Professionisti da casa: quali sono i costi deducibili?

I professionisti possono lavorare sia dentro che fuori l’ufficio. Ma alcuni di essi possono esercitare anche da casa. Ma quali sono i costi che possono essere scaricati?

Professionisti da casa: l’uso promiscuo dell’abitazione

I professionisti da casa possono svolgere la loro attività restando nella loro abitazione. Oppure decidere di andare in  in ufficio. Infatti, è possibile destinare una camera dalla propria abitazione ad uso ufficio. In questo caso si parla di “uso promiscuo“. In altra parole si tratta di un immobile che può essere utilizzato in parte per un’attività lavorativa. Ma anche viceversa un immobile ad uso ufficio o commerciale, usato in parte per abitarci. La legge italiana prevede una netta distinzione tra quelli che sono gli immobili destinati ad uso abitativo, identificati con lettera A nelle visure catastali e gli immobili destinati ad uso ufficio, identificati con la lettera A/10 oppure C/1 o C/3. Quando ci si trova nella condizione di uso promiscuo, quello che bisogna capire è l’uso prevalente di quell’immobile. In altre parole, cosa prevale di più, l’abitazione privata oppure la professione, questo deve essere chiaro.

Quali sono i costi che possono essere scaricati dal professionista?

Secondo quando esposto dalle recenti direttive dell’Agenzia delle entrate, il professionista pare possa detrarre due criteri:

  • la rendita catastale dell’immobile utilizzato come abitazione e studio;
  • il 50% delle spese dei servizi ad esso correlato.

Ciò vuol dire che se la porzione dello spazio usato come ufficio in casa a scopo professionale è diversa del 50%non è possibile variare la deduzione. La percentuale fa riferimento solo alle spese che possono essere promiscue, come ad esempio le spese delle utenze di acqua, luce e telefono.  Ma le bollette devono essere intestate al Professionista e non ad altra persona, anche se con esso conviventi.

E’ bene precisare che ci sono delle spese che non sono in alcun modo deducibili. E’ il caso delle spese strettamente personali, che sono chiare nella loro imputazione. Mentre invece, le spese che sono strettamente legate all’attività professionale possono sempre essere scaricate. Ovviamente nei limiti previsti del regime fiscale scelto dal professionista, con o senza partita IVA.

Alcuni esempi per essere più chiari

A questo punto per essere più dettagliati è meglio fare alcuni esempi specifici. Se un professionista compra un mobile, il costo può essere scaricato o meno? La risposta cambia in relazione al tipo di bene. Infatti, se il professionista, ad esempio un avvocato, lavora da casa ed acquista una cucina non sembrano esserci dubbi. La cucina non è legata all’attività lavorativa pertanto non è possibile dedurre questo costo. Se invece il soggetto compra un telefonino oppure un portatile come funziona? In questi casi è prevista una deduzione del 50% del costo del bene strumentale. Oltre al fatto che è possibile anche ammortizzare il costo sostenuto. Infine, se il professionista paga una spesa legata solo all’attività, come ad esempio un corso di aggiornamento specifico oppure un’assicurazione professionale, in quel caso è interamente deducibile.

Professionisti da casa: i costi relativi all’immobile

Per quanto riguarda i costi relativi all’immobile, qui ci sono alcuni problemi. Infatti, il professionista che lavora da casa, non può beneficiare di alcuna deduzione dell”IMU. Però solo nel caso di un immobile strumentale, adibito esclusivamente ad attività lavorativa, può arrivare ad una riduzione del 20%. In merito a Tari e Tasi non esiste un’applicazione univoca. Il metodo è quello dell’applicazione del 50%. Se il professionista prende in affitto un ufficio o uno studio, questi possono essere sottoposti a deducibilità. Ma se il soggetto va ad abitarci, ritorna la percentuale del 50%. Infine ai fini della locazione, il contratto va debitamente registrato, ma non si potrà godere delle agevolazioni fiscali per l’uso abitativo. E’ escluso quindi sia la cedolare secca che i contratti a canone concordati. Quindi, per evitare qualsiasi tipo di problema per l’Agenzia delle entrate, sembra corretto analizzare ogni volta il tipo di costo per una giusta imputazione.

Francesca Cavaleri

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