Restuccia alla guida di Federnotai Lombardia

E’ stato nominato ieri il nuovo presidente di Federnotai Lombardia, Dario Restuccia, 36 anni, notaio a Milano che succede a Domenico Chiofalo, notaio a Malnate, 39 anni. La squadra, scelta per il triennio 2015-2018 dal Comitato direttivo dell’Associazione eletto dall’assemblea generale il 29 giugno scorso, è così composta: il segretario, Luca Donegana, notaio a Lecco e il tesoriere, Antonio Teti notaio a Milano.

L’Associazione sindacale dei notai della Lombardia è iscritta alla Federazione Italiana delle Associazioni Sindacali Notarili (Federnotai). Annovera 500 iscritti tra i notai che hanno sede nella Regione e si propone, senza fini di lucro, di svolgere ogni forma di attività utile a migliorare e valorizzare il ruolo che la categoria svolge nella società. In particolare, coopera con altre categorie professionali, nella salvaguardia dei valori della libera professione e rappresenta i notai nelle contrattazioni sindacali. Promuove incontri, seminari, convegni, congressi e campagne di sensibilizzazione dedicate a materie attinenti alla professione.

Negli ultimi anni Federnotai si è fatto promotore di accordi con associazioni del mondo no-profit e con le istituzioni prefettizie, ha dato vita a iniziative di confronto pubblico con il mondo della politica e della società civile, ha sviluppato numerose attività per l’aggiornamento professionale e la specializzazione del notaio, in particolare in materia di diritto internazionale comparato, diritti degli immigrati, trasparenza dell’azione notarile e antiriciclaggio, sovraindebitamento finanziario e altri argomenti d’importante rilevanza e attualità.

Confcommercio fa le pulci alla spesa pubblica

Non passa giorno che non vengano prodotte prove a sostegno del fatto che la cosiddetta spending review sia stata una operazione di facciata. Sprechi e risorse mal spese continuano a esserci, tanto a livello centrale quanto locale e periferico. Lo testimonia il Rapporto dell’Ufficio Studi Confcommercio “La spesa pubblica locale”, presentato nell’ambito del convegno “Meno tasse meno spesa, binomio della ripresa” svoltosi nei giorni scorsi a Roma nella sede nazionale della Confederazione.

Secondo il rapporto di Confcommercio, “la riduzione delle inefficienze e degli sprechi nelle Amministrazioni pubbliche è la condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per intraprendere un percorso di graduale, sicura e generalizzata riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese“.

Dallo studio di Confcommercio quella che dovrebbe essere la centralità della spending review per riportare la spesa pubblica sotto controllo. Con dati in chiaroscuro. Per esempio, la spesa per i consumi finali, tra il 2012 e il 2014 è calata di quasi 1,4 miliardi e dello 0,1% (dal 19,6% al 19,5%) in rapporto al Pil. Contemporaneamente, però, nello stesso periodo le uscite complessive delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate di poco più di 6 miliardi, passando dal 50,8% al 51,1% in rapporto al Pil.

Ma i dati più interessanti, Confcommercio li ha rilevati a livello regionale, dove ha scoperto che la regione con la spesa pro capite più bassa è la Puglia (2.963 euro), seguita dalla Lombardia (2.579 euro) e dalla Campania (2.676 euro). La spesa massima è della Val d’Aosta (6.943 euro), che precede Trentino Alto Adige e Sardegna.

Dal quadro tracciato da Confcommercio emerge che le Regioni a statuto speciale spendono più delle altre, in media 3.814 euro, contro i 2.812 euro di quelle a statuto ordinario. Ma la conclusione più interessante cui è giunto l’Ufficio Studi di Confcommercio è che la spesa pubblica gestita localmente è pari a 176,4 miliardi di euro, dai quali si potrebbero risparmiare più di 74 miliardi di euro, ossia il 42% del totale nazionale.

Se si prendono come base di confronti i prezzi della Lombardia – la Regione campione per calcolare gli sprechi, dal momento che ha livelli di servizio superiori a tutte le altre – i servizi pubblici locali in Italia potrebbero costare 102,3 miliardi di euro, ossia i 74 miliardi in meno di cui sopra. Tolto il 70%, reinvestito nel miglioramento dell’output pubblico, rimarrebbero quasi 23 miliardi di euro di risparmi netti. Quasi la metà di questi risparmi proverrebbe dalle Regioni a statuto speciale, dove risiede solo il 15,2% dei cittadini. Nelle regioni più grandi il risparmio potrebbe arrivare a 4,2 miliardi di euro.

