Eurospin, il franchising dei discount

Con la crisi e la necessità maggiore, da parte degli italiani, di risparmiare, anche e soprattutto sulla spesa quotidiana, sono sempre più diffusi e frequentati i supermercati discount.

Sono molte le catene presenti su territorio nazionale e, tra queste, c’è anche Eurospin, che opera in Italia con ben 301 punti vendita in franchising.

Per questo motivo, diventare franchisee di questo marchio rappresenta una sicurezza, basta aprire il proprio negozio in una zona dove ancora manca un supermercato Eurospin.

La posizione deve essere centrale o semicentrale, con la possibilità di parcheggio in prossimità e un’ampiezza del locale di almeno 900 mq.

L’investimento iniziale, vista l’entità dell’attività e la dimensione del negozio, è di quelli importanti, ovvero di 400.000 euro, senza l’aggiunta di diritti di entrata o canoni periodici.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Eurospin.

Telecom a supporto delle startup italiane

Prosegue l’impegno di Telecom Italia per sostenere le startup del Belpaese con il progetto Working Capital Accelerator, mentre in Europa supporta come Corporate Member la Startup Europe Partnership (SEP), iniziativa dedicata alle start up digitali.

Si tratta di due importanti opportunità per i giovani imprenditori, con una particolare attenzione nei confronti delle nuove imprese italiane.

Il programma Working Capital di Telecom è attivo dal 2009 ed ha ad oggi aiutato nella crescita imprenditoriale 179 start up nel settore della tecnologia e green, ormai comparti chiave per ogni Paese ma che in Italia purtroppo vanno a rilento.

Telecom mette a disposizione un totale da un milione di euro, suddivisi in 40 finanziamenti alle start up innovative nei settori internet/digitale, mobile e green che supereranno le selezioni di Calls For Ideas 2014 ed entreranno ufficialmente nel programma di accelerazione d’impresa della durata di 4 mesi.

Per dare l’opportunità ai neo imprenditori di scambiarsi impressioni e idee, Telecom ha deciso di realizzare spazi appositi chiamati acceleratori, con strutture ed eventi dedicati a chi ha un’idea di startup e vuole mettersi in gioco.

Startup Europe Partnership, invece, è un’iniziativa che la Commissione Europea ha messo in campo, insieme ad altre cinque, per sostenere le imprenditorialità definite all’interno dell’Entrepreneurship 2020 Action Plan, ovvero le startup digitali.

Tra i membri della SEP c’è anche Telecom Italia, che, come ha confermato Salvo Mizzi, responsabile Digital Market Development di Telecom Italia e ideatore del progetto Working Capital, considera molto importante l’iniziativa: “Siamo orgogliosi come Telecom Italia di essere il primo Corporate Member della Startup Europe Partnership. E’ una conferma dell’impegno dell’Azienda per stimolare l’innovazione tecnologica attraverso le startup e per accrescere nel tessuto imprenditoriale europeo la consapevolezza di tutte le opportunità dell’era digitale, anche grazie all’esperienza maturata con il progetto Working Capital, nato nel 2009 e che da quest’anno premia anche le migliori startup digitali internazionali“.

Vera MORETTI

Triennio in ripresa per le banche italiane

E’ stato stimato che, tra il 2014 e il 2016, le banche italiane registreranno utili cumulati per circa 23 miliardi di euro, recuperando poco più della metà dei 41 miliardi persi nei tre anni precedenti.

Questa notizia, però, non porterà vantaggi immediati, perché, ad esempio, i prestiti a famiglie e imprese si ridurranno ulteriormente nell’anno in corso con una contrazione pari allo 0,6%, per poi riavviarsi, anche se di poco, tra il 2015 e il 2016, per raggiungere il 2,2% di aumento.

Si tratta di previsioni provenienti da Prometeia in occasione del Banking day 2014.
L’anno in corso segnerà un periodo di transizione che riporterà un segno positivo nei bilanci delle banche italiane e che si chiuderà con 2,8 miliardi di utili complessivi.

Ma la buona notizia potrebbe essere smorzata dal Pil negativo registrato nel primo trimestre 2014, una sorpresa in realtà, che rischia di ritoccare per difetto le previsioni di Prometeia.

Per questo motivo, sarà il 2015 l’anno della vera ripresa, anche se le rettifiche sui crediti rimarranno un tema centrale: Prometeia prevede comunque che gli utili cumulati delle banche salgano a 8,5 miliardi di euro, con un Roe del 3,1%.
Il trend positivo proseguirà nel 2016, con utili per 12,2 miliardi e il Roe al 4,4%.

Ha commentato Giuseppe Lusignani, vicepresidente di Prometeia: “Il triennio non presenterà risultati super brillanti ma sarà la dimostrazione che il sistema bancario ha tenuto e che sta recuperando un livello di reddività importante”.

