I consulenti del lavoro sul “caso Colosseo”

I consulenti del lavoro sul “caso Colosseo”

Ha suscitato scalpore e indignazione in molti, ma soprattutto in coloro i quali hanno a cuore l’immagine dell’Italia e considerano il lavoro una missione e non un hobby, la chiusura al pubblico per alcune ore del Colosseo a causa di un’assemblea sindacale, avvenuta nei giorni scorsi.

Episodi analoghi si erano susseguiti anche agli scavi di Pompei, tanto che il governo ha deciso una svolta dichiarando anche i musei e i siti archeologici servizi pubblici essenziali. La Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha provato a capire che cosa significa nel concreto questa misura e quali conseguenze avrà per visitatori e lavoratori.

Con un approfondimento ad hoc, i consulenti del lavoro spiegano che “la questione nasce dal diritto per i lavoratori di libertà sindacale e di sciopero. Si tratta di diritti fondamentali riconosciuti dalla costituzione. Lo sciopero non risulta compiutamente regolamentato con una specifica legge attuativa del principio costituzionale contenuto all’articolo 40, con conseguente rischio anche di improvvise chiusure di attività o luoghi di lavoro, a causa di lavoratori che decidono di esercitare tale diritto“.

Tuttavia – prosegue la nota dei consulenti del lavoro -, una legge del 1990, allo scopo di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento di altri diritti fondamentali della persona, prevede precise regole e procedure da seguire in caso di conflitto collettivo, per assicurare comunque il funzionamento di alcuni servizi ritenuti essenziali“.

Ed è proprio sulla legge n.146/1990 – continuano ancora i consulenti del lavoroche interviene l’esecutivo inserendo anche i musei ed i siti archeologici tra i servizi ritenuti essenziali per la persona. Vediamo quali sono le conseguenze“.

Per proclamare uno sciopero – scrivono i consulenti del lavorooccorre preventivamente comunicarlo per iscritto sia alle imprese o amministrazioni che erogano il servizio. Il preavviso è fissato dai contratti collettivi per un periodo comunque non inferiore a 10 giorni. La comunicazione del preavviso deve contenere la durata, le modalità di attuazione e le motivazioni dell’astensione collettiva dal lavoro. Ma la comunicazione dovrà essere indirizzata anche alla Commissione di Garanzia dello Sciopero nei Servizi Pubblici Essenziali che si dovrà esprimere sulla legittimità dello stesso. L’Authority può decidere anche la sospensione o il differimento dell’astensione o arrivare anche alla precettazione dei lavoratori interessati, nel caso di effettuazione dello sciopero“.

Le sanzioni in caso di violazioni possono essere di natura pecuniaria per le associazioni sindacali e i responsabili delle imprese erogatrici. I lavoratori saranno invece esposti al rischio di sanzioni disciplinari anche pecuniarie ma comunque diverse dal licenziamento. È evidente che questa modifica garantisce maggiormente i visitatori dei musei e dei siti archeologici, considerato che di fatto viene impedita l’improvvisa proclamazione dello sciopero“.

Infatti – concludono i consulenti del lavoro nel loro approfondimento – la comunicazione preventiva dell’intenzione di astenersi collettivamente dalla prestazione lavorativa ha anche la finalità di consentire alle imprese o amministrazioni erogatrici del servizio di adottare le misure idonee ed effettuare le comunicazioni all’utenza, evitando così i disservizi che si sono creati nei giorni scorsi“.