In frenata le esportazioni del made in Italy in Cina

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Finora il lusso era sempre stato immune dalla crisi, ma sembra che stia avvenendo un cambio di rotta.
A determinare un brusco rallentamento è soprattutto la crisi cinese e i disordini che stanno avvenendo ad Hong Kong.

Se, infatti, inizialmente la rivolta era partita dalla zona di Central, cuore finanziario della città, ora ha intaccato concretamente anche Kowloon, la parte di maggior richiamo turistico e commerciale, dove si concentra lo shopping di alta gamma.

E, in concomitanza con la festa nazionale della città-Stato, che nel mese di ottobre rappresenta la principale attrattiva, seconda solo alle feste natalizie, la chiusura dei principali negozi, quelli di maggior richiamo per i turisti, porterà ad un ulteriore calo del fatturato, anche per i prodotti Made in Italy, che hanno tanto investito per approdare in Oriente.

Luca Solca, analista di Exane BNP Paribas, ha commentato così la situazione: “I contatti che abbiamo sul posto riferiscono di un contesto molto difficile per il commercio, i cinesi hanno smesso di venire e i compratori locali rimangono in attesa. Un’escalation degli attuali disordini porterebbe ulteriore negatività per il settore“.

Le previsioni per quest’anno, dunque, sono pessimistiche, e la crescita non supererà il 4%, contro l’8 dello scorso anno e il 10 del 2012.

Per quanto riguarda Piazza Affari, ecco le stime da parte degli esperti: “Non abbiamo dati precisi ma stimiamo che il fatturato generato nell’ex colonia britannica pesi circa il 7-8% del totale per Ferragamo e il 9-10% per Tod’s. Minore l’esposizione per Moncler, stimata tra il 4% e il 5%, e ancora più bassa per Brunello Cucinelli“.

Vera MORETTI