Seafood Bar, il franchising della piccola ristorazione

Nella piccola ristorazione, occorre essere originali per sopravvivere.
Si tratta, infatti, di un settore saturo, ma che potrebbe rivelarsi altamente proficuo con alcune accuratezze.

Di questo si tratta quando si considera il marchio Seafood Bar, che propone, come dice la parola stessa, spuntini di pesce fresco e che ha intenzione di farsi conoscere in Italia su larga scala.

Attualmente, il brand è presente su territorio nazionale con un punto vendita diretto e due in Italia, ma ci sono ben cinque stati esteri interessati ad aprire un Seafood Bar fuori dai confini nazionali.

Per entrare a far parte del marchio, è necessario avere un locale di superficie compresa tra 40 e 200 mq, ovviamente in zone di forte passaggio.
L’investimento è di quelli mediamente alti, poiché è compreso tra 50.000 e 100.000 euro, senza il pagamento di ulteriori diritti d’ingresso ma con una royalty mensile che verrà stabilità dal brand.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Seafood Bar.

Avvocati, si torna a scuola

Il Consiglio Nazionale Forense ha pubblicato sul proprio sito il nuovo regolamento che prevede le ultime modalità per la formazione continua per gli avvocati: se i legali non vorranno rischiare sanzioni disciplinari dovranno conseguire almeno 60 crediti in 3 anni (almeno 15 all’anno), di cui 9 da dedicare a ordinamento, previdenza o deontologia forense.

L’obbligo formativo, comunque, viene coniugato con il principio della libertà di formazione, teso a consentire all’avvocato la scelta degli eventi da seguire il più ampia possibile e coerente con i propri fabbisogni formativi. Per gli avvocati più impegnati sarà possibile aggiornarsi anche a distanza, per esempio con piattaforme online, ma solo fino al 40% dei crediti del triennio. Il tempo inizierà a decorrere dal 1° gennaio successivo alla data di iscrizione all’albo o all’elenco dei tirocinanti con patrocinio.

Il possesso dell’attestato di formazione continua costituisce titolo per l’iscrizione e il mantenimento della stessa negli elenchi previsti da specifiche normative o convenzioni, o comunque indicati dai Consigli dell’Ordine su richiesta di Enti pubblici, per accettare la candidatura per la nomina di incarichi o di commissario di esame, nonché per ammettere tirocinanti alla frequenza del proprio studio. Insomma, non si scherza…

Crea Moda Expo, la prima edizione a Bologna

Apre i battenti oggi a Bologna la prima edizione di Crea Moda Expo, l’evento fieristico dedicato ai componenti e agli accessori per la pelletteria, l’abbigliamento e le calzature che andrà in scena nel capoluogo emiliano fino a fine settimana e conterà oltre cento espositori, tra italiani ed esteri. “Abbiamo scelto di programmare la fiera in Ottobre dopo un’attenta ricerca effettuata insieme agli operatori e professionisti del settore che lo hanno indicato come il periodo più adeguato” ha dichiarato Luigi Lucentini, titolare del suolificio Delta e presidente della nuova società Crea Moda Expo.

Quella che si prospetta essere una delle manifestazioni più attese del settore ospiterà nel corso delle tre giornate eventi, mostre e iniziative parallele all’esposizione merceologica, che metteranno in luce non solo il valore della creatività bensì soprattutto l’espressione di una vivacità di cui soprattutto le aziende italiane possono dirsi orgogliose.

JM

Assunzioni agevolate a partire dal 2015

Tra i provvedimenti che fanno parte della Legge di Stabilità 2015, c’è anche quello che riguarda “Sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato”, ovvero la conferma della soppressione dal prossimo anno delle assunzioni agevolate previste dalla Legge 407/1990 e la definizione di nuove agevolazioni volte a promuovere forme di occupazione stabile.

