La donazione ai figli di immobili o di altre proprietà è un tema sempre molto attuale. Di seguito la guida completa per fare una scelta consapevole.
La donazione è il contratto con il quale, per spirito di libertà, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di quest’ultima, di un diritto o assumendo la stessa obbligazione. Pertanto la donazione è a tutti gli effetti un contratto e come tutti questi accordi diventa irrevocabile alla sua conclusione. A questo punto possiamo dire che sono due gli elementi essenziali della donazione:
La donazione ai figli fa parte della vita quotidiana. Si dona tutto ai figli: immobili, soldi, automobili e diritti su beni. Ma l’elemento essenziale è la forma. Infatti va conclusa per atto pubblico in presenza di due testimoni. Pertanto l’intervento del notaio è fondamentale, soprattutto per il trasferimento dei beni o per l’iscrizione nei vari registri.
Tra le libertà donative ci sono alcuni atti che prevedono la tassazione ed altri no. Tra le donazioni non soggette ad imposta ci sono:
Sono invece sottoposte a tassazione pari a 200 euro in quota fissa altre operazioni. Tra queste:
Un caso particolare è quello della donazione di beni immobili. Qui occorre procedere per il tramite del notaio alla trascrizione dell’atto. Sarà dovuta l’imposta ipocatastale pari al 2%+1% sul valore venale, la tassa ipotecari €35 per ogni ufficio provinciale ed il bollo di €64 euro anche questo per ogni ufficio provinciale. Mentre se la donazione riguarda un immobile con le agevolazioni della prima casa, occorre pagare solo l’imposta fissa di 200 euro. A questa somma è chiaro che va aggiunta anche la parcella notarile, cioè il compenso del notaio per la predisposizione dell’atto di donazione. Questo varia da notaio a notaio, in quanto se le tasse sono in quota fissa, non c’è nessuna regolamentazione sul “guardagno” del professionista.
Esistono casi di donazione in cui non necessita la presenza del notaio. Sono le così dette donazioni indirette. Un esempio può essere quando un genitore paga un debito pregresso del figlio, oppure semplicemente regala del denaro per un qualsivoglia motivo. Le liberalità indirette sono senz’altro soggette ad imposta in caso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate, ovvero in caso di registrazione volontaria delle parti. Tuttavia le donazioni indirette non prevedono tassazione. Anche se una recentissima decisione della Commissione Tributaria Regionale del Piemonte (la n. 47/4/2021) afferma, sul punto, che la remissione del debito -che può sostanziare una donazione indiretta- è comunque soggetta ad imposta di registro con aliquota dello 0,5% sul valore. Quindi tutti gli effetti una tassa da pagare.
La donazione rispetto ad una compravendita o a molti altri atti è spesso più economica. Per questo motivo viene spesso usata dai genitori per trasferire loro dei beni. Anche perché all’interno della donazione possono essere inserite diversa “clausole” o “condizioni”. Un altro rischio sta nel fatto che la donazione è soggetta a revoca. I casi previsti sono di natura etico- sociale:
La donazione fatta ai figli potrebbe anche considerarsi come una anticipo sull’eredità. Ma la donazione è un atto a rischio anche per un altro motivo, perché può pregiudicare la libera circolazione del bene. Questo perché la legge garantisce la quota di legittima dell’eredità, anche contro la volontà espressa del defunto. Ad esercitarla possono essere i discendenti come figli e nipoti o gli ascendenti come genitori e nonni ed il coniuge. La quota serve a garantire che non vengano lesi i diritti di nessuno. Pertanto quando si vuole vendere un immobile ed il titolo di provenienza è un atto di donazione, potrebbero esserci dei problemi. Senza contare che molti istituti di credito non concedono mutuo su immobili i cui proprietari detengono questo atto. Quindi attenzione perché un risparmio economico di oggi potrebbe essere un problema domani, in un successivo trasferimento.
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