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Buzzetti: “Lo Sblocca Italia? Più incentivi fiscali e una tassazione stabile”

“La prima cosa per rilanciare il mercato dell’edilizia è la riforma della tassazione” parola di Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, non troppo soddisfatto del decreto Sblocca Italia approvato in Consiglio dei ministri sul finire della scorsa settimana. Termina questa nostra settimana dedicata all’approfondimento del decreto con l’intervista al numero uno dell’Associazione nazionale costruttori edili dopo le interviste a Valerio Angeletti, presidente FIMAA, Edoardo Boccalini, segretario nazionale INT, e ad Achille Colombo Clerici presidente di Assoedilizia.

Dott. Buzzetti, qual è il parere dell’Ance riguardo il decreto Sblocca Italia approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri? Le risorse stanziate basteranno per la ripresa del Paese?
Sinceramente ci aspettavamo un provvedimento più coraggioso. L’impostazione è giusta, le intenzioni anche, ma le risorse messe in campo ci sembrano davvero troppo modeste per dare la scossa necessaria al Paese. Ancora una volta ci scontriamo con logiche ragionieristiche di rispetto del solo rigore economico, logiche che non ci portano da nessuna parte, specie in una situazione così drammatica.

Però…
Però siamo in attesa di vedere il testo finale perché sono in gioco anche altri aspetti importanti. Speriamo, in particolare, che sia confermato il regolamento unico edilizio e che vengano trovate le coperture per rilanciare il mercato degli affitti.

Le riduzioni fiscali ispirate alla legge francese Scellier, allargate anche a chi acquista dai privati un immobile nuovo o ristrutturato per riaffittarlo a canone concordato, possono contribuire a rilanciare le compravendite?
Sì, possono essere uno stimolo davvero importante. In Francia il provvedimento ha funzionato bene ed è riuscito a rivitalizzare il mercato. Siamo certi che lo stesso possa accadere anche qui. Per questo è necessario fare uno sforzo per trovare le coperture necessarie: un’operazione di questo tipo può produrre introiti molto superiori agli sconti stessi. Ma oltre a questo, per rilanciare il mercato, è fondamentale agire sulla tassazione immobiliare, che ha toccato punte insostenibili.

Dai 9 miliardi del 2011 si è passati ai 26 miliardi di oggi.
La casa è diventata un vero e proprio bancomat fiscale. Incentivi fiscali e una tassazione chiara e stabile, per almeno 3 anni, sono le strade per farla ripartire.

Jacopo MARCHESANO

redazione3

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