Certificazione unica lavoratori autonomi serve ad attestare i redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi nonché i corrispettivi derivanti dai contratti di locazioni brevi.
La certificazione unica va rilasciata al lavoratore autonomo che ha svolto un’attività. Il modello da utilizzare è quello “Sintetico” entro il 16 marzo. Sempre in questa data la certificazione deve essere inviata telematicamente all’Agenzia delle entrate, utilizzando il modello “ordinario”. E’ opportuno precisare che la trasmissione telematica delle certificazioni uniche, contenenti solo redditi esenti o non deducibili, mediante la dichiarazione dei redditi precompilata, può essere presentata entro il 31 ottobre dello stesso anno. Ma quest’anno ci sono alcune novità che sono state introdotte con provvedimento del 15 gennaio 2021. Pertanto, facciamo il punto della situazione.
Sono tenuti all’invio della certificazione unica 2021 i lavoratori che nel 2020 hanno ottenuto redditi soggetti a ritenuta alla fonte. Inoltre, sono obbligati all’invio anche i soggetti che nello stesso anno, hanno corrisposto contributi assistenziali/ previdenziali o premi assicurativi dovuti l‘INAIL. Tra gli altri soggetti che utilizzano la certificazione unica vi sono i soggetti che sono assoggettati alla contribuzione INPS, come ad esempio le aziende straniere che hanno lavoratori italiani impiegati all’estero, ma assicurati in Italia. Sono tenute alla compilazione della Certificazione Unica tutte le Amministrazioni sostituti d’imposta comunque iscritte alle gestioni confluite nell’INPS gestione Dipendenti Pubblici, nonché gli enti con personale iscritto per opzione all’INPS gestione Dipendenti Pubblici.
Attraverso il provvedimento del 15 gennaio 2021 l’agenzia delle entrate ha chiarito una serie di informazioni ai fini delle corretta compilazione della certificazione. E possiamo così riassumerle:
Basta guarda una certificazione unica lavoratori autonomi per capire che si tratta di un documento molto semplice, ma che permette di dichiarare i redditi derivanti da attività diversa dalla principale.
Il modello di Certificazione unica per lavoratori autonomi comprende prestazioni occasionali, provvigioni e compensi ai professionisti e i contributi in regime forfettario. In particolare deve contenere:
Nello specifico per i lavoratori autonomi la CU è divisa in due tipologie:
L’invio telematico della Certificazione può essere in capo ad un intermediario abilitato. Inoltre, a parte la scadenza per quanto riguarda la compilazione non ci sono altre note da fornire.
Nella sezione quadro le relativo ai lavoratori autonomi, va indicato indicando il Codice di tipologie reddituali oggetto di certificazione. Inserendo al causale A si identificano le prestazioni di lavoro autonomo che rientrano nell’esercizio di arti o professione abituale. Mentre nel quadro 4 si deve inserire l’importo del compenso. Ma le ritenute per le casse previdenziali non vanno inglobate. Inoltre rispetto allo scorso anno sono stati aumentati la gamma di codici da indicare nel campo 6.
Specificando il codice 13 si può affermare che prendono in esame tutti i soggetti possessori di due requisiti. Il primo è che deve essere domicilio fiscale all’interno del territorio italiano. Il secondo e che non devono aver percepito redditi maggiori a 400 mila euro (anno 2020).
Quando si esegue una prestazione occasionale, il sostituto d’imposta è il datore di lavoro che trattiene la ritenuta d’acconto e la paga direttemente allo stato. Al lavoratore autonomo sarà dato il compenso, detratta tale somma, spesso e volentieri pari al 20% del compenso. Ma cosa fare quando si esegue una prestazione di lavoro autonomo, ma manca il sostituto d’imposta? L’ammontare della ritenuta è da pagare all’Erario da parte del lavoratore. Tuttavia il modello da utilizzare è l‘F24 ed il codice tributo da utilizzare è 4050.
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