Intesa Sanpaolo migliore azienda del 2014

Premio di prestigio per Intesa Sanpaolo.
L’Istituto di Credito è stato scelto dall’Osservatorio HR Innovation Practice come migliore azienda che nel 2014 si è distinta nell’innovazione dei processi di gestione e sviluppo delle Risorse Umane.

Ciò che ha portato Intesa Sanpaolo ad aggiudicarsi il riconoscimento è il progetto Capusability, lanciato dal Servizio Formazione del Gruppo.

Di cosa si tratta? E’ un sistema intelligente che propone di potenziare la formazione dei dipendenti tenendo conto dei loro bisogni impliciti, espliciti e delle modalità di apprendimento di ciascuno.

Lo scopo dell’iniziativa è di aumentare l’efficacia della formazione agendo sia sulla personalizzazione dei percorsi e sui processi di sviluppo delle persone, che sulla capitalizzazione e valorizzazione delle numerose risorse formative online esistenti nella Banca.

L’iniziativa opera su due fronti: da un lato la catalogazione dei materiali multimediali esistenti e dei profili di apprendimento, dall’altro la realizzazione di un motore di “automatic tagging and clustering”.
La piattaforma permette la condivisione della conoscenza professionale attraverso l’ analisi dei contenuti, dei commenti ad essi associati, del mestiere esercitato e dei profili di interesse espressi dai partecipanti.

La Ricerca 2014, realizzata dall’Osservatorio HR Innovation Practice, ha coinvolto le Direzioni HR di 101 entità, suddivise tra imprese private e pubbliche amministrazioni italiane.

Sono stati analizzati i cambiamenti in atto nei seguenti ambiti:

  • organizzazione della Direzione HR in termini di professionalità, competenze e scelte di sourcing;
  • innovazione digitale dei processi HR e impatto dei nuovi trend – quali la Business Intelligence, il Cloud Computing, il Mobile e il Social – sui modelli di gestione e di sviluppo del capitale umano;
  • Global HR Management e gestione della mobilità internazionale.

Vera MORETTI

Mercato immobiliare in calo anche per i capannoni

Non solo nel settore degli appartamenti, ma anche per quanto riguarda i capannoni il mercato immobiliare sta registrando risultati in calo, come viene testimoniato da un’indagine condotta da Tecnocasa.
Il segno negativo è relativo sia alle soluzioni di nuova costruzione (-4,1% per le soluzioni vicino alle arterie e -4,2% per quelle lontane dalle arterie) sia per quelle usate (-5,5% per i capannoni vicino alle arterie e -6,0% per quelli lontani dalle arterie).

I dati in discesa si riflettono anche sui contratti di locazione. In questo caso, per i capannoni di nuova costruzione si tratta di -4,9% se vicino alle arterie e -4,4% se lontano dalle arterie, per le soluzioni usate il ribasso è stato rispettivamente del 4,0% e del 3,6%.

Generalmente, gli interessati optano per l’affitto di spazi vicino alle arterie di comunicazione e che siano in buono stato e con impiantistica a norma, per non dover effettuare troppi lavori nel momento in cui la locazione ha inizio, anche se il requisito principale è la presenza di un’area di carico e scarico merci.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di clienti che svolgono attività artigianale o, in alternativa, di vendita all’ingrosso o di deposito e stoccaggio merci.
La metratura media degli immobili locati è compresa tra 250 e 750 mq mentre i tempi di locazione di un capannone si aggirano intorno a 230 giorni.

Vediamo nel dettaglio cosa è accaduto nel secondo semestre 2013 in alcune delle aree più dinamiche ed attive.

Nella zona di Torino le quotazioni ed i canoni di locazione dei capannoni sono diminuiti maggiormente sulle tipologie lontane dalle arterie.
Se, infatti, le tipologie nuove hanno registrato un calo di prezzi del 7% vicino alle arterie di comunicazione e dell’8,9% lontano dalle arterie di comunicazione, i canoni di locazione sono calati diminuiti rispettivamente del 2,5% e del 6,2%.

