Continuano gli sgravi per chi assume donne disoccupate

Per quanto riguarda gli incentivi all’assunzione, anche per il 2018 rimane valido il bonus previsto per i datori di lavoro appartenenti al settore privato che decidano di assumere donne disoccupate di qualsiasi età.

Lo sgravio è valido se le donne da assumere sono prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ma se l’assunzione avviene in particolari settori economici, caratterizzati da una profonda disparità di genere, allora il periodo di disoccupazione scende a sei mesi.

Al contrario, non è più disponibile l’incentivo per l’assunzione di donne disoccupate da almeno sei mesi residenti in aree svantaggiate.

L’agevolazione spettante al datore di lavoro del settore privato si traduce in uno sgravio contributivo pari al 50%:

  • per 12 mesi in caso di contratto tempo determinato;
  • per 18 mesi in caso di assunzioni a tempo indeterminato;
  • fino al 18° mese dalla data di assunzione in caso di trasformazione del contratto da tempo determinato a indeterminato.

Per fruire del beneficio è necessario presentare apposita domanda di ammissione compilando ed inviando per via telematica, prima della denuncia contributiva, il modulo disponibile nel Cassetto previdenziale aziendale presente sul sito INPS.
L’Istituto, una volta ricevuta la domanda, verificherà la presenza dei requisiti e quindi concederà il bonus.

Vera MORETTI

Imprese italiane sempre più attirate dalla banda larga

Le imprese stanno dimostrando di aver capito che devono necessariamente stare al passo con i tempi anche e soprattutto con la tecnologia.
L’avvertimento è stato dato, e ribadito, da tempo, poiché le aziende, soprattutto se medio piccole, per non soccombere sono costrette ad adottare e sposare le nuove tecnologie, essere innovative e aperte ad investimenti se necessario. Si tratta sicuramente di un dispendio di denaro ed energie, ma è per una buona causa, per emergere in un mare di imprese che inevitabilmente si fanno concorrenza tra loro.

A conferma che questo consiglio è stato recepito, c’è un’indagine condotta da Istat che rileva come siano aumentate e stiano aumentando progressivamente le imprese che si connettono ad Internet utilizzando la banda larga.

Dati alla mano, la quota di imprese con almeno dieci dipendenti che si connette ricorrendo alla banda larga mobile è salita di oltre sette punti percentuali rispetto al 2016, passando da 63,8 a 70,9%.
Aumenta anche il numero di imprese che invece hanno adottato la banda larga fissa, passando dal 16,5% del 2016 al 23,6% del 2017.

In crescita anche le imprese che usano abitualmente un social media, che passano dal 39,2% del 2016 al 44% del 2017, mentre resta limitata la diffusione di competenze digitali. In aumento il numero di imprese che vendono online: dall’11% al 12,5%.

Vera MORETTI

Lavoro dipendente in aumento nel terzo trimestre 2017

Il terzo trimestre 2017 ha segnato un aumento di circa 1,2 milioni di posizioni lavorative dipendenti, se si confronta con il terzo trimestre 2014.
A confermarlo è stato anche il rapporto congiunto appena presentato da Istat, Ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal sulle tendenze dell’occupazione.

Ciò che ne emerge è che, in questi tre anni, prevalgono i contratti a tempo indeterminato, aumentati di 837 mila unità, trainati comunque dagli sgravi contributivi previsti, seguiti a distanza da quelli a tempo determinato, 362 mila in più.

Anche il lavoro a chiamata, comunque, ha subito una impennata, poiché nel terzo trimestre di quest’anno è cresciuto addirittura del 77,9%, che va a continuare l’aumento già verificatosi nel secondo trimestre, del 75,6%, soprattutto a seguito dell’abrogazione dei voucher.
Facendo un totale, i lavoratori a chiamata registrano un aumento assoluto di 95 mila unità passando così da 122 mila a 217 mila.

In ogni caso, il terzo trimestre ha portato ad un aumento del tasso di occupazione, che ha raggiunto il 58,1%, con una crescita di 2,7 punti percentuali rispetto al minimo del terzo trimestre 2013 (55,4%) e comunque, come si legge dalla nota emanata “proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre crisi” che era, nel secondo trimestre 2008, di 58,8%.
Le unità di lavoro equivalenti a tempo pieno sono 24.132.000 con una crescita di 118mila unità sul secondo trimestre e di 308mila unità sul terzo trimestre 2016.

Vera MORETTI

Ceramiche Made in Italy al top anche all’estero

Made in Italy al top anche quando si tratta di ceramiche, che sono molto apprezzate sia sul mercato interno sia all’estero, anche quando si tratta di fronteggiare la concorrenza, spietata e spesso sleale dei cinesi.

