Affascinato dallo Street Food? Ecco come iniziare un’attività remunerativa

street food

Vecchie tradizioni, cibo di qualità, antiche ricette, voglia di stare insieme all’aria aperta, sono queste le caratteristiche che hanno portato alla riscoperta del cibo da strada o street food, un settore che nell’economica italiana sta diventando sempre più importante. Se anche tu sei tentato nell’intraprendere questa attività, ecco come avviare uno street food.

Una buona idea per avviare uno street food

Abbiamo visto che negli ultimi anni chi ha la passione per la cucina ha scoperto come rendere remunerativa tale idea con l’home restaurant, ora vedremo come iniziare lo street food. Naturalmente la prima cosa necessaria per iniziare un’attivita di street food è un buona idea. Negli ultimi anni il cibo di strada è molto ricercato, nella maggior parte dei casi si cercano prodotti dell’antica tradizione culinaria regionale e quindi in Campania spuntano banchetti per la vendita del classico cuoppo, della pizza a portafoglio, pizza fritta, in Sicilia arancine, cannoli, “pane ca meusa” e simili.

Queste sono solo alcune possibilità, ma il patrimonio culinario italiano è talmente vasto che avere una buona idea non è certo difficile. In primo luogo è necessario procurarsi un mezzo adeguato per poter lavorare in giro per le strade e le piazze. La normativa di riferimento per poter avviare un’attività di street food è in primo luogo il decreto legislativo 114 del 1998 che regola il commercio ambulante e in secondo luogo la normativa inerente la somministrazione di cibo e bevande.

Requisiti per aprire uno Street Food

Per aprire un’attività di Street Food, o cibo da strada, è necessario avere i requisiti morali previsti dalla normativa: occorre non avere subito condanne per delitto non colposo, non essere stato dichiarato fallito, sottoposto a misure restrittive, come la sorveglianza, divieto di soggiorno o simili.

Siccome siamo nell’ambito dell’attività di preparazione e somministrazione di cibo e bevande, sono previsti ulteriori requisiti specifici e che possono essere definiti professionali.

I requisiti professionali sono alternativi, cioè basta essere in possesso di uno di quelli che andremo a vedere:

  1. diploma di scuola superiore di secondo grado che preveda nel piano di studi materie inerenti il commercio, alimentazione, preparazione e somministrazione di alimenti. Tra gli istituti professionali che rientrano in tali indicazioni c’è alberghiero;
  2. laurea triennale in facoltà che prevedono materie attinenti a commercio e alimentazione, come agraria, farmacia, scienze dell’alimentazione, biologia, chimica, medicina;
  3. avere lavorato per almeno un biennio nell’ultimo quinquennio in imprese specializzate nel settore alimentare in qualità di dipendente qualificato, addetto alla vendita, alla somministrazione e preparazione di alimenti, oppure in qualità di socio lavoratore o collaboratore familiare;
  4. avere frequentato un corso professionale della durata minima di 130 ore presso un istituto regionale o riconosciuto dalle Regioni e che abbia ad oggetto somministrazione di bevande, preparazione di cibo (attestato SAB somministrazione alimenti e bevande).

Allestimento dei mezzi per lo street food

Una volta ottenuti i requisiti professionali, è necessario adeguare il proprio mezzo alla normativa in vigore, questa può essere sicuramente la voce di spesa più importante. In Italia le condizioni igienico sanitarie previste per chi vuole occuparsi di preparazione e somministrazione di cibo e bevande sono di un certo tenore e non vengono meno neanche nel caso in cui si decida di offrire il servizio ambulante attraverso un chiosco o in forma itinerante attraverso l’uso di furgoni. Quando si sceglie il furgone lo stesso deve essere adeguatamente modificato per poter ospitare in totale sicurezza cucine, bombole del gas e una discreta dispensa che dovrà contenere tutti gli oggetti e gli ingredienti che devono essere utilizzati nella preparazione. Rivolgendosi a professionisti nell’allestimento dei furgoni si potrà ottenere in breve tempo un furgone allestito a norma.

Questo aspetto è molto importante, infatti per poter esercitare l’attività è necessario il rilascio di un’apposita autorizzazione per autonegozi da parte dell’ASL. Nella richiesta di autorizzazione è necessario specificare il settore merceologico in cui si intende operare, le modalità di condizionamento termico degli alimenti che è necessario avere con sé. I rivestimenti interni che sono a contatto diretto con il cibo devono rispettare i requisiti previsti dall’articolo 43 DPR 327/80 che richiede che sia evitata ogni forma di contaminazione e la promiscuità tra le varie sostanze alimentari. Specifiche disposizioni sono previste nell’articolo 49 per il trasporto di carni e prodotti ittici.

Tra gli obblighi previsti nell’allestimento di furgoni e veicoli per lo Street Food vi è la necessità di predisporre un adeguato impianto idrico, sulle pareti deve essere presente il fermo carico, in modo che durante i viaggi non ci siano rischi, è necessario predisporre un impianto di illuminazione, refrigerazione, sistemi per la raccolta degli scoli e vaschette per la raccolta dei liquami.

Iter burocrativo per avviare uno street food

A questo punto si può richiedere la licenza. E’ necessario distinguere tra il caso in cui si desideri aprire uno street food con location fissa, ad esempio se si decide di attuare la vendita esclusivamente su una piazza o una determinata via. In questo caso si deve fare istanza presso il proprio comune per ottenere una licenza di tipo A. La stessa consente comunque di spostarsi dal luogo prescelto, ma previa comunicazione e permesso per ogni spostamento. Tale licenza ha la durata di 10 anni. I limiti delle licenza sono indicati nella stessa, sono indicati orari, giorni prestabiliti e spazi destinati alla propria attività.

L’alternativa è richiedere una licenza itinerante di tipo B, che consente di spostarsi in varie città d’Italia e partecipare a fiere ed eventi. Si parla anche di Food Truck. Naturalmente di volta in volta sarà necessario ottenere uno spazio rispettando le regole previste dai regolamenti comunali, altrimenti il rischio è che ci sia una sorta di far west soprattutto negli eventi molto attesi, ad esempio i mercatini di Natale e potrebbe essere necessario pagare delle concessioni ai Comuni. Per questa tipologia di attività è previsto che il soggetto non possa fermarsi per più di 120 minuti in un’unica zona, tale licenza consente anche il commercio ambulante porta a porta.

In ogni Comune possono comunque essere presenti divieti e limiti in alcune zone, ad esempio in zone di particolare valore storico ed artistico.

Ulteriori adempimenti

L’autorizzazione a svolgere l’attività viene rilasciata dal sindaco in base alla normativa regionale.

In entrambi i casi la domanda deve essere accompagnata da marca da bollo da 14,62 euro.

Entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello di inizio attività e in seguito per ciascun anno deve essere presentato il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) art.28 decreto 114 del 1998.

Naturalmente per poter esercitare l’attività è necessario anche avere la Partita IVA, iscriversi alla Camera di Commercio e aprire una posizione INPS.