In Italia, al fine di non escludere i disabili dal mercato del lavoro, le imprese devono rispettare degli obblighi di legge per quel che riguarda le assunzioni. In particolare, per l’impresa che raggiunge i 15 lavoratori occupati scatta l’obbligo del rispetto di una quota di lavoratori invalidi da assumere.
Si tratta di conseguenza, in tutto e per tutto, di assunzioni obbligatorie che possono essere effettuate facendo leva su due possibili strumenti di inserimento lavorativo, ovverosia l’assunzione a chiamata nominativa e l’assunzione a chiamata numerica. Ecco allora, nel dettaglio, quali sono le differenze tra l’assunzione numerica e l’assunzione nominativa, e quando questi due strumenti di inserimento lavorativo di persone disabili sono applicabili.
Nel dettaglio, la chiamata nominativa per l’assunzione di disabili è lo strumento di inserimento lavorativo standard. Attraverso il collocamento mirato, infatti, il datore di lavoro, non solo in caso di azienda privata, ma anche di ente pubblico, acquisisce la lista di persone disabili che si sono candidate alla specifica offerta di lavoro. Con l’azienda pubblica o privata che, procedendo poi con i colloqui di selezione, potrà scegliere il candidato o i candidati da assumere.
La chiamata nominativa per l’assunzione di disabili, invece, è in tutto e per tutto uno strumento di inserimento lavorativo alternativo ed anche integrativo rispetto alla chiamata numerica. E questo perché, per esempio, questo si applica quando un’impresa è inadempiente nel rispetto delle quote di assunzioni da destinare ai lavoratori con disabilità.
Ma la chiamata nominativa per l’assunzione di disabili rappresenta pure uno strumento di inserimento lavorativo che, in alternativa alla chiamata numerica, può essere utilizzato su richiesta da parte degli enti pubblici. In questo caso non c’è una lista di nominativi tra cui scegliere, ma una vera e propria graduatoria di persone disabili che sono disponibili e che sono rispondenti ai requisiti di assunzione che sono richiesti. Per la determinazione della graduatoria, in particolare, si tiene conto dell’anzianità di iscrizione e della percentuale di invalidità, ma anche del reddito lordo dell’anno precedente e di eventuali familiari che sono a carico.
La chiamata nominativa, a carico di un’azienda che è obbligata ad assumere una quota di lavoratori disabili, è quindi una procedura d’ufficio che, nello specifico, scatta dopo che l’impresa non ha rispettato tale obbligo entro un termine di 60 giorni dall’insorgenza. Al riguardo, per accelerare e per agevolare il rispetto di tale obbligo, i centri per l’impiego offrono sul territorio all’impresa, gratuitamente, un apposito servizio specialistico di preselezione che è finalizzato proprio al collocamento mirato di persone con disabilità.
Nel dettaglio, come sopra accennato, per i datori di lavoro che occupano dai 15 ai 35 dipendenti l’obbligo di assunzione di lavoratori disabili è pari a 1 lavoratore. Sale a 2 lavoratori dai 36 ai 50 dipendenti, mentre oltre i 50 dipendenti la quota obbligatoria di lavoratori disabili da assumere non è numerica ma si applica nel rispetto di una percentuale che è pari al 7% del totale dei lavoratori occupati.
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