Per quanto riguarda i datori di lavoro privati, ma non operanti nel settore agricolo, se avvieranno nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato, con esclusione dei contratti di apprendistato e dei contratti di lavoro domestico, a partire dall’1 gennaio 2015 verrà riconosciuto loro l’esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali per un massimo di 36 mesi.

Confermata l’esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL e il limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua.
La novità è che tale beneficio spetta solo con riferimento a contratti stipulati non oltre il 31 dicembre 2015.

L’esonero spetta ai datori di lavoro a patto che si tratti di nuove assunzioni di lavoratori:

  • che nei sei mesi precedenti non siano stati occupati a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro;
  • per i quali tale beneficio non sia già stato usufruito in relazione a una precedente assunzione a tempo indeterminato.

L’esonero non può essere cumulato con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente.

Nessun vincolo invece per quanto riguarda eventuali riduzioni di organici, anche le imprese che lo abbiano fatto negli ultimi anni o mesi potranno accedere all’incentivo.

Ogni mese l’INPS consegnerà al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché al Ministero dell’Economia e delle Finanze, un report contenente il monitoraggio del numero dei contratti incentivati attivati e il calcolo delle conseguenti minori entrate contributive.

Vera MORETTI

Macola: “L’Italia dell’innovazione è pronta per la sfida di Expo 2015”

Si è conclusa venerdì scorso la 51esima edizione di Smau, la più importante fiera italiana dedicata all’Innovazione, alla Tecnologia e all’Information & Communication Technology, dove ogni anno si danno appuntamento imprenditori, manager, aziende, pubbliche amministrazioni, startup e professionisti nel settore dell’Innovazione. Per un primo bilancio della manifestazione appena conclusasi, oggi abbiamo intervistato l’amministratore delegato di Smau Pierantonio Macola.

Dott. Macola, si è conclusa venerdì la 51esima edizione di Smau. E’ possibile trarre un primo bilancio?
Questa 51° edizione di Smau che si è appena conclusa ci ha permesso di mettere in evidenza come l’Italia dell’innovazione – startup, centri di ricerca, imprese e Regioni – siano pronti per la sfida di Expo 2015. Quest’anno abbiamo premiato ben 41 realtà: pubbliche amministrazioni, startup e imprese utilizzatrici di tecnologie digitali che hanno capito come il digitale e l’innovazione siano una leva fondamentale per competere, anche a livello internazionale e per offrire a cittadini e turisti servizi avanzati per vivere e visitare meglio le nostre città.

La recente edizione di Smau 2014 ha messo nuovamente al centro proprio il rapporto tra imprese e hi-tech, soprattutto con l’iniziativa del Premio Lamarck, il riconoscimento hi-tech dedicato alle startup più innovative. L’ecosistema delle startup mostra una crescita nel nostro Paese: tra il 2013 e il 2014 i numeri delle startup innovative hanno visto una espansione considerevole, ma non ancora entusiasmante.
C’è ancora molto lavoro da fare e uno dei compiti di Smau è proprio quello di favorire i processi di Open Innovation, fondamentali per la crescita del nostro Paese. Sono convinto infatti che L’Open Innovation rappresenti una strategia efficace utilizzata dalle moderne imprese, grandi o piccole che siano, di far fronte, oggi, alle esigenze di Ricerca e Sviluppo, che coinvolge proprio l’intero ecosistema dell’innovazione, startup in primis. Le startup infatti rappresentano un ingrediente fondamentale al processo di evoluzione e crescita delle imprese esistenti. Sono ‘giovani imprese innovative ad alto potenziale di sviluppo’; sono i nuovi fornitori e partner per i nostri imprenditori; sono il miglior ‘ponte’ tra le imprese e il sistema della ricerca universitaria.

