Di Luccio: “Basta competizioni, per il turismo serve gioco di squadra”

In questa nostra settimana dedicata al turismo, oggi abbiamo incontrato il responsabile della Promozione Turistica del FAI (Fondo ambiente italiano) Marco Di Luccio, per una veloce chiacchierata sullo stato di salute del turismo italiano e sulle mete protette preferite dai turisti stranieri.

Dott. Di Luccio, il turismo può tornare ad essere ancora il petrolio d’Italia?
Ne sono assolutamente convinto, lo sviluppo del turismo in un Paese come il nostro è fondamentale. Perdere l’opportunità di sfruttare le meraviglie paesaggistiche e culturali della nostra terra sarebbe un delitto.

Che cosa manca all’offerta turistica italiana per essere competitiva sui mercati mondiali, specialmente quelli emergenti?
Credo fortemente che manchi la capacità di fare sistema, sotto tutti i punti di vista. La capacità di attrarre turisti deriva dalla coesione e dalla sinergia tra gli attori che operano sul territorio, lasciando perdere effimere competizioni. Un coordinamento di strategie, non per forza centralizzato, per far godere del territorio, in tutte le sue forme, i turisti stranieri e non solo. Ci sono esempi di realtà virtuose che sono riuscite a sviluppare il turismo facendo sistema, progettando sul lungo periodo, come le Langhe e il Salento, credo sia questo l’esempio da seguire.

Quali sono le mete tutelate dal Fai preferite dai turisti stranieri?
Giusto per fare un paio di riferimenti, come non citare l’incredibile sviluppo turistico della zona attorno al Lago di Como, grazie all’effetto Clooney  tra gli americani, e il Bosco di San Francesco ad Assisi, preso letteralmente d’assalto da turisti sudamericani dopo l’elezione al soglio pontificio di Papa Bergoglio.

Jacopo MARCHESANO