I prezzi delle tipologie usate hanno registrato una contrazione del 7,4% se posizionate vicino alle arterie e del 7,8% se lontano dalle arterie. I canoni di locazione delle tipologie usate sono diminuiti rispettivamente del 5,9% e del 7,6%.

La ricerca dei capannoni, in affitto e in vendita, interessa maggiormente i comuni della provincia di Torino, meno la città stessa.
Quasi assente la ricerca di capannoni in acquisto dal momento che, su questo segmento, ci si muove soprattutto sulla locazione.
Il capannone tipo è situato in prossimità delle arterie di comunicazione, è dotato di un’area di manovra per carico e scarico ed ha un’ampiezza compresa tra 500 e 1000 mq.
Le attività che s’insediano sono prevalentemente quelle di produzione, di meccanica e di tipo artigianale.
La maggioranza delle richieste si concentra sugli immobili dell’hinterland: Borgaro Torinese, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Rivoli e Settimo.

Tra le più richieste rimane l’area della Brianza, che, grazie al passaggio dell’autostrada A4 nonché della tangenziale est diretta a Bergamo, Brescia e Torino, mantiene una invidiabile posizione strategica per le grandi e piccole imprese.
Ciò è ampiamente dimostrato dai dati del secondo semestre del 2013, dinamici ed attivi grazie anche ad aziende sempre alla ricerca di centri direzionali e capannoni da destinare ad attività artigianali.

Tra le grandi aziende in zona, ricordiamo Siemens, Sap e Cisco che occupano di importanti spazi direzionali e di conseguenza anche le aziende satellite cercano in zona, creando un forte indotto.

Sul segmento dei capannoni si registra una buona domanda: la zona infatti è interessante per la vicinanza alle vie di comunicazione più importanti. I tagli più richiesti sono di 300-500 mq, in buono stato e a norma. Le quotazioni sono di 600-800 € al mq mentre i canoni di locazione sono di 40-50 € al mq annuo. Ad insediarsi sono attività artigianali e società che lavorano per conto terzi.

Per quanto riguarda la situazione del mercato non residenziale di Verona, nel secondo semestre 2013 sono stati stipulati soprattutto contratti di locazione, il cui mercato si è mantenuto pressoché stabile, in relazione sia allo stato dell’immobile sia alla posizione relativa alle arterie di comunicazione.

La quasi totalità delle richieste si concentra sugli affitti, la cui domanda proviene da piccoli imprenditori che impiantano attività di artigianato o di deposito e stoccaggio merci.

Le richieste sono soprattutto per tipologie vicine ad importanti arterie viarie (tangenziali ed autostrade): In questo periodo dell’anno si sono compravenduti tagli da 300 a 1000 mq con una spesa media di acquisto di 500-600 € al mq e con un canone di locazione di 30 € al mq annuo.

Un sensibile calo delle quotazioni e dei canoni dei capannoni è stato registrato a Perugia, dove i prezzi sono diminuiti del 6,7% per le soluzioni nuove vicino alle arterie e del 9,8% quelle lontane dalle arterie.
Le tipologie usate hanno avuto rispettivamente una contrazione del 4% e del 5%.

Sul versante delle locazioni si è avuta una contrazione del 3,8% per le soluzioni nuove vicino alle arterie e dell’1,8% per quelle lontano dalle arterie.
Per le tipologie usate invece il ribasso è stato dell’1,3% e del 2,2%.
La domanda di acquisto è fortemente diminuita ed il mercato è movimentato esclusivamente da artigiani che cercano strutture in locazione. Le richieste si focalizzano su capannoni con un’ampiezza compresa tra 200 e 400 mq, dotati di porte carraie e di un’altezza non inferiore ai 6,20 metri, che permettano facilmente le operazioni di carico e scarico.

A Napoli le domande per i capannoni arrivano da artigiani, impegnati in particolare nel settore della lavorazione della pelle e dell’abbigliamento, e si concentra su metrature comprese tra 50 e 60 mq con tagli massimi da 300 mq.
Capannoni con metrature superiori a 1000 mq sono richiesti esclusivamente da cinesi che li utilizzano per la vendita all’ingrosso.