Le startup hanno bisogno di ‘completarsi’ agganciando il mercato, e le nostre imprese hanno bisogno di sfidare il mercato con una innovazione rapida, pret a porter, che oggi non avrebbe senso ‘allevare’ al proprio interno: ed eccoci quindi di fronte un matrimonio perfetto: quello tra startup e imprese. Ma la bella notizia per le nostre imprese è che non ci sono solo le startup: esiste un intero ecosistema, e mi riferisco in particolare ad acceleratori e incubatori, che le nostre imprese non conoscono, se non in minima parte. Acceleratori e incubatori possono operare proprio come un reparto ricerca e sviluppo esterno all’impresa. Di fatto si parla di un formidabile mercato dell’innovazione in grado di rispondere in maniera moderna a qualsiasi esigenza di innovazione, ricerca e sviluppo del nostro sistema economico. PMI in primis.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
Io credo che le caratteristiche che contraddistinguono maggiormente i nostri giovani imprenditori siano proprio le idee, il coraggio e la creatività: tre aggettivi che rendono unico il nostro “Made in Italy”. Ciò su cui ancora c’è da lavorare sono proprio gli investimenti in startup Hi-Tech. Le imprese, come ho già sottolineato prima devono capire che le startup possono diventare un vero e proprio “fornitore di ricerca e innovazione”. Le Regioni hanno compreso molto bene questa dinamica e, nel definire le singole strategia di specializzazione intelligente dei rispettivi territori, stanno dando un nuovo impulso al rapporto tre le imprese e il sistema della ricerca, alla nascita e sviluppo di startup, all’internazionalizzazione delle nostre PMI, ma soprattutto stanno delineano una moderna rappresentazione del proprio territorio in chiave innovazione che avrà inizio proprio in concomitanza con Expo 2015 e che sarà vitale per lo sviluppo dei nostri territori e delle nuove imprese che vi nascono.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Per tutti i motivi che ho spiegato prima. Un giovane che vuole creare un’impresa innovativa, non lo deve fare perseguendo il sogno della quotazione in borsa o della Silicon Valley: sono rarissimi i casi in cui questo avviene. Chi ha un’idea innovativa e vuole farne un business lo deve fare pensando al contributo di know how e di innovazione che può fornire ad un’impresa matura. L’impresa deve essere il suo interlocutore privilegiato e l’obiettivo a cui aspirare nel concretizzare la propria idea di business e le Regioni devono essere per questi giovani futuri imprenditori un alleato in grado di permettere loro realizzare le proprie idee di impresa.

Jacopo MARCHESANO

In scadenza la comunicazione per i beni aziendali

Con la fine di ottobre, si avvicina la scadenza fiscale per la comunicazione relativa al 2013 dei beni aziendali concessi in uso a soci e familiari.

Entro i termini, dunque, le imprese dovranno trasmettere l’elenco di beni in godimento a soci e familiari dell’imprenditore e la Comunicazione dei finanziamenti e capitalizzazioni effettuati dai soci o familiari dell’imprenditore nei confronti dell’impresa.

Inizialmente, la scadenza era stata fissata per il 16 aprile 2014, ma ora è stata prorogata al 30esimo giorno successivo al termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui i beni sono concessi o permangono in godimento, oppure di quella relativa al periodo d’imposta in cui i finanziamenti e le capitalizzazioni sono stati ricevuti.

L’obiettivo della nuova scadenza, spiegava l’Agenzia è di “agevolare l’adempimento comunicativo, prevedendo una tempistica successiva alla presentazione della dichiarazione annuale dei redditi che, in relazione alla disciplina relativa ai beni dell’impresa concessi in godimento a soci o familiari, consente l’utilizzo di elementi che in sede dichiarativa hanno già concorso alla tassazione del reddito diverso (determinato confrontando il minor corrispettivo pattuito e il valore di mercato del diritto di godimento), per i soggetti che ricevono in godimento beni aziendali e determinato l’indeducibilità dei relativi costi sostenuti, per i soggetti concedenti i beni in godimento. La scelta tiene conto dell’ulteriore esigenza di evitare la concentrazione di un’unica scadenza dell’adempimento comunicativo e di quello dichiarativo”.

