Banche delle terre agricole: uno strumento per trovare terreni incolti

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In Italia è stato calcolato che sono disponibili circa 3,5 milioni di ettari di terreno coltivabili e non utilizzati per vari motivi, allo stesso tempo ci sono giovani e meno giovani, imprese già operanti nel settore agricolo, che vorrebbero avere dei terreni da coltivare. Le banche delle terre  agricole hanno l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta.

Le banche delle terre agricole

La prima cosa da chiarire è perché parliamo di banche dei terreni agricoli, la risposta è semplice: si parla al plurale perché in Italia sono attive diverse piattaforme che hanno l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta di terreni.

Banca delle terre agricole ISMEA: come funziona

La  “banca” più importante è sicuramente quella gestita da ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), la particolare rilevanza è data dal fatto che si tratta di un ente pubblico economico che funziona in stretta correlazione con il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In questa sede ci sarà solo un breve excursus alle iniziative di ISMEA perché di fatto il bando è già in una fase avanzata. Il 9 giugno 2021 sul sito ISMEA sono iniziate le manifestazioni di interesse per i terreni presenti nella banca dati ISMEA. Il bando ha messo a disposizione 16 mila ettari di terreno dislocati in tutto il territorio nazionale, la maggior parte al Sud, in grado di sviluppare potenzialmente 624 aziende agricole.

La Banca Nazionale delle Terre Agricole ISMEA mette a disposizione terreni pronti per essere coltivati, insomma non devono essere ripristinati, riportati a coltura e di conseguenza sono in grado di produrre reddito fin da subito. Gli stessi sono venduti all’asta con una procedura semplice e trasparente. Per i giovani che vogliono iniziare a lavorare in agricoltura ci sono ulteriori agevolazioni, ad esempio piani di pagamenti trentennali. Per il lotto di terreni resi disponibili nell’anno 2021 le manifestazioni di interesse potevano essere presentate dal giorno 9 giugno al 7 settembre, mentre è in svolgimento la seconda fase che prevede l’analisi delle varie proposte. Si aprirà quindi la fase dell’assegnazione dei terreni e della stipula dei contratti.

Il bando della Banca Nazionale delle Terre Agricole è importante perché sicuramente sarà nuovamente presentato per il 2022 e offrirà nuove opportunità.

Terre AbbanDonate

Per chi non vuole attendere, un’altra possibilità di accedere a terreni agricoli è formulato dall’associazione Let Eat Be che ha realizzato il progetto Terre AbbanDonate il cui obiettivo è contrastare il fenomeno delle terre abbandonate, soprattutto quelle appartenenti a proprietari che hanno difficoltà ad occuparsene e a metterle in produzione e di conseguenza restano incolte. In questo caso i proprietari dei terreni lasciati senza colture vengono iscritti in un particolare catasto dei terreni che raccoglie questi appezzamenti, mentre coloro che hanno interesse a coltivare dei terreni sono inseriti nell’anagrafe dei coltivatori. Attraverso la piattaforma Terre AbbanDonate è possibile far incontrare proprietari e potenziali agricoltori che poi possono autonomamente stipulare il contratto.

Uno dei limiti di questa piattaforma è il fatto che sia di tipo locale, cioè il censimento dei terreni abbandonati riguarda solo quelli che sono localizzati nella zona del biellese.

Le banche delle terre regionali: Toscana, Liguria e Trentino

Il terzo progetto è invece la Banca della Terra organizzata dapprima dalla regione Toscana e in seguito anche in Trentino Alto Adige, con la speranza che presto possa diventare un progetto di tipo nazionale, naturalmente gestito dalle Regioni. Il primo progetto della banca della terra è della Regione Toscana nel 2012 e ha l’obiettivo di dare nuova vita ai terreni incolti e preferire la gestione da parte di cooperative e giovani agricoltori anche di nuova generazione, cioè persone che arrivano da altre storie e decidono di cambiare vita e quindi occuparsi di agricoltura. La piattaforma è accessibile da questo link https://www.regione.toscana.it/-/la-banca-della-terra

Banche dei terreni agricoli di altre Regioni

Il progetto approda in seguito presso la regione Liguria, in questo caso acquista il nome di Banca Regionale della Terra, BRT e ha l’obiettivo di accrescere la competitività delle aziende agricole attraverso il portare a coltura terreni abbandonati e il riordino fondiario. La normativa della Banca regionale della terra è nell’articolo 6 della legge regionale 4 del 2014, naturalmente della regione Liguria.

Nel 2015 il progetto parte anche in Trentino Alto Adige, la legge di riferimento è la legge 15 del 2015 e ha l’obiettivo di contemperare le esigenze di chi vuole avviare nuove imprese e limitare il fenomeno dell’abbandono delle terre.

In Campania la bancha dei terreni agricoli è stata istituita con la legge Regionale n. 10 del 31 marzo 2017 articolo 1, commi 63,64,65 e 66.  L’obiettivo è censire e assegnare agli agricoltori, in particolare i giovani che vogliono iniziare a lavorare in questo settore, le terre abbandonate. L’inventario dei terreni disponibili è tenuto dalla Direzione Generale delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Cosa sono i terreni incolti?

In base alla disciplina delle banche delle terre devono essere considerate incolte le aree che non sono state utilizzate per almeno 3 annate agrarie. I terreni possono essere segnalati anche dai consorzi di miglioramento fondiario, da liberi professionisti che si occupano di materia agraria e da organizzazioni professionali agricole. Quando i terreni sono di proprietà di privati è comunque necessario il loro assenso per poter procedere e i contratti possono essere di concessione, affitto e compravendita.

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