Sul fronte patrimoniale delle banche un ulteriore miglioramento sarà garantito dai 10,5 miliardi di euro di aumenti di capitale in cantiere, che saranno portati a termine entro settembre e che, al netto dei 3 miliardi che Mps destinerà al rimborso dei ‘Monti bond’, daranno al sistema un ulteriore cuscinetto per affrontare gli esercizi della Bce (le banche avranno in media il 10,3% di common equity tier 1 ai sensi di Basilea 3).

A questo proposito, Lusignani ha commentato: “Sull’esito di questi test c’e’ ancora incertezza. Possiamo dire che le banche tra 2012, 2013 e anche all’inizio del 2014 sono state prudenti e hanno alzato i loro livelli di copertura e se e’ a questo che mirava, la Bce ha ottenuto il risultato”.

Vera MORETTI

Torna il Fondo speciale rischi per i precari toscani

Ripartirà a fine giugno il Fondo speciale rischi pensato per agevolare l’accesso al credito dei precari toscani, i quali possono beneficiare di garanzie gratuite sui prestiti richiesti alle banche.

Si tratta di un’iniziativa promossa dalla Regione Toscana per sostenere i lavoratori attivi con contratto a termine che hanno la necessità di richiedere finanziamenti per esigenze di famiglia, di formazione o di scuola, ma anche per motivi inerenti la salute o l’acquisto di beni che possano facilitare l’assunzione a tempo indeterminato.

Attraverso il fondo è possibile ottenere una garanzia gratuita e incondizionata pari all’80% del finanziamento acceso, che non deve superare il tetto massimo di 15mila euro con rate rimborsabili entro al massimo 60 mesi.

Per poter accedere al Fondo occorre rivolgersi direttamente alle banche aderenti, poiché saranno proprio gli istituti di credito a chiedere l’accesso al fondo da parte del richiedente, che non dovrà mostrare altre garanzie.

Vera MORETTI

C’è l’accordo: la Tasi ad ottobre

L’annuncio è poco più che ufficioso: l’acconto Tasi su seconde case, capannoni, negozi e uffici sarà rinviato a ottobre, e non a settembre, ma solo nei Comuni, quasi 6000, che non hanno deciso le aliquote entro venerdì. I Comuni che invece hanno stabilito e comunicato le proprie aliquote pagheranno sempre il 16 giugno, tra cui grandi città come Bologna, Torino, Genova, Napoli, Livorno, Reggio Emilia, Brescia, Modena, Piacenza, Vicenza, Imola, Sassari, Cagliari e Cremona. La conferma è arrivata direttamente dal presidente del Consiglio Matteo Renzi: «è un accordo già raggiunto» con i sindaci, ha precisato il premier ancora ebbro di gioia per il risultato elettorale delle elezioni politiche dello scorso weekend e del resto lo stesso presidente dell’Anci Piero Fassino aveva nei giorni scorsi richiamato la data del 16 ottobre, nonostante il comunicato del ministero dell’Economia avesse parlato di spostamento a settembre. «Il governo ha previsto il rinvio, ma solo per i comuni che vogliono evitare di scegliere l’aliquota per motivi elettorali e per aspettare i nuovi sindaci» ha precisato l’ex sindaco fiorentino.

La Tasi si potrà pagare anche a rate e in caso di credito nei confronti dell’amministrazione comunale, il contribuente potrà applicare la compensazione, cioè detrarre il credito da quanto deve versare al Comune per l’ennesima imposta sui servizi indivisibili. Per esempio a Venezia «nel caso di ulteriore aggravamento della situazione finanziaria del contribuente o di impossibilità momentanea a far fronte al pagamento delle rate», si legge nel regolamento, «sarà possibile un’ulteriore dilazione di massimo 12 rate mensili». In caso di importi importanti «il riconoscimento del pagamento rateale sarà subordinato alla presentazione di idonea garanzia mediante polizza fideiussoria o fideiussione bancaria».

Jacopo MARCHESANO

Audibel, il franchising degli apparecchi acustici

Tra i franchising che offrono prodotti di utilità e servizi alla persona, ci sono quelli che si occupano dell’udito e della distribuzione di apparecchi acustici.

Audibel, ad esempio, è presente in Italia con 27 punti vendita in franchising, ed offre, oltre ad una serie di prodotti per contrastare la sordità, anche servizi, visite e test audiometrici per supportare al meglio i propri clienti.

Per entrare a far parte di questo team, occorre un locale che abbia una superficie di 80 mq, che sorga nelle vie del centro città, per garantire un discreto passaggio.

Audibel offre inoltre una formazione iniziale di 7 giorni, ma richiede personale che abbia già maturato esperienza nel settore.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Audibel.

