Capita spesso di chiedersi quali e quanti siano i contributi da lavoro INPS versati e pagati, soprattutto per verificare se il datore di lavoro ha provveduto a farlo. Ma il controllo si effettua anche in prossimità della pensione, per capire se sono stati raggiunti o, quando lo saranno, i requisiti necessari per accedervi. E ci fossero delle incongruenze, dati errati, importi sospetti, contributi mancanti, cosa fare?
Innanzitutto, scopriamo qual è la procedura di verifica dei contributi da lavoro attraverso il sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Per controllare lo stato dei contributi versati all’INPS è sufficiente accedere al sito dell’Istituto da pc, tablet o smartphone. Per autenticarsi è necessario utilizzare le credenziali rilasciate dall’INPS o mediante SPID, CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Dopodiché, sulla barra di ricerca in alto si scrive “Fascicolo previdenziale del cittadino” e si vedranno comparire diversi riquadri. A questo punto, si sceglie SERVIZI del fascicolo previdenziale del cittadino e non la scheda PRESTAZIONE relativa.
Apparirà la pagina Cassetto Previdenziale Cittadino e sul menù a sinistra, va cliccata la voce “Posizione Assicurativa” e nel menù che si apre a seguire, deve essere selezionata la voce “Estratto Conto“. A questo punto è possibile controllare tutti i datori di lavoro che ha avuto il lavoratore con i relativi versamenti contributivi effettuati.
Nel caso il lavoratore noti delle anomalie negli importi, nelle date o addirittura che manchino dei contributi, è possibile cliccare sulla voce “Segnalazioni contributive” che fa parte della sezione “Posizione assicurativa” ed effettuare la segnalazione.
Per maggiore sicurezza, si può stampare l’estratto conto contributivo in cui il lavoratore ha rilevato degli errori o delle omissioni, e portarlo al Patronato o a un consulente del lavoro per saperne di più ed essere messo al corrente di cosa si deve fare.
Quali voci sono riportate nell’estratto conto previdenziale? Teniamo conto che se si è iscritti, ad esempio, alla Gestione Separata, la prima schermata indica il Regime Generale:
Nel caso di iscrizione alla Gestione Separata e ponendo il caso che il lavoratore abbia prestato la sua opera con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co), si potrà scegliere anche successivamente di cliccare sul menù relativo alla Gestione Separata e sul monitor o display si aprirà l’Estratto Conto Parasubordinati.
In questo estratto conto, viene indicato l’anno solare e il relativo reddito imponibile, la descrizione del committente, il tipo di attività svolta (attività di collaborazione), i contributi versati e l’aliquota contributiva.
Nel caso i conti non tornino, la cosa è da addebitare a un errore del sistema INPS, all’aggiornamento ritardato da parte dell’Istituto di Previdenza dei contributi versati o al datore di lavoro che, evidentemente non ha versato e pagato i contributi dovuti al lavoratore.
Evincere dall’estratto conto contributivo quando si potrà accedere alla pensione e quale importo avrà l’assegno mensile, è impresa ardua. Per prima cosa, è necessario che i dati relativi ai contributi INPS debbano essere aggiornati in tempo reale, cosa praticamente quasi impossibile.
Inoltre, c’è da prendere in considerazione quale sistema di calcolo deve essere utilizzato e per quale periodo: retributivo, contributivo o misto?
Ad ogni modo, l’INPS ha introdotto un servizio sul proprio sito denominato “La mia pensione futura” e che si trova all’interno del fascicolo previdenziale del cittadino.
Utilizzando tale servizio si può avere un prospetto di calcolo della pensione, ma se i dati non sono aggiornati o ancor peggio ci sono errori o contributi mancanti, la verifica diventa quasi inutile.
Tra l’altro, poiché non si possono totalizzare i contributi presenti in più casse previdenziali, non vengono presi in considerazione i periodi riscattati e sono esclusi i lavoratori che possiedono contributi in gestioni previdenziali diverse dall’INPS, non resta che affidarsi a un professionista.
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