Il mercato si basa quasi esclusivamente su contratti di locazione, soprattutto se si tratta di strutture che si trovano in complessi industriali, più accattivanti rispetto a locali che si trovano in zone isolate.

Sul mercato dei capannoni a Catania si registrano variazioni al ribasso dei prezzi e stabilità dei canoni di locazione.
Sul versante dei prezzi si registra una contrazione del 7,1% per le soluzioni nuove vicino alle arterie e del 4,5% per quelle lontano dalle arterie. Le soluzioni usate hanno segnalato una contrazione del 5% (vicino alle arterie).

La richiesta è in genere per soluzioni intorno a 800-1000 mq, ricercati soprattutto da cinesi per svolgere attività di vendita all’ingrosso e al dettaglio di abbigliamento, calzature, oggettistica. Cercano immobili open space, con pochi pilastri, ampie vetrate e parcheggi di pertinenza esclusivi. I canoni di locazione sono di 40-50 € al mq annuo.

Vera MORETTI

Caos Tasi, intervengono i sindaci e i sindacati

Come abbiamo già abbondantemente scritto nei giorni, sul pagamento della Tasi è il caos. Nelle prossime ore i sindacati chiederanno un’azione coordinata a tutti i sindaci: rinviare la scadenza di pagamento fissata al 16 giugno per ai Comuni che hanno già stabilito le aliquote, come proposto tra gli altri dal presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi Riccardo Alemanno«Impossibile pagare entro il 16, è necessario un rinvio, senza sanzioni»: questo il succo della lettera che le associazioni sindacali recapiteranno ai primi cittadini nelle prossime ore. In molti Comuni è stato addirittura recapitato il modello F24 per il pagamento del “tributo per i servizi indivisibili” senza l’importo. E, ovviamente, il calcolo non è dei più semplici…

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Che il calcolo del pagamento sia un tantino complicato emerge anche dal numero di “combinazioni” possibili tra le variabili: «Sono circa novecento», spiega Paolino Barbiero, segretario Spi Cgil, «perché ci sono varie aliquote, percentuali di storno, percentuali di pagamento tra proprietario dell’immobile e inquilino. Per questo motivo anche i nostri Caf hanno bisogno di tempo per attrezzarsi: saremo pronti dal 9 giugno, non prima. Le porte sono aperte, ma siamo i primi a dire che non è giusto pagare per capire quanto bisogna pagare di una tassa. Persino dover sborsare un euro per il modello F24 è assurdo».

Sull’argomento si è espresso in questi giorni anche il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, impegnato tra poco meno di dieci giorni nel deciso ballottaggio per riconfermare la poltrona:«serve una modulazione ed una progressività che salvaguardi i redditi più bassi e che permetta facilitazioni a imprese, commercio, artigiani. Insomma, la Tasi non deve essere un freno alla ripresa economica».

Jacopo MARCHESANO

Frigerio Viaggi Network, il franchising delle agenzie di viaggio

In questo periodo dell’anno si organizzano le vacanze estive e le agenzie di viaggio cominciano a riempirsi di curiosi e di aspiranti turisti.

Spesso, il desiderio di chi transita in un’agenzia viaggi è quello di poterci lavorare ma, considerandolo un sogno impossibile, non si attiva per farlo diventare realtà.

Prendendo in considerazione le agenzie in franchising, però, si capirebbe quanto è semplice poter mettersi in proprio e fare così il lavoro tanto agognato.
Un’opportunità concreta è offerta da Frigerio Viaggi Network, presente su territorio nazionale con 43 punti vendita in franchising, ma che è alla ricerca di nuove risorse da avviare a questa attività.

L’investimento iniziale è di 19.500 euro, che comprendono anche i diritti di entrata ma non i canoni periodici, mentre la superficie media dell’agenzia può anche essere di 30-40 mq.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Frigerio Viaggi Network.

StockB2C, il franchising degli stock di fine serie

Un franchising che opera ne settore non alimentare e che si occupa dell’acquisto di fondi di magazzino, stock, fine serie.

Si chiama StockB2C ed è attivo su territorio nazionale negli ambiti più disparati, dall’abbigliamento ai libri, passando dai giocattoli.