A Ravenna Festival ecologico hi-tech

La settimana scorsa, dal 21 al 23 maggio, Ravenna è stata capitale dell’alta sostenibilità, con una serie di eventi e di presentazioni a tema.

Questo festival ecologico hi-tech è stato organizzato, per la settima volta consecutiva, da labelab, il network di professionisti guidato da Giovanni Montresori e Mario Sunseri.

La manifestazione ha avuto luogo in 12 sale attrezzate in piazza del Popolo e nelle principali vie del centro, con una serie di conferenze, seminari di formazione e workshop per sensibilizzare i cittadini sul rispetto per l’ambiente.

Giovanni Montresori e Mario Sunseri, co-direttori dell’evento, hanno sottolineato l’importanza dell’hi-tech in campo ambientale: “E’ nel campo ambientale che l’utilizzo dell’hi-tech può permettere lo sviluppo delle aziende italiane del nostro settore creando soluzioni innovative. Il nostro network e l’evento ravennate permettono la promozione, la continua ricerca e la divulgazione delle migliori pratiche che emergono nei servizi ambientali”.

La giornata di conclusione del festival è stata quella più ricca di eventi, a cominciare dalla conferenza sul trattamento e lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto.
Con la partecipazione di illustri relatori del panorama giuridico – tecnico e scientifico italiano è stata affrontata la problematica della dismissione delle 32 milioni di tonnellate di “eternit” ancora presenti sul nostro territorio.

A seguire, è stato dato il via al tradizionale labeCamp, una sorta di non-conferenza con la partecipazione di blogger, giornalisti, esperti ed appassionati di ecologia, tutti accomunati dalla voglia di praticare conversazioni sostenibili.

In chiusura, presso Ravenna Yacht Club, “Luci e ombre sulla gestione del ciclo di vita di uno scafo”, un’iniziativa che è stata definita come un vero e proprio festival formativo che ha coinvolto direttamente e materialmente tutti gli attori.

Vera MORETTI

Made in Italy in mostra all’Icff

Si è svolta, tra il 17 e il 20 maggio a New York presso il Jacob K. Javits Convention Center la 26esima edizione di Icff International Contemporary Furniture Fair, fiera internazionale del mobile contemporaneo.

Per capire l’importanza dell’evento, occorre spiegare che Icff è la principale piattaforma nel Nord America per il design internazionale e globale, che raccoglie una selezione dei migliori prodotti e delle ultime tendenze, sia per il segmento home che per il contract.

Se, come è ovvio, la maggioranza degli espositori provengono dagli Stati Uniti, sono presenti anche marchi provenienti da Canada, Regno Unito, Italia, Olanda, Austria, Belgio, Francia, Norvegia, per un totale di seicento espositori da 38 paesi, per un pubblico di interior designers, architetti, rivenditori, rappresentanti, distributori, facility manager, che hanno fatto registrare circa 30mila presenze.
Undici le categorie di settore, che comprendono arredi, sedute, tappeti, luci, outdoor, materiali, rivestimenti, accessori tessuti, tessile, cucina e bagno.

Tra i brand italiani presenti in fiera, ricordiamo Arflex, De Castelli che ha fatto il suo debutto all’ICFF, Seletti, Rotaliana, Antolini, oltre a un nutrito gruppo di aziende del settore ceramico, riunite nel padiglione multimarca Ceramics of Italy organizzato da Confindustria Ceramica e dall’Agenzia italiana per la promozione del commercio.

Negli stand di Ceramics of Italy ventitré importanti produttori italiani – tra cui Appiani, Ceramica Bardelli, Ceramiche Refin, Cotto d’Este, Emilceramica, Fap, Mosaico+, Sant’Agostino, Simas – che hanno potuto esporre in altrettanti corner aziendali le ultime novità di prodotto e le tecnologie più innovative delle piastrelle e dell’arredobagno Made in Italy.

Il mercato del Nord America è, considerato il più importante al mondo per consumo di prodotti di design e di arredamento, e il trend in crescita è molto incoraggiante, nonostante si tratti di compratori molto attenti ed esigenti, soprattutto quando si tratta di alta qualità.
E, in questi casi, le garanzie del Made in Italy rappresentano un notevole biglietto da visita..

I marchi italiani sono stati protagonisti di eventi che, nei giorni del Salone, hanno animato la Grande Mela, in particolare negli showroom di Soho e del Village.
Molteni, ad esempio, ha presentato il divano Controra e la scrivania Segreto nel flagship store di Greene Street, Lema ha allestito da Dom Interiors (Crosby Street) uno spazio con le novità presentate al Salone, come la vetrina Galerist di Christophe Pillet e il tavolo Shade di Francesco Rota.

