Il Made in Italy parla sempre più straniero

olio

Non ha fine il passaggio dei marchi Made in Italy in mani straniere.

Questo esodo, che sicuramente non fa bene al nostro Paese, coinvolge i prodotti che maggiormente hanno contribuito a far conoscere la tradizione e la qualità italiana di eccellenza, a cominciare dalla moda, per arrivare all’agroalimentare.

Coldiretti, a questo proposito, ha voluto ricordare che, solo in questo settore, il valore dei marchi storici italiani finiti in mani straniere, dall’inizio della crisi ad oggi, ha superato i 10 miliardi di euro.

Tra i mercati che più fanno gola all’estero c’è sicuramente quello dell’olio d’oliva, settore che sta diventando sempre più straniero, considerando che ultimamente alcuni dei brand più conosciuti come Sasso, Bertolli e Carapelli, sono diventati parte del fondo statunitense Cvc Capital Partners.

Ovviamente, non è solo l’olio ad attrarre i compratori americani, ma anche un altro prodotto 100% Made in Italy, ovvero la pasta.
A questo proposito, infatti, l’antico Pastificio Lucio Garofalo ha siglato quest’anno un preliminare per la cessione del 52% del capitale sociale agli spagnoli di Ebro Foods, attivi nei comparti riso, pasta e condimenti, che lo scorso anno hanno acquisito il 25% della proprietà del Riso Scotti dalla stessa famiglia pavese.

Da una nota di Coldiretti: “I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni. E ciò grazie all’immagine conquistata dal Made in Italy con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qualità”.

Vera MORETTI