L’obbligo di comunicazione riguarda:

  • i beni d’impresa concessi in godimento da una società/ditta individuale ad un socio/familiare, senza corrispettivo o ad un corrispettivo inferiore a quello di mercato;
  • i finanziamenti/capitalizzazioni concessi nell’anno dai soci/familiari a favore della società/ditta individuale per un importo complessivo, per ciascuna tipologia di apporto, pari o superiore a 3.600 euro.

Le informazioni da inserire nella comunicazione sono:

  • tipologia di utilizzo del bene (uso esclusivo o non esclusivo);
  • data di subentro, se c’è stato un precedente utilizzatore;
  • data di inizio concessione bene (se l’utilizzo del bene è iniziato prima dell’1 gennaio 2012, va indicato “01012012”);
  • data di fine concessione bene, se nell’anno ha avuto fine il godimento del bene;
  • titolo con cui è concesso il bene, se in comodato, in uso o per altra forma di godimento
    corrispettivo relativo al godimento del bene, maturato per l’anno o per la frazione di anno per cui il bene è stato concesso o ricevuto;
  • valore di mercato del diritto di godimento del bene, determinato in base all’articolo 9, comma 3, del Tuir e ai criteri evidenziati nelle circolari 24/E e 36/E del 2012.

Vera MORETTI

Pinguino Viaggi, il franchising delle agenzie di viaggio

Se si vuole aprire un’agenzia di viaggi, la cosa migliore è farlo con un marchio in franchising.
Questo espediente, infatti, permette di entrare nel settore dei viaggi senza rischiare troppo, considerando la crisi tuttora in corso.

Attualmente, esistono molti brand presenti su territorio nazionale, e tra questi c’è anche Pinguino Viaggi, ad oggi attivo in Italia con ben 95 punti vendita.

Gli interessati ad intraprendere questa attività devono sapere che l’agenzia deve trovarsi in un locale vicino alle vie commerciali o di passaggio, o, in alternativa, all’interno di centri commercialil

L’investimento iniziale varia da 10 a 50mila euro, senza ulteriori diritti di ingresso, mentre verrà conteggiata una royalty mensile.

Per ricevere ulteriori informazione, è possibile collegarsi al sito Pinguino Viaggi.

Alle startup conviene andare in rete

Se fanno gruppo e si aggregano in rete, le startup si dimostrano più efficaci e longeve. Questo è stato sottolineati e ribadito anche dal workshop “Reti di Imprese & Startup. Aggregazione per il successo” organizzato da Assoretipmi nella seconda giornata di SMAU Milano 2014.

Il punto di partenza è la conformazione tipica delle pmi italiane, che, per il 60%, hanno un solo dipendente e il 35% meno di 10.
Fare rete significa fare massa intorno ad un progetto, e non solo diventare competitivi dal punto di vista commerciale.

Per quanto riguarda le reti d’impresa esistenti in Italia, esse sono circa 1.777, contate all’1 ottobre e, considerando che ad aprile erano solo 200, le piccole e medie imprese hanno dimostrato di aver inteso quale vantaggio sia aggregarsi e fare gruppo.

Le imprese coinvolte sono quasi 9mila e, tra queste, la maggior parte sono quelle appartenenti ai settori di Industria (40%), e Servizi (30%), con l’Edilizia a 20%. A seguire, Agricoltura e Commercio.

Per quanto riguarda l’ICT, esse rappresentano il partner tecnologico delle reti stesse, soprattutto nei casi di startup tra aziende giovani con potenzialità innovative da condividere con le aziende più tradizionali che fanno parte della rete.
In cambio, ricevono know-how e massa critica per risolvere problemi fondamentali in fase iniziale: finanziamenti, gestione, fiscalità, posizionamento sul mercato, opportunità di business.

I costi di formazione e ingresso in una rete d’impresa sono bassi. Si tratta di 160-170 euro per la registrazione alle Camere di Commercio, circa 1.550 euro di spese notarili, più quelle per l’avvocato per stendere il contratto di rete.
I costi di gestione operativa, invece, dipendono dal modo in cui la rete è strutturata.

