Invalidità, quali agevolazioni lavorative per l’autonomo?

Invalidità quali agevolazioni lavorative per autonomo
Invalidità quali agevolazioni lavorative per autonomo

Per gli autonomi la cui capacità lavorativa risulta essere ridotta a meno di un terzo, a causa di infermità fisica o mentale, c’è la possibilità di accedere ad una prestazione economica INPS che, tra l’altro, può essere riconosciuta pure agli iscritti alla gestione separata ed ai lavoratori dipendenti.

Assegno ordinario di invalidità autonomi è compatibile con la prosecuzione dell’attività lavorativa

Si tratta, nello specifico, dell’assegno ordinario di invalidità che, tra l’altro, risulta essere compatibile con lo svolgimento dell’attività lavorativa. Questo significa che il lavoratore autonomo che chiede e che ottiene l’assegno ordinario di invalidità può comunque continuare ad esercitare la propria attività.

Presentando la domanda, la persona con capacità lavorativa ridotta riceverà l’assegno ordinario di invalidità a partire dal primo giorno del mese successivo a quello della presentazione dell’istanza. Ma il tutto a patto che il lavoratore autonomo rispetti i requisiti amministrativi e sanitari di accesso alla prestazione economica che, comunque, non è vitalizia.

Quanto dura l’assegno ordinario di invalidità per i lavoratori autonomi?

L’assegno ordinario di invalidità autonomi, infatti, ha una durata e quindi una validità che è pari a tre anni, e quindi questo deve essere rinnovato ogni volta prima della scadenza presentando una nuova istanza con tanto di nuove verifiche a livello medico. Pur tuttavia, dopo tre rinnovi consecutivi l’assegno ordinario di invalidità, il cui importo viene calcolato con il sistema misto contributivo/retributivo, viene confermato in automatico fatte salve le facoltà di revisione.

La principale agevolazione per l’autonomo che percepisce l’assegno ordinario di invalidità, è quindi come sopra accennato quella di poter continuare l’attività, ma per l’accesso alla prestazione economica non basta in ogni caso l’attestazione di una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo.

Requisiti contributivi per assegno invalidità autonomi e la trasformazione in prestazione pensionistica

Ci sono infatti dei requisiti di contribuzione da rispettare come segue: servono minimo 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 anni che sono stati maturati nei 5 anni precedenti la data di presentazione della domanda per l’assegno ordinario di invalidità. Allegando la certificazione medica, la domanda di assegno ordinario di invalidità si presenta all’INPS anche via contact center oppure rivolgendosi sul territorio agli enti di patronato.

Quelli contributivi e medico-legali sono gli unici requisiti, per il lavoratore autonomo, al fine di chiedere ed ottenere l’assegno ordinario di invalidità senza dover poi cessare la propria attività. Per l’accesso a questa prestazione economica erogata dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, infatti, non ci sono dei requisiti d’età da rispettare.

Inoltre, se l’importo dell’assegno ordinario di invalidità, in base al calcolo in funzione dei contributi versati, risulta essere minore al minimo previsto, allora anche per questa prestazione economica l’INPS, nel rispetto dei requisiti previsti, può riconoscere al lavoratore autonomo il diritto all’integrazione al minimo.

Sempre nel rispetto dei requisiti, il lavoratore autonomo che percepisce l’assegno ordinario di invalidità, e che ha maturato pure i requisiti di età pensionabile, percepirà poi la pensione di vecchiaia. In tal caso, infatti, la trasformazione dell’assegno ordinario di invalidità in pensione di vecchiaia avviene d’ufficio.