Ma la qualità italiana sta sbaragliando tutti e, dopo aver chiuso il 2017 con una crescita che ha superato il 2% per un totale di 425 milioni di metri quadrati, si appresta ad inaugurare il nuovo anno con un rafforzamento della crescita del volume di affari.

All’estero, dove sono stati destinati ben 340 milioni, le piastrelle Made in Italy hanno riscosso particolare successo nell’Europa Centro Orientale (variazione superiore al 5%) e nel Far East (3,5%), anche se i mercati più dinamici sono quelli dei Paesi del Golfo ed il Nord Africa.

Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica, ha posto l’accento su varie problematiche riscontrate e su varie soluzioni da introdurre, nel settore dell’edilizia, in particolare nell’ottica dell’estensione degli incentivi energetici e sismici, ma anche per incentivare gli investimenti necessari per la riqualificazione delle città, in una doppia misura: rispettare la normativa europea antidumping e restituire all’Italia luoghi sicuri.
Per questo, ha dichiarato: “L’edilizia non residenziale a livello internazionale sembra avere una dinamica interessante e può costituire un crescente potenziale per le lastre ceramiche, tecnologia che il nostro settore sta mettendo a regime. Abbiamo ottenuto nelle scorse settimane il rinnovo, fino al 2022, dei dazi antidumping sull’import cinese, una misura fondamentale per il Fair Trade e per dare certezza al quadro di riferimento a livello europeo”.

Vera MORETTI

Turismo italiano da record, anche a Natale

Il 2017 si sta rivelando e confermando un anno davvero positivo per il turismo, poiché, dopo l’estate più che soddisfacente, anche le vacanze di Natale sembra che andranno alla grande per questo settore che aveva conosciuto un periodo davvero difficile.

Tra Natale, Capodanno e l’Epifania, infatti, le imprese ricettive italiane registreranno 16,8 milioni di presenze, oltre 380mila in più rispetto alle festività del 2016.
Con queste ultime cifre, dunque, l’anno in corso si avvia a totalizzare oltre 420 milioni di presenze, il 4,2% in più sul 2016 e nuovo record storico per il nostro Paese, come si evince anche dall’indagine previsionale sui flussi turistici realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Confesercenti, su un campione di 1.657 imprenditori ricettivi.

La maggior parte dei turisti attesi, ben 12,5 milioni si muoverà tra Capodanno e l’Epifania, e di questi 10,2 saranno italiani, che aumentano del 2,1% rispetto al 2016, anche se l’aumento più consistente riguarderà proprio gli stranieri, con 6,6 milioni di presenze in più arrivando a +2,5% rispetto all’anno precedente.

Dove alloggeranno i viaggiatori? Soprattutto in hotel, dove aumentano sia gli italiani (+2,4%) sia gli stranieri (+2,2%), a differenza delle strutture extralberghiere dove l’aumento degli italiani si ferma al +1,1% e quello degli stranieri sale al +3,9%.

Per quanto riguarda le mete, percentuali positive dovunque, ma soprattutto per il Nord Ovest (+2,7%) e per il Sud/Isole (+2,8%); più contenute le stime per le regioni del Nord Est e del Centro Italia, anche se comunque in progresso di circa due punti percentuali.
Vanno molto bene le città e i centri d’arte, (+2,5% e un incremento degli stranieri del +2,9%) ma anche campagna/collina (+2,3%, con una crescita attesa degli stranieri pari al +4,2%).
Grazie ad un meteo favorevole, bene anche le località montane, con una stima in aumento del 2,2%, ma se la cavano anche le località di mare (+2%) e dei laghi (+1,6%).

Considerando tutta l’annata la crescita è di 5 milioni per quanto riguarda gli arrivi e di 17 milioni per quanto riguarda le presenze turistiche, con aumenti su tutti i fronti, anche se particolarmente bene è andato il comparto alberghiero (+4,3%), anche se l’extralberghiero si attesta al +3,9%.
Dal punto di vista del territorio, molto bene le imprese del Nord Ovest (5,4%) e del Sud/Isole (+5,3%). Anche nel Nord Est la crescita ha toccato valori interessanti (+4,3%), mentre per le aree del Centro la stima si ferma al +1,9%.