Per aprire un negozio di questo tipo, occorre avere a disposizione un locale con superficie dai 100 ai 150 mq, ed essere disposti ad investire dai 10.000 ai 15.000 euro.
Non vengono richiesti né fee d’ingresso né royalties, e nemmeno esperienza precedente, poiché il team di StockB2C offre anche una formazione interna per i franchisee interessati.

Per sapere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito StockB2C.

Sportello telematico per gli utenti di INT ed Equitalia

E’ stato rinnovato, grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale Tributaristi ed Equitalia Nord, a cui fanno caso le delegazioni regionali di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto, il protocollo per lo sportello telematico, un canale di assistenza dedicata per migliorare e semplificare il rapporto con i professionisti ed i loro assistiti.

A sottoscrivere il protocollo d’intesa sono stati il direttore generale di Equitalia Nord, Adelfio Moretti, e il presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno.

Collegandosi allo sportello telematico dedicato presente sul sito GruppoEquitalia.it, i professionisti possono chiedere informazioni per conto dei propri assisititi e formulare dunque quesiti relativi a pratiche che non richiedono la produzione di documentazione in originale.

In caso di argomenti particolarmente complessi, Equitalia Nord provvederà a fissare un incontro nel minor tempo possibile.

Adelfio Moretti ha dichiarato: “Crediamo molto nell’efficacia di questi strumenti dedicati di assistenza ed informazione nell’ottica di rafforzare la sinergia con i professionisti e prevenire in tempo utile possibili criticità”.

E Riccardo Alemanno ha aggiunto: “In un periodo di grande difficoltà economica e di confusione normativa è fondamentale rinnovare e migliorare i rapporti di collaborazione e di confronto diretto con enti come Equitalia Nord, per acquisire informazioni chiare ed in modo rapido al fine di potere avere un quadro preciso della situazione dell’assistito e quindi, ove possibile, intraprendere la migliore strada per la soluzione delle problematiche”.

Vera MORETTI

Exor compie cinque anni

Si è appena svolta l’assemblea degli azionisti di Exor, presieduta da John Elkann, il quale ha aperto facendo un bilancio, positivo, dei primi cinque anni della holding finanziaria controllata dalla famiglia Agnelli e nata da una fusione tra Ifi e Ifil.

Ecco le parole del presidente Elkann: “Sono circa 5 anni che esiste Exor e in questi 5 anni abbiamo fatto molte cose: la base dei nostri ricavi si è profondamente trasformata. Cinque anni fa la percentuale dei ricavi realizzata fuori dall’Europa era più o meno il 40%, oggi è salita al 75%“.

Durante l’assemblea è stato approvato il bilancio 2013, chiuso con un utile di 92,7 milioni di euro ed è stata deliberata la distribuzione di un dividendo di 0,335 per ogni azione, per un totale di 74,5 milioni. I dividendi saranno messi in pagamento il 26 giugno.

Facendo un excursus su quanto fatto finora, John Elkann ha voluto ricordare che Exor ha operato un programma di semplificazione con la vendita degli investimenti più piccoli, come Alpitour e Vision, valorizzando invece quelli più rilevanti, come Intesa Sanpaolo e Sgs, che hanno portato ad un guadagno pari a 5 volte l’investimento iniziale.

Per quanto riguarda i risultati in Borsa, il titolo è cresciuto del 406%, “ovvero quasi 10 volte l’indice di Piazza Affari Ftse Mib che nello stesso periodo ha guadagnato il 43%“.

Pensando al futuro, Elkann lo vede pieno di sfide importanti, che dovrebbero portare Exor a diventare ancora più forte e competitiva.
Il presidente ha ricordato anche che il piano di Fca non prevede aumenti di capitale. Elkann ha parlato poi di Cushman & Wakefield: “Non dimentichiamo che è il terzo nostro più grande investimento, che da pochi mesi ha un nuovo ceo e che sta lavorando per rafforzare la società“.