Altri appuntamenti anche presso gli showroom di B&B Italia (Greene Street e 58th Street), Cassina (Wooster Street), Boffi con Living Divani (Greene Street), FlexForm (56th Street).

Tra le attrazioni più apprezzate c’è stato Wanted Design, esposizione collettiva di marchi, eventi, installazioni, ambientata nel Terminal Stores Building sull’11th Avenue: sessanta i marchi selezionati da tutto il mondo, tra cui gli italiani Moroso, Cappellini, Gufram, Alessi, Seletti.

Vera MORETTI

Approvato il fondo di salvataggio previsto dall’Ue

E’ stato dato l’ok all’accordo intergovernativo che prevede un fondo salva-banche europeo, previsto dall’Unione bancaria.
La firma dei rappresentanti dei 26 stati membri è avvenuta mercoledì 14 maggio, che ha segnato dunque l’avvio dell’accordo sul “trasferimento e la mutualizzazione dei contributi al fondo unico”.

L’accordo completa la regolamentazione recentemente adottata dal Parlamento Ue che crea il meccanismo unico di risoluzione (SRM), come è stato specificato dal comunicato emanato dal Consiglio: “Il SRM ha lo scopo di assicurare il fallimento ordinato delle banche senza ricorrere ai soldi dei contribuenti”.

Si farà ricorso sistematico al bail-in, cioè contributo dei privati come azionisti e obbligazionisti, in linea con la direttiva su risanamento e risoluzione adottata all’inizio di maggio (BRRD), e sarà poi possibile il ricorso al fondo comune (SRF).
In base all’accordo intergovernativo (IGA) il fondo sarà costituito in otto anni, raggiungendo almeno l’1% del totale dei depositi coperti di tutti gli istituti di credito autorizzati in tutti gli Stati membri partecipanti. La stima per il fondo è che arrivi a 55 miliardi.
Ogni Stato raccoglierà la sua parte con una tassa sulle banche e la trasferirà al fondo comune, che inizialmente sarà costituito da compartimenti nazionali che poi durante gli otto anni si fonderanno.

Questa mutualizzazione dei compartimenti nazionali sarà del 40% il primo anno e del 20% il secondo, e il contributo proseguirà poi in modo progressivo fino a riempire tutto il fondo.
Il contributo di ogni singola banca sarà aggiustato in proporzione al profilo di rischio.

Nel periodo di transizione, cioè fino a che il fondo non sarà pienamente operativo, in caso di necessità si farà ricorso ad un finanziamento ponte che verrà dagli Stati, sostenuti da contributi delle banche, o dal fondo salva-Stati Esm “usato con le regole correnti” cioè prestando agli Stati.

Vera MORETTI

Nuova missiva di Alemanno a Padoan

La lettera scritta da Riccardo Alemanno, presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e al sottosegretario Enrico Zanetti relativi al caos Tasi che, ahimè, sta diventando sempre più incalzante per i contribuenti, non ha sortito l’effetto desiderato.

Per questo, il presidente INT ha deciso di indirizzare al ministro un’ulteriore missiva nella quale ha voluto manifestare la sua profonda amarezza per una proroga che “solo per alcuni contribuenti mitiga il caos creatosi attorno al nuovo tributo/tassa”, colpevole di creare una forte discriminazione “nei confronti di chi possiede immobili nei comuni che hanno deliberato entro i termini previsti, mi spiace pertanto constatare, ancora una volta, che nel nostro Paese non sempre chi rispetta le regole viene poi premiato o quanto meno non penalizzato“.

Nella sua nuova lettera, Alemanno ha anche aggiunto una nuova richiesta, relativa al versamento dell’acconto Tasi con scadenza il 16 giugno, ovvero la non applicazione delle sanzioni per differenze tra il versato ed il dovuto se tali differenze vengano sanate con versamento entro il 16 settembre / ottobre.

Il numero uno dell’Istituto Nazionale Tributaristi ha inoltre aggiunto: “Anche se ormai sono molti anni che devo affrontare problematiche spesso paradossali in ambito tributario, continuo a non volere cedere all’amarezza ed allo sconforto di norme che sembrano emanate ed applicate da chi non conosce la realtà del Paese. Continuerò a stigmatizzare certe situazioni, fornendo però alternative che possano evitare al contribuente ulteriori difficoltà e costi. Nei giorni scorsi ho scritto su un social network ad una collega amareggiata e rassegnata che bisogna resistere sempre rassegnarsi mai, forse proprio dai colleghi e dal senso di responsabilità derivante dal mandato a rappresentarli deriva la volontà di non abbattersi, nonostante ci sia chi ce la metta proprio tutta per riuscire a farlo“.

Vera MORETTI