Tasse per le imprese: in Italia sono in calo da tre anni

Anche se forse gli italiani non se ne sono resi conto, negli ultimi tre anni le tasse sono costantemente in calo.
A confermarlo è il Paying Taxes 2018, il rapporto di Banca Mondiale e Pwc che, puntualmente come ogni anno, analizza il valore della pressione fiscale per le imprese nei vari Paesi del mondo, e che colloca l’Italia in una posizione intermedia.

Occorre, prima di considerare i singoli valori percentuali registrati, capire quali sono i criteri che determinano il Total tax & contribution rate (Ttcr), l’indice utilizzato nel rapporto per mettere a confronto la tassazione nei vari Paesi.

Si prendono in considerazione imposte, tasse e contributi obbligatori cui è soggetta un’impresa di medie dimensioni nell’arco di un anno e che includono le imposte sui redditi, i contributi previdenziali e le tasse sul lavoro versate dal datore di lavoro, le imposte patrimoniali e sulle transazioni relative agli immobili, le tasse sui dividendi, sul capital gain, sulle transazioni finanziarie, sulla raccolta dei rifiuti, sulla circolazione dei veicoli e altri contributi minori.

Considerando i dati ottenuti, il carico fiscale per le aziende del nostro Paese è al 48% dei profitti commerciali, in calo di ben 14 punti percentuali rispetto al 2015. Questa diminuzione va principalmente ricollegata agli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato.

Nonostante, comunque, si trovi in una posizione intermedia, il Ttcr italiano è ancora al di sopra della media mondiale, 40,5%, ed europea, 39,6%, anche se l’Italia da un punto di vista fiscale guadagna competitività rispetto alle economie di molti partner comunitari.
Per fare esempi concreti, la Francia ha il Ttcr più alto d’Europa, del 62,2%, ma anche Belgio, Svezia e Germania sono superiori al nostro, poiché hanno Ttcr rispettivamente al 57,1%, 49,1% e 48,9%.

Meglio di noi sono, invece, il Regno Unito, con un ttcf pari al 30,7%, che rappresenta uno dei valori più bassi. Ma anche la Spagna raggiunge risultati migliori (46,9%), come anche l’Olanda (40,7%), la Polonia (40,5%) e il Portogallo (39,8%). Un caso del tutto particolare è poi quello della Svizzera, che con un Ttcr pari al 28,8% presenta una delle tassazioni più basse a livello mondiale.

Considerando non solo l’Europa, ma tutto il mondo, le situazioni peggiori si registrano in Sud America, dove addirittura l’Argentina fa segnare un Ttcr pari al 106. Ci sono poi la Bolivia con Ttcr pari all’83,7%, e Brasile, Colombia e Venezuela, con valori tutti superiori al 60%.

In Africa, altro caso difficile è quello dell’Eritrea, che fa segnare un indice dell’83,7%. E significativo è anche rilevare che il Ttcr della Cina è pari al 67,3%, dunque anch’esso ben al di sopra della media mondiale.

Situazioni positive, invece, in Zambia e Arabia Saudita, con valori del Ttcr di poco superiori al 15%, ma anche del Canada che si ferma al 20,9% e della Cambogia (21,7%).
Considerando le altre grandi potenze, gli Stati Uniti hanno un Ttcr pari al 43,8%, il Giappone al 47,4% e la Russia al 47,5%.

Vera MORETTI