Imprese italiane in lenta ripresa

I dati che vengono diffusi dai vari istituti sullo stato di salute delle imprese italiane sono spesso contradditori. Prendiamo, per esempio, i dati Cerved che riguardano i fallimenti e i bilanci delle imprese italiane nel 2014. I primi sono inquietanti, i secondi beneauguranti. Possibile? Sì, vediamo perché.

Secondo l’Osservatorio Cerved, il numero di imprese italiane fallite lo scorso anno è stato di ben: 15mila, ossia il +10,7% rispetto all’anno precedente e il risultato peggiore da oltre dieci anni. I bilanci delle imprese italiane, invece, nel 2014 sono migliorati, arrivando al 6,5% del patrimonio netto, dal 5,7% del 2013, mentre sono calati del 4,5% i debiti finanziari.

Il contesto economico ancora debole ha fatto sì che, nel 2014, l’andamento delle vendite e dei ricavi delle imprese italiane siano cresciuti solo dell’1% sul 2013. Ma da un’analisi dei 133mila bilanci depositati entro giugno 2015, Cerved ha rilevato che le imprese italiane sono riuscite a migliorare la propria redditività, contenendo i costi e aumentando la produttività.

In sostanza, il numero delle aziende italiane che hanno chiuso il bilancio in rosso è sceso nel 2014 del 27,7%: 25 società su 100. Con un incremento generale degli indici di redditività netta.

Rispetto al periodo pre-crisi, le imprese italiane sono comunque meno redditizie ma, secondo Cerved, le società analizzate nel rapporto hanno debiti più sostenibili. Nel 2014 i debiti finanziari si sono contratti (-4,5% dopo il -6% del 2013), con gli imprenditori che hanno fatto maggiormente ricorso a mezzi propri per finanziare le aziende, con il capitale netto su del 4,2% rispetto al 2013 e un incremento complessivo rispetto ai livelli pre-crisi del +51,3%.

Sul versante dei fallimenti, la situazione delle imprese italiane è in miglioramento. I dati raccolti da Cribis D&B, a giugno 2015 risultano 808 casi in meno rispetto a giugno 2014. Nei primi sei mesi del 2015 sono fallite mediamente 53 imprese al giorno, un dato da non sottovalutare ma che è comunque in calo rispetto alla crescita costante e continua che si registrava dal 2009.

Meglio tardi che mai

Il Bollettino trimestrale Bankitalia rivela un miglioramento nell’accesso al credito di imprese e famiglie: torna il segno positivo dopo 3 anni di flessione. Per le imprese manifatturiere si registra una crescita, seppur lieve, dello 0,4%. Ancora giù, invece, i prestiti per le imprese dei servizi e delle costruzioni, rispettivamente del -1,5% e -2,6%. Per qualcuno la luce in fondo al tunnel è ancora lontana.

Imprese femminili in aumento in Toscana

Le donne imprenditrici sono sempre di più e a confermarlo sono le cifre, in costante aumento, soprattutto in alcune regioni italiane.

In Toscana, ad esempio, le aziende in rosa rappresentano un’importante e concreta risorsa per l’economia locale, tanto da aver registrato dati in crescita su tutto il territorio.
Ad oggi, le imprese femminili sono più di 93mila, con un aumento medio dell’1,5% ogni anno.

Ma quali sono i settori in cui le donne “spopolano” maggiormente?
Il settore dei servizi, del commercio e del turismo conta circa 1400 imprese femminili attive, che collocano la Toscana al quarto posto in Italia dopo Lazio, Lombardia e Veneto.

In queste stime, spiccano le imprese guidate da straniere, che sono il 61% del totale, con le giovani che però stanno registrando numeri da capogiro.

