I contribuenti che rimangono senza lavoro e a pochi anni dalla pensione possono valutare di versare i contributi volontari per arrivare ai requisiti di uscita. I lavoratori autonomi o dipendenti, infatti, possono proseguire versando di tasca propria i contributi utili alla pensione tramite la prosecuzione volontaria. Si tratta di un meccanismo previdenziale che consente a chi, per varie ragioni, dovesse interrompere di versare i contributi, di non perdere quelli già pagati e di maturare il diritto al pensionamento.
Possono chiedere di versare i contributi per raggiungere i requisiti della pensione tutti i lavoratori iscritti all’Inps, inclusi i lavoratori del pubblico impiego che:
Per la finalità di raggiungere i requisiti della pensione, è utile sottolineare che il versamento dei contributi volontari consente di perfezionare il diritto alla pensione di vecchiaia, di anzianità, l’assegno ordinario di invalidità e l’inabilità. Tra le forme indirette di pensionamento, versare i contributi volontariamente permette di arrivare alle formule di reversibilità e di trattamento ai superstiti.
Si può richiedere di versare i contributi per la pensione in quattro specifici casi:
Per versare i contributi volontari è necessario presentare domanda all’Inps. L’istanza può essere inoltrata attraverso il canale on line del sito dell’Inps, accedendo al portale e avvalendosi dei servizi telematici. In alternativa, si può contattare il Contact Center al numero 803 164 o allo 06 164164 da rete mobile. Infine ci si può rivolgere a un patronato o a tutti gli intermediari dell’Inps.
L’Istituto previdenziale, tuttavia, concede l’autorizzazione ai contributi volontari se sono stati versati almeno tre anni di contributi nei cinque anni precedenti la domanda stessa. Se dovesse mancare questo requisiti, la contribuzione volontaria è ammessa in presenza di almeno cinque anni di contributi, a prescindere dai periodi di versamento.
Ai fini dei requisiti per poter richiedere il versamento dei contributi volontari, il lavoratore può perfezionarli anche mediante riscatti, ricongiunzioni e alcune contribuzioni figurative come la Cassa integrazione guadagni. Sono esclusi dal perfezionamento dei requisiti i periodi di gravidanza, di servizio militare, di infortuni e malattia, di disoccupazione indennizzata o di lavoro all’estero in nazioni non convenzionate.
Sono esclusi dal versamento volontario dei contributi i lavoratori che non abbiano cessato o interrotto il rapporto di lavoro che ha generato l’obbligo contributivo stesso. Inoltre, sono esclusi dai contributi volontari anche i contribuenti che già percepiscono una qualsiasi formula di pensione diretta.
Rispetto al momento in cui è stata presentata domanda di versamento dei contributi volontari, la decorrenza dell’autorizzazione Inps avviene:
Il calcolo di quanto si paga per versare i contributi volontari parte dalla media delle retribuzioni, inclusa la tredicesima mensilità, dell’ultimo anno di lavoro. Alla media va applicata l’aliquota contributiva in vigore che, per i lavoratori dipendenti, è pari al 33%. L’Inps, in ogni modo, prevede un minimo di versamento contributivo. Tale limite è calcolato applicando l’aliquota contributiva del 33% al 40% della pensione minima. Per il 2021 il trattamento minimo è fissato a 515,58 euro.
Il calcolo di quanto devono pagare artigiani e commercianti di contributi volontari è fatto direttamente dall’Inps. Per il calcolo, l’Inps considera la media del reddito d’impresa risultante ai fini Irpef degli ultimi 3 anni. Dal calcolo, i contributi volontari vengono suddivisi in otto diverse fasce di reddito e sono dovuti su base mensile.
Il calcolo dei contributi volontari dei coltivatori diretti, dei mezzadri e dei coloni stabilisce il contributo settimanale determinato dalla media settimanale dei redditi dei precedenti tre anni. I tre anni sono determinati sulla base delle 156 settimane di lavoro. I contributi dei coltivatori diretti non possono essere, in ogni modo, inferiori a quelli previsti per i lavoratori dipendenti.
Il pagamento dei contributi volontari deve avvenire per periodi di tre mesi ed entro la fine del trimestre successivo. Pertanto, il primo trimestre dell’anno (gennaio, febbraio e marzo) deve essere pagato entro il 30 giugno susseguente. Analogamente, il secondo trimestre (aprile, maggio e giugno) deve essere pagato entro il 30 settembre successivo. Il terzo trimestre (luglio, agosto e settembre) va pagato entro il 31 dicembre. Infine, l’ultimo trimestre dell’anno (ottobre, novembre e dicembre) deve essere saldato entro il 31 marzo dell’anno successivo.
I contributi volontari devono essere pagati interamente per la somma spettante. In caso di versamento inferiore a quanto dovuto, il contribuente subisce la riduzione proporzionale del periodo assicurato. Infine, è utile ricordare i vantaggi fiscali dei contributi volontari. Quanto versato rientra tra gli oneri deducibili dal reddito complessivo per l’intero importo. La deducibilità opera anche se il versamento viene sostenuto dai familiari fiscalmente a carico.
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