Legge di Stabilità, ecco le note dolenti

Dopo gli apprezzamenti dal mondo delle imprese, che abbiamo raccolto ieri, arrivano anche le prime critiche al disegno di Legge di Stabilità varato sul finire della scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri. «La manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere drasticamente sulla spesa sanitaria»: è la denuncia del presidente della Regione Piemonte, nonché presidente della conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, al termine della riunione nella quale i governatori hanno sollevato decise critiche alla spending review da 4 miliardi a loro carico, con tagli giudicati oltremodo eccessivi, tanto da mettere a rischio i servizi fondamentali. «Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti: l’elemento incrina un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità. Sarà necessario – ha concluso Chiamparino – un incontro urgente per affrontare una serie di temi e ricostituire un rapporto di leale collaborazione».

Sul piede di guerra anche le associazioni dei pensionati: è «inaccettabile», rilevano, la norma nella Legge di Stabilità che ritarda il pagamento delle pensioni dal primo al 10 del mese. La novità scatterebbe dal primo gennaio 2015 con l’obiettivo di «razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall’Inps». Il problema, secondo chi contesta la norma, è che spesso la pensione serve per pagare impegni «fissi» non procastinabili, come l’affitto (che scade solitamente il 5 di ciascun mese), il mutuo o eventuali pagamenti di prestiti. «Il Governo – hanno affermato in coro i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – non ha previsto per loro alcun tipo di aiuto e di sostegno ma ha pensato come complicargli ulteriormente la vita. E’ semplicemente inaccettabile. Ci domandiamo cosa abbiano fatto di male i pensionati e gli anziani per essere trattati così».

In merito sono intervenute anche le associazioni che tutelano consumatori e utenti come Federconsumatori e Adusbef: «Una misura ingiusta e inaccettabile, che si configura come un vero e proprio sopruso nei confronti dei pensionati, che sono stati tra le fasce più colpite dalla crisi economica. Il danno – hanno affermato le organizzazioni dei consumatori – rischia di estendersi all’intera economia: sono infatti gli anziani nonni e zii, molto spesso, a mandare avanti interi nuclei familiari. La mancanza di lavoro di figli e nipoti, infatti, ricade sulle loro spalle. La vera operazione chiave per creare benefici al sistema economico ed alle condizioni delle famiglie non è ritardare i pagamenti delle pensioni, bensì avviare un serio, responsabile, concreto ed immediato piano straordinario per il lavoro».

Jacopo MARCHESANO