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha dichiarato: “Dopo un’estate da ricordare, anche la stagione invernale conferma il dinamismo del turismo italiano e il contributo che sta dando alla ripresa. Nonostante il settore continui a soffrire i problemi di sempre – dalla promozione insufficiente ai deficit logistici e infrastrutturali, reali e digitali – le imprese turistiche hanno fatto la loro parte, mostrandosi capaci di intercettare e soddisfare la crescente domanda di Italia, interna ed estera. Ma il lavoro aggiuntivo è stato premiato solo in parte: i margini degli operatori continuano ad essere messi sotto pressione dalla concorrenza degli abusivi e dall’eccesso di costi burocratici e fiscali che penalizzano il settore. Gli stessi turisti, in Italia, sono tassati più che in altri Paesi: non solo attraverso un’imposta di soggiorno che è sproporzionata in troppe località, ma anche con un’aliquota IVA sui prodotti turistici più alta rispetto a quella dei nostri rivali. Bisogna che la politica capisca che la competizione turistica è una competizione tra sistemi-Paese e sostenga più convintamente il settore più brillante della nostra economia, anche con un piano di promozione che permetta di andare oltre al turismo mordi e fuggi”.

Vera MORETTI

Patrimonio agroalimentare italiano primo in Europa

In fatto di patrimonio agroalimentare l’Italia è indiscussa leader a livello europeo, e non si tratta dei soliti luoghi comuni, ma di una realtà confermata dai dati: in tutto, infatti, il Belpaese vanta 294 prodotti DOP, IGP e STG riconosciuti dall’Ue, con una crescita negli ultimi vent’anni del 382% e che rappresentano il 21% dei prodotti di qualità registrati in tutta Europa.
Seguono la Francia con 245, la Spagna con 195, il Portogallo con 138 e la Grecia con 105.

Tra i prodotti alimentari più presenti, quando si tratta di qualità, sono ortofrutta, cereali, formaggi e oli, che costituiscono oltre il 70% del totale nazionale.
Gli ortofrutticoli con 110 prodotti costituiscono il 37,4% del totale, i 53 formaggi incidono il 18% , gli oli e grassi il 15,6% e le carni il 13%.

La regione leader in Italia è l’Emilia Romagna che può contare su 43 prodotti DOP e IGP: seguono il Veneto con 36, la Lombardia con 34, la Toscana con 31, la Sicilia con 30 e il Lazio con 27.

Si tratta di un risultato emerso da un’analisi condotta dagli Uffici Studi Confagricoltura Veneto e CGIA di Mestre dove sono state monitorate le tendenze dei consumatori e l’escalation dei prodotti italiani di qualità riconosciuti dall’Unione Europea. In questi giorni di festa, faranno bella mostra sulle tavole italiane buona parte di questi prodotti, e sicuramente anche all’estero.

Il valore economico dei prodotti agroalimentari italiani ammonta a 6,3 miliardi di euro, mentre il valore al consumo di questi prodotti è di circa 13,3 miliardi di euro, pari al 10% della spesa complessiva destinata dalle famiglie italiane ai generi alimentari.
Nei mercati esteri, il volume d’affari ha superato i 3 miliardi di euro.

Vera MORETTI

In Lombardia importanti finanziamenti per le infrastrutture

La Regione Lombardia ha deciso di stanziare ben 80 milioni di euro da utilizzare per avviare interventi di potenziamento sulle infrastrutture nelle Province.
Si tratta di fondi che riguardano il Patto per la Lombardia siglato tra Matteo Renzi e Roberto Maroni, un accordo mirato ad incentivare lo sviluppo economico, ma anche la coesione sociale e territoriale.

La ripartizione dei fondi è già stata decisa, su base provinciale, e prevede l’erogazione di 11,7 milioni di euro a Bergamo, 13,4 a Brescia, 9 a Monza e anche a Varese, infine 6,3 a Como.
Per Milano verrà invece stabilito un Patto a parte.

La cifra non corrisponde a quella stabilita inizialmente perché sono stati aggiunti altri 600 mila euro. Il motivo deriva dal fatto, come spiegato dall’assessore alle infrastrutture e mobilità Alessandro Sorte, che serviranno per aprire nuovi cantieri per quasi 130 milioni di euro.

Anche la Giunta regionale ha deciso di partecipare e predisporre altri interventi locali, a partire dallo stanziamento di 10 milioni di euro che verranno impiegati per la depurazione dei laghi prealpini, 6 milioni di euro per rinnovare la convenzione con Trenord a beneficio delle Forze dell’Ordine che potranno viaggiare gratuitamente sui mezzi di trasporto regionali.

Vera MORETTI

In arrivo per i contribuenti la rottamazione bis

Il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2018 contiene importanti novità, come ad esempio l’estensione della definizione agevolata dei carichi, chiamata più semplicemente Rottamazione bis, che prevede soprattutto la possibilità di definire i carichi affidati dal 2000 al 2016, ovviamente se non sono stati oggetto della prima rottamazione delle cartelle, ma anche i carichi comprese in piani di dilazione a partire dal 24 ottobre 2016, per i quali il debitore non sia stato ammesso alla prima definizione agevolata a causa del mancato pagamento di tutte le rate degli stessi piani scadute al 31 dicembre 2016 e i carichi affidati dall’1 gennaio al 30 settembre 2017.

