Un 2016 da ricordare per l’ agroalimentare italiano

Un 2016 da ricordare per l’ agroalimentare italiano

Quando si parla di export made in Italy, c’è una voce che dà sempre soddisfazioni: quella dell’ agroalimentare italiano. Vale anche in questo 2016, come testimonia un’analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero a maggio: +12,1% per i prodotto dell’ agroalimentare italiano che hanno varcato i confini nazionali.

Il dato consolida una crescita avviata già nel 2015 quando, anche sull’onda di Expo 2015, l’export dell’agroalimentare italiano aveva toccato la cifra record di 36,9 miliardi di euro in valore.

L’analisi di Coldiretti mostra che la crescita maggiore dell’export per l’ agroalimentare italiano si è registrata all’interno dell’Ue (+13,6%), mentre le esportazioni extra Ue sono cresciute meno ma sempre in modo sostenuto: +9,6%.

Al di fuori del Vecchio Continente, il principale mercato è sempre quello degli Stati Uniti, dove l’export di agroalimentare italiano è salito di oltre il 65%. Confortante il dato della Russia che, nonostante il crollo dovuto alle sanzioni economiche, importa ancora le delizie made in Italy in doppia cifra: +11,5%.

Soddisfatto il commento del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo: “Non si è mai consumato così tanto Made in Italy alimentare nel mondo, certamente per le condizioni economiche positive dovute alla ripresa internazionale e ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense, ma anche perché l’Italia ha saputo cogliere l’opportunità di Expo per raccontare al mondo il modello agroalimentare e i suoi valori unici”.

Coldiretti sottolinea infine come i dati sulle esportazioni per l’ agroalimentare italiano potrebbero essere ancora migliori se, a livello internazionale, si facesse di più e meglio per contrastare il tarocco alimentare che colpisce i nostri prodotti, soprattutto grazie all’utilizzo del cosiddetto italian sounding, ovvero l’impiego di nomi che ricordano quelli di prodotti italiani per commercializzare, invece, delle ciofeche. Un business annuo stimato in oltre 60 miliardi, circa il doppio del valore dell’export agroalimentare.