Chi sono i lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali INPS?

Chi sono i lavoratori autonomi iscritti all'INPS

In Italia l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS) riconosce ed eroga le principali prestazioni pensionistiche in forza ad un primario istituto di assistenza sociale e previdenza. Si tratta, nello specifico, dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) alla quale, in automatico, sono iscritti tutti i lavoratori che prestano attività retribuita e che sono alle dipendenze di soggetti terzi.

Con l’Assicurazione Generale Obbligatoria, che è gestita dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS), i lavoratori nel rispetto dei requisiti previsti possono accedere a tante prestazioni pensionistiche a partire dalla pensione di vecchiaia alla pensione di anzianità, e passando per la pensione ai superstiti. Ma anche la pensione di inabilità e l’assegno di invalidità.

AGO gestioni speciali INPS, ecco quali sono i lavoratori iscritti

Sempre nell’AGO, inoltre, ci sono i lavoratori autonomi che sono iscritti in apposite sezioni speciali che, in particolare, sono caratterizzate da autonomia finanziaria e pure da una contabilità separata. Si tratta, nello specifico, degli imprenditori agricoli, dei coltivatori diretti, dei commercianti e degli artigiani.

Nel dettaglio, le gestioni speciali INPS AGO sono 3, e precisamente quella per gli artigiani, quella per i commercianti e quella per i coltivatori diretti, imprenditori agricoli, mezzadri e coloni. In particolare, la gestione speciale per gli artigiani è stata istituita con la legge del 4 luglio del 1959 numero 463; la gestione speciale per i commercianti è stata istituita con la legge del 22 luglio del 1966 numero 613; mentre la gestione speciale per i coltivatori diretti, per gli imprenditori agricoli, per i mezzadri e per i coloni è stata istituita con la legge del 26 ottobre del 1957 numero 1047.

Contributi e aliquote INPS per artigiani, commercianti e coltivatori diretti

Per il 2021, l’aliquota contributiva per gli artigiani, per i commercianti e per i coltivatori diretti è pari al 24%. Con l’ammontare dei contributi da versare che è funzione di una quota fissa, che è calcolata sul cosiddetto minimale di reddito, e di una quota di contribuzione variabile in ragione dell’eventuale eccedenza.

Per esempio, a valere sull’anno 2021, il reddito minimo annuo da prendere come base, ai fini del calcolo del contributo IVS, è pari a 15.953,00 euro. Una soglia che è invariata rispetto all’anno 2020 per le gestioni speciali artigiani e commercianti. La quota variabile dei contributi si calcola invece sul reddito eccedente il minimale, ovverosia proprio su quello sopra la soglia dei 15.953,00 euro.

I contributi fissi si pagano in quattro rate con le scadenze, per il 2021, il 17 maggio, il 20 agosto, il 16 novembre ed il 16 febbraio del 2022. Mentre le scadenze per la quota di contributi eccedente il minimale, a titolo di saldo 2020, e pure di primo e di secondo acconto del 2021, seguono le stesse scadenze che sono previste per il versamento delle tasse che sono dovute in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi annuale.

Oltre al minimale di reddito, inoltre, ai fini del calcolo dei contributi INPS, per gli artigiani e per i commercianti, c’è pure il massimale imponibile di reddito annuo che è pari a 78.965,00 euro per chi è con anzianità contributiva alla data del 31 dicembre del 1995. Mentre il massimale 2021 sale a 103.055,00 euro per i lavoratori che sono privi di anzianità contributiva sempre alla data del 31 dicembre del 1995.