Andrea Sereni, presidente di Unioncamere Toscana, ha dichiarato in proposito: “In questi primi tre mesi dell’anno le iscrizioni di imprese rosa sono aumentate anche nel turismo e nell’artigianato, segno che la Toscana dispone di un habitat che, oltre ad offrire larghi margini di sviluppo, rappresenta una risorsa straordinaria ed una risposta concreta alle molte giovani donne, creative e intraprendenti, alla ricerca di opportunità occupazionali, anche in proprio“.

Vera MORETTI

Delega fiscale, INT ancora in prima linea

Dopo le audizioni in Commissione Finanze del Senato e il primo incontro con quella della Camera, il Presidente dell’ Istituto Nazionale Tributaristi (INT), Riccardo Alemanno, ha partecipato ad un nuovo confronto con la Commissione Finanze della Camera sulla Delega fiscale.

Alla presenza del Presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone e del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero e di esponenti delle istituzioni tra cui il Direttore del Dipartimento del MEF Fabrizia Lapecorella, il Direttore dell’Agenzia delle entrate Rossella Orlandi, il Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli Giuseppe Peleggi, il Consigliere del Ministro dell’Economia e delle Finanze per le politiche fiscali Vieri Ceriani, il Comandante generale della Guardia di finanza Saverio Capolupo, il Presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio ed Amministratore delegato di Equitalia S.p.A Ernesto Maria Ruffini, nonché di esperti della materia quali il professor Giulio Tremonti e il dottor Massimo Romano, si è svolto, presso la sala del Mappamondo della Camera, il secondo Seminario istituzionale sulla Delega fiscale.

In particolare, relativamente alla Delega fiscale, si è discusso sui seguenti schemi di d.lgs. delegati presentati al Parlamento dal Governo: schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina dell’organizzazione delle agenzie fiscali (Atto n. 181), schema di decreto legislativo recante norme in materia di stima e monitoraggio dell’evasione fiscale e in materia di monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale (Atto n. 182), schema di decreto legislativo recante misure per la semplificazione e razionalizzazione delle norme in materia di riscossione (Atto n. 185), predisposti in attuazione della delega per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, di cui alla legge 11 marzo 2014, n.23.

L’INT sulle predette tematiche ha depositato una relazione, di cui il presidente Alemanno ha nel suo intervento ribadito alcuni passaggi, senza però rinunciare ad evidenziare come sia ormai non più rinviabile la riduzione della pressione fiscale sul lavoro, sia esso dipendente o autonomo (bene in tal senso le parole del Presidente Renzi anche se resta preoccupazione per come sarà gestita la local tax) e pur se non attinente alla tematiche, sfruttando la presenza del Vice Ministro Casero, ha evidenziato la necessità di prorogare la scadenza del modello 770 e poi a regime l’ abrogazione del 770 semplificato.

Alemanno ha anche sottolineato: “Le Agenzie fiscali, in particolare quella delle Entrate devono essere salvaguardate e rappresentano uno dei migliori modelli di uffici della Pubblica amministrazione, ma, detto ciò, si deve prendere atto che nel tempo, parte della funzionalità iniziale ha iniziato ad avere delle flessioni ed i rapporti sempre improntati alla collaborazione con le rappresentanze degli intermediari fiscali nella volontà della dirigenza centrale e territoriale, non sempre hanno trovato concretizzazione nell’ambito della quotidianità degli operatori professionali, ciò anche in virtù di una emanazione di norme in materia tributaria senza soluzione di continuità che mette in difficoltà contribuenti, professionisti e gli stessi operatori dell’Agenzia. Mi auguro che effettivamente, come auspicata dall’Esecutivo di Governo, l’Agenzia diventasse veramente un punto di riferimento per i contribuenti, ma per raggiungere questo ambizioso ancorché logico obiettivo, bisogna rimettere al centro dell’interesse il cittadino-contribuente e non solo l’esigenza di gettito. Purtroppo alcune proposte normative contenute in altri schemi di d.lgs. non sembrano andare in questa direzione. Inoltre, rifacendomi ad un appello del Prof. Gianni Marongiu, concordo con lui quando evidenzia che, data l’importanza del sistema fiscale per i cittadini e per il Paese, sarebbe opportuno che si tornasse a distinguere, nell’ambito delle delega politica, il ministero dell’Economia da quello delle finanze“.

