Canone Rai, la rivolta delle partite Iva

Ecco ci mancava solo il canone Rai speciale! 
In questi giorni migliaia di bollettini sono stati inviati alle aziende iscritte alle Camere di Commercio che abbiamo apparecchi che ricevono trasmissioni televisive e usino per motivi lavorativi televisori come i ristoranti e alberghi. Sul piede di guerra, e come dargli torto, artigiani, commercianti e partite Iva che si sono visti recapitare il bollettino come se passassero le loro intere giornate lavorative a poltrire davanti alle trasmissioni (soporifere) del pomeriggio della televisione pubblica.

Il canone speciale, così si chiama l’ennesima tassa di cui non sentivamo la mancanza, va pagato, spiega da mamma Rai, da chi detiene «uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive fuori dall’ambito familiare nell’esercizio di un’attività commerciale e a scopo di lucro diretto o indiretto: per esempio alberghi, bar, ristoranti, uffici».

Bollettini sono arrivati anche ad attività manifatturiere, di noleggio, artigianali, informatiche, alimentari, aziende di servizi, agenti di commercio ai quali proprio non va giù questa richiesta. «Le imprese – secondo Nadia Beani Presidente di Confartigianato di Ascoli Piceno e Fermo – non hanno bisogno di balzelli ulteriori e di incertezze normative né possono ancora una volta rappresentare il salvadanaio per finanziare inefficienze e novità che tardano a venire».

Jacopo MARCHESANO