A ricordare queste disposizioni è la circolare n.12/2017 della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, che analizza le principali misure del decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2018.

I consulenti ricordano anche che l’art. 9 del decreto fiscale 148/2017 ha incrementato di 300 milioni di euro per l’anno 2017 e di 200 milioni di euro per l’anno 2018, il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, costituito con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito attraverso la concessione di garanzie su prestiti bancari.

Vera MORETTI

A dicembre 255mila posti di lavoro in più

Il mese di dicembre ha portato all’attivazione, da parte delle imprese italiane con dipendenti, di ben 255 mila contratti in più, per fronteggiare l’aumento del carico di lavoro in vista del Natale.
Tra questi, infatti, un terzo è destinato alle figure che operano nel settore della ristorazione (oltre 46mila le richieste di addetti) e delle vendite (circa 30mila), a cui si unisce la domanda di personale non qualificato nei servizi di pulizia, di conduttori di veicoli a motori, di tecnici dei rapporti con i mercati.

Si tratta di dati resi noti dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, sulla base delle entrate previste dalle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi tra dicembre 2017 e febbraio 2018.

Nonostante l’aumento della richiesta, però, risulta comunque difficile reperire il 22% delle risorse ricercate, soprattutto nei settori che richiedono specialità particolari, come quello dei servizi informatici e delle comunicazioni (41%), ma criticità si riscontrano anche nelle industrie del legno e del mobile (38%), nelle industrie estrattive e della lavorazione dei minerali non metalliferi (37%) e in quelle metalmeccaniche ed elettroniche (35%).

Entrando nel dettaglio delle professioni di difficile reperibilità, ci sono gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (58%), i tecnici informatici, telematici e delle comunicazioni (49%), i tecnici in campo ingegneristico (42%), i saldatori e montatori di carpenteria metallica (46%), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (44%) e i meccanici riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (40%).

Ancora più arduo è trovare risorse quanto si cerca tra gli under 29, e in questo caso le professioni a maggior difficoltà di reperimento sono gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (65%), i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (48%) e gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettroniche (48%).

Per quanto riguarda gli indirizzi di studio, nel mese di dicembre sono circa 31mila le offerte contrattuali per i laureati, 86mila per diplomati, mentre si attestano a 83 mila quelle per cui è richiesta una qualifica o diploma professionale.

Vera MORETTI

La moda Made in Italy in vetrina con Yoox

L’export Made in Italy sta continuando a registrare cifre positive molto soddisfacenti, considerando che a settembre la percentuale dell’export italiano verso la Cina è aumentata del 25,4% e quella verso gli Stati Uniti del 9%.
Per questo motivo, sta per partire un nuovo progetto, che prevede la creazione di una vetrina per le piccole e medie imprese, pensata e realizzata grazie all’accordo definito con Yoox, piattaforma del gruppo Yoox-Net-A-Porter , guidato da Federico Marchetti, portabandiera dell’eccellenza Made in Italy nel mondo.
Questa intesa è stata decisa considerando che Yoox è presente in cento Paesi ed ha filiali sia negli Usa sia in Cina.

Questo progetto è molto importante ed ambizioso perché da la possibilità ad una serie di eccellenze italiane di farsi conoscere e promuovere la propria attività a livello internazionale, facendo leva su questi mercati oggi molto potenti con il commercio elettronico.
Si chiama Italian Hidden Gems ed è nato anche grazie all’aumento del 45% delle risorse messe a disposizione dal Ministero dello Sviluppo, al fine di potenziare le azioni di incremento dell’e-commerce nella moda.

Cosa succederà, dunque, ora che la partnership è stata siglata? All’interno della piattaforma Yoox verrà creato un palcoscenico digitale dove ben cento marchi potranno mettere in mostra le proprie creazioni, che apparterranno al settore moda e quindi saranno capi di abbigliamento, calzature, borse, accessori, gioielli e oggetti di design.

Michele Scannavini, presidente dell’Agenzia ICE, ha commentato così il progetto: “L’accordo firmato con Yoox si inserisce nella strategia dell’Ice rivolta allo sviluppo del commercio digitale a favore delle imprese italiane. Attraverso una intensa attività di formazione, la definizione di accordi di distribuzione con e-tailer, marketplace e retailer, unitamente alla promozione sui mercati più promettenti come Cina e Stati Uniti, vogliamo aumentare il numero delle nostre aziende esportatrici e favorirne la crescita. Molte di queste, infatti, sono “gemme nascoste” che da sole, in quanto piccole realtà, non riuscirebbero a intraprendere il percorso di internazionalizzazione digitale”.

Vera MORETTI