Sempre parlando di investimenti, John Elkann ha ammesso: “Vorremo fare uno o due grandi investimenti in modo da avere accanto a Fca, Cnh Industrial e Cushman & Wakefiled un altro fratellino o una sorellina che siano società simili, che hanno le radici in Europa o in America ma che operano nel mondo“.
Quanto ai campi d’azione, il numero uno della società di investimenti della famiglia Agnelli ha precisato di pensare a “settori che assorbano meno capitale di Fca e Cnh Industrial”.

Vera MORETTI

Da UniCredit una linea di credito per le pmi

Uno dei fattori di maggiore criticità per gli imprenditori sono sempre stati i tempi di risposta, troppo lunghi, alle richieste di credito.

Per questo motivo, UniCredit ha messo in campo anche nelle province toscane la procedura Fast Credit grazie alla quale è stato possibile realizzare la nuova iniziativa C’è un Fido per Te!, con l’obiettivo di mettere rapidamente a disposizione delle piccole imprese linee di credito aggiuntive.

I risultati sembrano essere molto positivi e, a proposito, nella provincia di Firenze, sono stati concessi più di 4,4 milioni di euro di finanziamenti, e a beneficiarne sono state 320 piccole imprese, in soli 7 mesi.

“C’è un Fido per Te!” si basa su una estrema semplificazione del processo creditizio e su uno screening effettuato sulle piccole imprese clienti di UniCredit che consente alla banca di avere uno strumento semplice e immediato sia per proporre attivamente alle imprese selezionate un supporto creditizio che per rispondere rapidamente alle loro richieste.

Il bacino potenziale di “C’è un Fido per Te” conta circa 200 mila clienti in tutta Italia: nella provincia di Firenze saranno disponibili da subito più di 22milioni di euro di fidi con l’obiettivo di dare un concreto supporto a oltre 2000 imprese locali.
UniCredit sta già lavorando alla fase due dell’iniziativa, che riguarda l’automazione della fase di erogazione dei finanziamenti deliberati con “C’è un Fido per Te” in modo che i fondi accordati siano immediatamente resi disponibili alle imprese.
Le piccole imprese clienti potranno uscire dalle filiali della banca con la contestuale disponibilità dei crediti sui propri conti.

Stefano Giorgini, area manager Toscana est di UniCredit ha dichiarato a proposito: “Nell’area toscana come nel resto d’Italia finalmente si comincia a vedere qualche segnale di ripresa. Stiamo assistendo a un ritorno, da parte delle imprese, della domanda di credito a breve per la costituzione di scorte e qualche timido segnale di ripresa degli investimenti. Pur con cautela, ci sentiamo di affermare che, rispetto a un anno fa, ci sono segnali incoraggianti. Anche parlando con gli imprenditori, si intravede un po’ di ottimismo in più. In questo scenario il nuovo piano industriale di UniCredit prevede l’erogazione di nuova finanza in Italia per circa 120 miliardi di euro, di cui 80 miliardi destinati alle imprese e 40 miliardi alle famiglie. Anche per questo motivo la banca ha inviato a circa 20 mila imprese su tutto il territorio nazionale lettere per sollecitare la richiesta di nuovo credito ed ha già concesso circa 1 miliardo di euro. L’iniziativa continuerà nel corso dell’anno con l’invio di circa 10 mila lettere al mese finalizzate ad erogare circa 500 milioni di nuova finanza al mese”.

Vera MORETTI

A Padova, sportello per favorire l’efficienza energetica

Dal 3 giugno prossimo partirà, per volere di ANCE Padova e in collaborazione con la Rödl & Partner, uno sportello a disposizione delle imprese e delle pubbliche amministrazioni che siano interessate alla realizzazione di progetti di efficientamento energetico degli edifici.

Luigi Ometto, presidente di ANCE Padova, ha presentato il progetto: “È da tempo che ANCE Padova ambiva ad istituire un servizio in grado di offrire nuove prospettive di mercato e opportunità ai propri associati, ma anche più in generale a tutti i soggetti dalla cui attività in questo settore potrebbero derivare interessanti ritorni economici per tutta la filiera. Con il contributo di Rödl & Partner siamo riusciti ad aggiudicarci un finanziamento della CCIA di Padova grazie al quale abbiamo potuto realizzare questo Progetto che riteniamo costituisca un concreto aiuto alle imprese in un periodo difficile“.