Vera MORETTI

A settembre, bene l’export nei Paesi extra Ue

Le produzioni italiane sui mercati internazionali hanno fatto registrare dati positivi per il mese di settembre.
In particolare, buone notizie arrivano dalle esportazioni dirette al di fuori dell’Unione europea, che infatti sono cresciute del 4,1% rispetto al mese precedente e del 3,5% su base annua.

L’Istat, che ha condotto l’indagine e, di conseguenza, ha reso note queste cifre, sostiene che le vendite di beni strumentali sono incrementate dell’11,8% grazie ai trasporti su mezzi di navigazione marittima.

Anche le importazioni, tra agosto e settembre, sono tornate a registrare numeri con segno positivo (+3,4%), anche se rimangono negative su base annua (-0,4%) a causa della forte contrazione degli acquisti di energia, altrimenti la crescita sarebbe molto più consistente: +8,4%.

Nel complesso, l’avanzo commerciale registrato a settembre è stato di 1.533 milioni contro i 322 milioni di settembre 2013. Depurato dall’interscambio commerciale l’avanzo avrebbe raggiunto i 4,7 miliardi.

Vera MORETTI

Viggiano: “La mia startup innovativa made in Sud”

Grande protagonista della scorsa edizione di Smau, VT S&C è il partner tecnologico ideale per servizi di offshore development, grazie alla esperienza maturata dai suoi fondatori nella gestione di progetti con clienti in zone geograficamente remote per clienti in Nord America e in Europa. Questa competenza consente di ridurre i costi di delivery nel rispetto della qualità e dei tempi del progetto. Per capire meglio di cosa si occupa la startup che collabora come partner tecnologico alla realizzazione dei più interessanti progetti di ricerca finanziati dalla Commissione Europea, oggi abbiamo incontrato il CEO Livio Viggiano.

Dott. Viggiano, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
VT S&C offre servizi di consulenza nella modellazione dei software e definizione di architetture applicative: il supporto ai clienti in questo importante compito consente di migliorare il riuso delle soluzioni e la manutenzione del progetto. L’analisi accurata del contesto di un progetto ci consente una riduzione del rischio di insuccesso con l’individuazione delle criticità. VT S&C adotta metodologie agili allo scopo di avere un feedback costante dal cliente durante ogni fase dello sviluppo. Nella gestione agile del progetto si adottiamo gli approcci più noti ed affermati della moderna ingegneria del software; in particolare: SCRUM e XP (Extreme Programming)

Da dove nasce l’idea?
L’idea nasce dal fatto che i soci fondatori, Elmiro Tavolaro e il sottoscritto, intendevano concentrare in una realtà imprenditoriale l’expertise maturato in Europa e negli Stati Uniti. Portare in Italia esperienze di rilievo maturate all’estero, che permettessero di posizionarsi su mercati altamente competitivi, è stata la chiave per abbattere le barriere all’ingresso che presenta il tessuto produttivo italiano e dare credibilità ad un’iniziativa maturata in una delle aree in cui è più difficile fare impresa in Europa, e cioè il Mezzogiorno italiano.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Perché avviare un’idea imprenditoriale è il modo migliore per veicolare le proprie iniziative, in quanto fornisce più leve di marketing e permette di valorizzare e tutelare le proprie capacità e le proprie idee.

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
In startup di piccola dimensione la mancanza di una struttura che gestisca programmazione economica, marketing, tutela legale, recruitment ed accounting, all’inizio puo’ rallentare la crescita. Altri problemi sono quelli che affliggono aziende italiane di ogni tipo, storia e dimensione, come la scarsa dinamicità dei mercati nazionali, la mancanza di infrastrutture, l’inefficienza dei trasporti, il difficile accesso al credito, la pressione fiscale elevata, un mercato del lavoro poco agile.

Jacopo MARCHESANO