L’amarezza degli ingegneri per l’esclusione dal BIM

L’amarezza degli ingegneri per l’esclusione dal BIM

Alla fine di agosto il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha inviato una nota al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Del Rio, sul tema delle questioni legate agli adempimenti previsti dal codice appalti in tema di processi innovativi (BIM).

Il riferimento della nota è alla commissione ministeriale che si occuperà della questione, coordinata dal provveditore Ing. Pietro Baratono. A quanto pare, la commissione sarà composta da rappresentanti di alcune università italiane e non vede alcuna rappresentanza delle professioni tecniche, ingegneri in primis.

Ancora una volta – si legge nella nota firmata dal presidente del CNI, Armando Zambranocommissioni importanti per il futuro delle attività dei professionisti vengono istituite senza che questi possano dare un contributo di merito. Essere ascoltati non equivale a scrivere le regole. Il perché di questa scelta è incomprensibile, dal momento che esiste la possibilità, attraverso un unico soggetto – la Rete delle Professioni Tecniche – di coinvolgere tutti i consigli nazionali interessati senza dover aumentare in modo non utile il numero dei soggetti coinvolti”.

I processi innovativi come il BIM – prosegue il numero 1 degli ingegneriper i professionisti sono una occasione per ristrutturare i propri studi, per sperimentare nuovi modelli organizzativi, per favorire le aggregazioni, superare le competenze, fare, in concreto, multi e inter disciplinarietà. Perché non si è voluto cogliere questo aspetto? Perché, ancora una volta, non si è voluto avere una visione strategica, cogliendo l’obbligo del codice come momento di confronto con i soggetti, tra cui i professionisti, che hanno già una esperienza reale costruita sulle proprie spalle e con le proprie risorse?”.

Non abbiamo risposte a questi perché – conclude Zambrano -. Abbiamo solo la conferma di un Paese che, alla vigilia di importanti riforme istituzionali, potenzialmente capaci di proiettarlo in una nuova e diversa dimensione, procede secondo i soliti metodi ed i soliti schemi, offrendo un quadro di situazioni che sanno solo riprodursi senza mai cambiare, vanificando così gli sforzi che alcuni, nello specifico i professionisti, stanno concretamente facendo per eliminare quanto di sbagliato e di superato esiste nelle proprie organizzazioni, nelle proprie strategie, nelle proprie rappresentanze”.

Se e quando la commissione ci chiamerà – conclude il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneriparteciperemo e daremo il nostro contributo ma non potremo evitare di veicolare a tutti gli iscritti negli ordini e collegi delle professioni tecniche il dispiacere e l’amarezza per questa ennesima dimostrazione di distanza della politica dal mondo delle professioni”.