Ad oggi, si stima che siano 2.000.000 le abitazioni private bisognose di riqualificazione e, ha aggiunto Eugenio Bettella, managing partner della sede patavina dello studio legale Rödl & Partner: “per non parlare dei numeri relativi alla pubblica amministrazione, che paga una bolletta annuale di 6 miliardi di euro per la gestione di uno stock complessivo di immobili di 530.000 unità, di cui 52.000 scuole e 38.000 uffici. Per mettere in moto un mercato dalle enormi potenzialità è necessario che gli operatori del settore conoscano le opportunità offerte dalle normative europee e nazionali e i profili legati alle figure contrattuali e al finanziamento dei progetti: questo è proprio ciò che Cantiere Efficienza vuole offrire a chi deciderà di usufruire del servizio“.

Partecipano al progetto anche Cassa di Risparmio del Veneto, BTicino, DAB Pumps e TFE Ingegneria, società abitiate a sostenere iniziative organizzate sul territorio provinciale e volte alla promozione del tema dell’efficienza energetica. Da parte loro verranno messi a disposizione qualificati consulenti che opereranno presso lo sportello.

Partner sono anche ANCI Veneto (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), l’Associazione Imprese di Facility Management ed Energia (AGESI, ora confluita in Assistal), l’Associazione Italiana di Illuminazione (AIDI), l’Associazione degli Esperti in gestione dell’Energia (Assoege), il Centro Provinciale d’Istruzione Professionale Edile (CPIPE) e il Comitato Paritetico Territoriale per la prevenzione degli infortuni, la salute e l’igiene negli ambienti di lavoro (CPT).

Lo sportello sarà operativo presso la sede di ANCE Padova, previa iscrizione al sito Cantiere-efficienza.it.

Vera MORETTI

Alemanno: “Proroga Tasi? Meglio se generalizzata”

Dopo avere scritto al ministro del’Economia Padoan e al sottosegretario Zanetti, dopo averne dibattuto con il vice ministro Morando, il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, ha scritto direttamente al presidente del Consiglio Matteo Renzi per renderlo partecipe delle sue preoccupazioni in merito al caos Tasi.

Dott. Alemanno, giusto per fare chiarezza in una situazione sempre più complessa, chi pagherà la Tasi?
Sia i proprietaria sia gli effettivi utilizzatori degli immobili, tutti coloro che all’interno di un territorio usufruiscono dei servizi indivisibili di un Comune che vanno dalla manutenzione delle strade all’illuminazione pubblica. Il tributo è una parte della IUC, l’imposta unica comunale, nella quale vanno aggiunte anche la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, e l’Imu (solo per alcuni contribuenti).

E fin qui…
Il problema è sorto quando si è creata l’imposta contenitore Iuc e il voler modificare il sistema senza conoscere le realtà dei Comuni – che, per dirne una, non riescono nemmeno a gestire i bollettini di pagamento – ha peggiorato la situazione. Una maggiore attenzione alla cura dei dettagli ancora una volta avrebbe fatto la differenza.

Quali proposte avete presentato al Presidente del Consiglio dei Ministri nella vostra lettera?
Le nostre indicazioni vanno dalla proroga generalizzata alla sostituzione dell’acconto TASI, da versare con F24 in autoliquidazione, con l’invio da parte dei comuni di un bollettino contenente il 50% di quanto incassato lo scorso anno per i servizi indivisibili (tale tassa era inserita nel bollettino Tares 2013) e come ultima richiesta la non sanzionabilità dei versamenti non corrispondenti al dovuto se sanati entro il 16 ottobre.

Come giudica il sempre più probabile rinvio ad ottobre?
La soluzione migliore sarebbe stata una proroga generalizzata, dando per scontato che da qui ad ottobre si fosse provveduto a modificare l’impianto normativo di questa tassa. La proroga parziale ha riversato tutto sui proprietari degli immobili nei Comuni che hanno reso noto le aliquote sul sito del ministero delle Finanze. Come spesso accade in questo paese, quindi, chi ha seguito tutti i criteri regolarmente viene penalizzato. 

Jacopo MARCHESANO