trovano in affanno, perché, rispetto all’anno precedente, nel 2012 sono stati ridotti del 5%, ma costituiscono ancora nel 2012 il 15,8% del totale del sistema bancario italiano.

Segnali positivi arrivano dai mutui erogati: se si considerano i primi cinque istituti, ovvero Barclays, Bnp-Bnl, Deutsche bank, Gruppo Cariparma-Credit Agricole e Ing, si scopre che sempre l’anno scorso si sono registrati 15 miliardi in più di mutui emessi, in controtendenza rispetto alla media nazionale che segnala -3.4%.

Vera MORETTI