Alemanno ha poi salutato con favore la creazione del fondo derivante dal risparmio della spesa fiscale, le cui entrate dovrebbero andare a beneficio della riduzione della pressione tributaria, mentre circa l’erosione fiscale ha ricordato che esiste già un approfondito lavoro svolto dal Gruppo erosione fiscale presieduto dal Consigliere Vieri Ceriani nell’ambito di un tavolo istituito dall’allora Ministro Tremonti.

In tema di Delega fiscale e sulla semplificazione e razionalizzazione della riscossione Alemanno, auspicando una ulteriore sburocratizzazione degli adempimenti, si è soffermato sulla questione aggi di Equitalia: “E’ evidente che di primo acchito la riduzione degli aggi della società di riscossione non possa che essere vista con favore, ma spero che i criteri e i parametri che il Ministero dell’economia e delle finanze dovrà individuare per permettere ad Equitalia di calcolare e rendere pubblici i costi da sostenere per il servizio nazionale di riscossione, siano adeguati al raggiungimento dell’effettiva copertura dei suddetti costi, affinché non si debba ricorrere al ripianamento dell’eventuale deficit di Equitalia utilizzando la fiscalità generale ed accollando a tutti i contribuenti, anche quelli virtuosi, parte del costo della riscossione dei debiti vantati nei confronti dei contribuenti inadempienti“.

Regione Lombardia promuove il franchising

La Regione Lombardia, che ospiterà presso la Fiera Milano di Rho/Pero dal 23 al 26 ottobre il Salone internazionale del Franchising, presenterà in quell’occasione un progetto per promuovere le aperture di negozi in franchising nei centri delle città lombarde.

Questo importante progetto prevede un finanziamento di 500.000 euro a fondo perduto per tutti gli interessati ad avviare un’attività in franchising in Lombardia, e possono chiedere di accedere al finanziamento i franchisor appartenenti a qualsiasi regione italiana.

Per partecipare, occorre inviare la propria dichiarazione di interesse entro il 24 luglio all’indirizzo email: commercio@pec.regione.lombardia, indicando nell’oggetto “manifestazione di interesse per progetto pilota fare impresa in franchising in Lombardia”.
E’ inoltre possibile richiedere maggiori informazioni scrivendo a: segreteria@salonefranchisingmilano.com.

Antonio Fossati, Presidente di RDS & Company, che organizza il Salone del Franchising di Milano in collaborazione con Fiera Milano, ha dichiarato: “Il progetto della Regione Lombardia è assai innovativo perché punta da un lato a sostenere il franchising, dall’altro a combattere la desertificazione dei negozi nei centri storici delle città. Ci auguriamo che altre Regioni italiane vogliano seguire l’esempio virtuoso di Regione Lombardia”.

Il progetto di Regione Lombardia, che è stato sviluppato con il supporto del Salone del Franchising di Milano e delle associazioni di settore, prevede un percorso formativo a supporto dei candidati imprenditori e si giova di un coinvolgimento forte dei Comuni lombardi per l’individuazione e l’ottenimento di condizioni agevolate sulle location commerciali.

Vera MORETTI

Federarchitetti scrive a Giuseppe Santoro

Federarchitetti ha voluto inviare una lettera a Giuseppe Santoro, nuovo presidente di Inarcassa, nella quale l’Associazione ha voluto porre l’attenzione su alcuno aspetti considerati particolarmente urgenti ed importanti.

Tra questi, Federarchitetti ha dimostrato di apprezzare, da parte del nuovo Consiglio di Amministrazione, “la volontà di promuovere azioni rivolte alla diffusione della Conoscenza degli organismi controllati ed interpretiamo, quale comune volontà, un deciso orientamento affinché ogni attività di questi enti sia indirizzata unicamente al sostegno della professione, con piena e totale trasparenza degli atti e con rigetto di percorsi non pertinenti che possano creare confusione di ruoli a discapito della intera categoria”.

Gli architetti hanno inoltre dato la loro approvazione all’ipotesi condivisa di moltiplicare le azioni a favore degli iscritti disagiati o in difficoltà, con interventi di protezioni ai figli disabili, sostegno a professionisti non autosufficienti, sanzioni ridotte a quelli in difficoltà.

