Confesercenti: “Semplificare non basta. Restituite soldi alle imprese”

Reimpostare il rapporto tra cittadini e Fisco, possibilmente semplificandolo, punendo finalmente l’evasione e ricavando nuova benzina da immettere nel motore della crescita, alla quale deve tendere tutta l’agenda del governo. E’ questa la ricetta del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per accompagnare il Paese fuori dalla stagnazione economica. “L’idea del governo è duplice: semplificare drasticamente il sistema tributario, rendendo più facile la vita del contribuente onesto, spostare il carico fiscale, che purtroppo c’è, in modo che anche a parità di gettito ci sia più crescita e lavoro” ha dichiarato il titolare dei conti pubblici, proprio ora che si vedono i primi passi nell’ambito dell’enorme lavoro della delega fiscale.“Vogliamo semplificare al massimo il sistema di pagamento e puntare sulla trasparenza per risolvere alla radice i problemi legati al Fisco”.

Ma non basta. “Ci vuole un nuovo patto fiscale: nei prossimi cinque anni vogliamo un impegno solenne da parte del governo, ma anche da regioni ed enti locali, che preveda la restituzione di 10 miliardi l’anno a cittadini e imprese”, ha risposto a distanza il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, aggiungendo che l’operazione può essere finanziata con tagli alla spesa pubblica e, nel frattempo, senza nuove tasse o aumenti.“La fine del 2013 e l’inizio del 2014 sono stati ancora segnati dalla crisi. Una crisi che sta diminuendo di intensità, ma che si sta trasformando in una fase di stagnazione. Siamo ancora nella palude, è vero. Qualcosa, però, sta cambiando”, ha dichiarato Venturi precisando di non riferirsi solo ai timidi segnali positivi provenienti dall’economia, ma anche dal fronte politico, sociale ed economico.

Il presidente dell’associazione per la tutela degli operatori del commercio e del turismo ha quindi lanciato “l’emergenza fisco”, osservando come a fine anno i contribuenti italiani dovranno far fronte ad addirittura tre d’imposte (Tasi, acconto Irpef, Tari, Imu) che rischiano di compromettere la ripresa.

Jacopo MARCHESANO