Federarchitetti, nella sua missiva, appare favorevole alla costituzione di una Cassa Integrazione Guadagni, “cui suggeriamo una parallela attenzione verso l’idea di un sostegno all’accesso al regime pensionistico, ossia un’anticipazione ‐ opzionale ‐ quale mini‐liquidazione, nostro specifico tema programmatico”.

Per quanto riguarda il recepimento della legge per la compensazione tra crediti d’imposta e debiti previdenziali, viene ritenuto necessario “abbassare ulteriormente le sanzioni e condizionarle ad un congruo preavviso, oltre a consentire, a fronte di garanzie, piani di rientro delle morosità più attinenti alle singole posizioni previdenziali”.

Vera MORETTI

Novità riguardo la cessione del quinto

E’ stata pubblicata dalla Banca d’Italia la comunicazione del 4 giugno 2015 relativa ai criteri di segnalazione delle operazioni di finanziamento contro la cessione del quinto dello stipendio e della pensione.

Tale comunicazione riepiloga le modalità da adottare per effettuare segnalazioni di vigilanza nel caso in cui le operazioni si dovessero verificare, inoltre introduce nuove evidenze informative nel modello segnaletico della Centrale dei rischi che permetteranno di individuare i finanziamenti concessi contro cessione del quinto dello stipendio e della pensione e fornisce indicazioni specifiche in merito alla corretta rappresentazione delle CQSP caratterizzate da temporanee disfunzioni organizzativo-procedurali, in linea con l’esito della consultazione pubblica effettuata a tale riguardo.

Queste novità entreranno in vigore a partire dalle segnalazioni riferite al 30 novembre 2015 e verranno applicate anche ai finanziamenti erogati a dipendenti pubblici, per i quali è prevista l’estinzione mediante l’istituto della delegazione di pagamento.

Vera MORETTI

Una carta per salvaguardare il Made in Italy

Anche se l’operazione Spiagge Sicure è partita e promette sanzioni sempre più rigide e punitive, non sembra essere sufficiente per contrastare la contraffazione, poiché c’è chi, complice la spensieratezza della vacanza e le bancarelle che offrono di tutto a prezzi stracciati, non rinuncia ad acquistare un oggetto di marca, pur sapendo che è falso.
Ma, in numerosi casi, c’è la consapevolezza che i capi griffati sono sempre più costosi e, quindi, assolutamente inaccessibili, e quindi ci si accontenta del tarocco.

Questo è il trend tuttora esistente, non solo sulle spiagge ma anche sul web, che sembra davvero inarrestabile e acerrimo nemico del Made in Italy.

Per difendere, quasi a spada tratta, l’originalità dei prodotti italiani e dei loro marchi, è stata presentata Carta Italia, frutto di un accordo firmato dagli operatori del commercio elettronico, Indicam e Netcomm, insieme con il ministero dello Sviluppo economico.
Obiettivo comune di questa importante intesa è quello di identificare i prodotti contraffatti prima delle messa online, mentre i siti che aderiranno al protocollo riceveranno un bollino di garanzia, ovvero il sigillo Netcomm.

Mauro Peserico, presidente di Indicam, che riunisce oltre 150 piattaforme e siti e-commerce, ha dichiarato: “Naturalmente non significa che chi non avrà il bollino vende prodotti contraffatti. Ma averlo sarà una garanzia in più per il consumatore, per questo l’obiettivo è divulgare questo protocollo a partire dai big dell’e-commerce come eBay”.

Ad essere tutelato non è solo il Made in Italy, ma anche i consumatori, che così avranno maggior certezza di aver acquistato un oggetto originale.
Si riuscirà, con questa operazione, ad abbattere la piaga della contraffazione? Sicuramente è un buon passo avanti, anche se, ad oggi, si tratta di un colosso ben saldo, anche perché ci sono intere attività che basano la loro fortuna proprio sulla riproduzione di falsi, che poi vengono venduti in tutto il mondo, minando la nostra reputazione, soprattutto in Cina.

Ma non tutto ciò che arriva dall’e-commerce è malsano, come ha confermato Roberto Liscia, numero uno di Netcomm: “Nell’ordine del 15% quest’anno per raggiungere 15 miliardi di euro di fatturato solo in Italia”.

Vera MORETTI